Mi permetto di incorniciare il pensiero espresso da Vincenzo Cataldo: " Il saggio non spera, non ne ha bisogno " La speranza è infatti riconducibile a ciò che può essere, ma potrebbe anche non essere: non a ciò che è certo che sia o che sarà. La speranza è dunque di colui che non conosce ed attende, non di colui che conosce.
12 anni fa
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La frase risponde indubbiamente a verità.
Io per esempio ho ricevuto molte persone in prestito....
Il guaio è che gli interessi sono sempre stati molto salati.
12 anni fa
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Qui invece, nel mondo degli spiriti ove da circa 30 anni-luce mi trovo, nuvole e freddo a parte, predomina l' UMIDITA' (com'è giusto che sia: tutto è nato dall'acqua e dall'umido: Talete insegna); e gli "spiriti" hanno per lo più natura pipernina, schiva e poco socievole.
12 anni fa
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Questa frase, quantunque conforme al modo di pensare comune,a mio avviso reca in sé un vizio logico, e un vizio logico non da poco.
Se infatti prendiamo quel laureato in legge che diverrebbe un avvocato disonesto o un cattivo magistrato per mancanza di senso morale nello svolgere il proprio lavoro, cosa mai potrà far sì che, se lo mettiamo a fare l'artigiano, non divenga un artigiano disonesto o un cattivo artigiano??? :) O forse nel laurearsi prima, e nel fare l'artigiano poi, sussiste un indizio certo di senso morale?? : )))))
La LOGICA, quindi, IMPONE, al limite, di modificare la frase così: "meglio un laureato in legge che diventa un artigiano disonesto o scadente che un laureato in legge che diventa un avvocato disonesto o un cattivo magistrato". Ma non regge, perché la connotazione più "forte" resta quella della disonestà, e non quella della COMPETENZA, che è la CAPACITA' di svolgere il proprio lavoro...
La VERITA' è invece che le nostre Università sfornano ormai a getto continuo un'altissima percentuale di docenti e discenti totalmente impreparati (perché facenti parte di una interminabile e nauseabonda catena di raccomandazioni): gente (sia discente che docente) da mandare non ad esercitare il nobile mestiere di artigiano, ma, più semplicemente e realisticamente, a pulire i cessi.
12 anni fa
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Viviamo in una società sempre più poliedrica ed evoluta: società in cui molti scrittori sono ormai savi e vincenti.
Peccato che spesso siano considerati venduti e scribacchini.
12 anni fa
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La frase non è della ultra-svizzera Ginevra Cantoni, ma del "negozio di scarpe Baraldini shop", come citato nel riferimento: negozio che, a quanto pare, fa uso di una sorta di concentrato di ogni insignificante e stucchevole slogan pubblicitario.
Erano molto più valide esteticamente le "voci" dei venditori napoletani di un tempo: "stagnateve a ramma!", " 'e purpetielle affucate!", "magnateve 'o cocco!"... slogan molto più lineari, coloriti, efficaci e comprensibili.
12 anni fa
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La speranza è infatti riconducibile a ciò che può essere, ma potrebbe anche non essere: non a ciò che è certo che sia o che sarà. La speranza è dunque di colui che non conosce ed attende, non di colui che conosce.
Io per esempio ho ricevuto molte persone in prestito....
Il guaio è che gli interessi sono sempre stati molto salati.
Se infatti prendiamo quel laureato in legge che diverrebbe un avvocato disonesto o un cattivo magistrato per mancanza di senso morale nello svolgere il proprio lavoro, cosa mai potrà far sì che, se lo mettiamo a fare l'artigiano, non divenga un artigiano disonesto o un cattivo artigiano??? :) O forse nel laurearsi prima, e nel fare l'artigiano poi, sussiste un indizio certo di senso morale?? : )))))
La LOGICA, quindi, IMPONE, al limite, di modificare la frase così: "meglio un laureato in legge che diventa un artigiano disonesto o scadente che un laureato in legge che diventa un avvocato disonesto o un cattivo magistrato". Ma non regge, perché la connotazione più "forte" resta quella della disonestà, e non quella della COMPETENZA, che è la CAPACITA' di svolgere il proprio lavoro...
La VERITA' è invece che le nostre Università sfornano ormai a getto continuo un'altissima percentuale di docenti e discenti totalmente impreparati (perché facenti parte di una interminabile e nauseabonda catena di raccomandazioni): gente (sia discente che docente) da mandare non ad esercitare il nobile mestiere di artigiano, ma, più semplicemente e realisticamente, a pulire i cessi.
Peccato che spesso siano considerati venduti e scribacchini.
Erano molto più valide esteticamente le "voci" dei venditori napoletani di un tempo: "stagnateve a ramma!", " 'e purpetielle affucate!", "magnateve 'o cocco!"... slogan molto più lineari, coloriti, efficaci e comprensibili.