Giuseppe Freda

Nella frase "La superbia non ha ragione d'essere; discende..." di Nello Maruca
Superbia è "opinione esagerata di sé, delle proprie capacità e dei propri meriti, che esteriormente si manifesta con una ostentazione di altera superiorità e di disprezzo per gli altri". Le sue caratteristiche sono dunque ESTERIORI, e si manifestano nell'ostentazione di superiorità e nel disprezzo per gli altri. Boria, alterigia, altezzosità, supponenza, arroganza (tutti atteggiamenti rivolti agli altri per intimorire, stupire o ingenerare un rispetto non dovuto) erano atteggiamenti di stampo sofistico, del tutto estranei alla mentalità di Socrate, la cui autostima si nutriva di umiltà, amore per la ricerca e consapevolezza della propria ignoranza.
12 anni fa
Risposte successive (al momento 18) di altri utenti.
Nella frase "Con la coda dell'occhio percepisco la loro..." di Donatella Fantauzzi
Mi fa piacere che ogni tanto qualcuno mi si accompagni nel manifestare ciò che "sa", senza timore dei lazzi di chi "non sa".          : ))
E... non sono solo angeli, ma tutti i nostri cari ci sono intorno.
La m0rte non esiste.
12 anni fa
Risposte successive (al momento 2) di altri utenti.
Nella frase "Dobbiamo avere fede che la ragione produca la..." di Abraham Lincoln
E fai bene: fu, in pratica, solo per aver proposto qualcosa, che il povero Platone fu venduto come schiavo sul mercato di Egina...
    Tuttavia, io credo di fiutare da che parte soffia il vento. E mi spiego.
    Da 400 anni a questa parte, le cose migliori che l'uomo ha prodotto le ha prodotte in campo scientifico. La scienza ha realizzato a sua volta due cose: da un lato una tecnologia che avanza con progressione non aritmetica, ma geometrica.; dall'altro (finalmente) una "discesa in campo" sempre più massiccia sul terreno della filosofia, tanto che quest'ultima ha dovuto difendersene (dalla scienza-tuttofare) invocando la propria attinenza ai principii ed ai fini, e non ai meccanismi naturali delle cose, dell'uomo e del mondo (che sono territorio della scienza).
     Poco altro ancora, secondo me, e la scienza tornerà alla carica, esprimendo una vocazione politica. Già oggi i plutocrati HANNO BISOGNO al loro soldo, o al loro seguito, o in loro sostegno, dei tecnocrati (cosa è mai Monti, se non un tecnocrate? E guarda la gente di cui è solito circondarsi il presidente degli Stati Uniti). Secondo me, prima o poi si creerà una elìte di scienziati e tecnocrati in grado di dire ai buffoni cui siamo abituati (cosa peraltro già in corso in Italia, ancora una volta all'avanguardia storica degli eventi e dei guai): "dateci i comandi, ché se continuate a guidare voi ci sfracelliamo!".
     Ciò che ci rovina (ma ancora per poco tempo) è questa maledetta "democrazia", per cui ancora la "communis opinio" (fomentata da politici di professione e centenari ma anche un po' sornioni  "padri della patria") ritiene che chi guida l'aereo debba essere sostenuto dalla ipotetica, insignificante, cieca ed ultra-ig*norante "volontà popolare". Ma prima o poi la gente si renderà conto che siamo su un aereo a reazione, il cui pilotaggio non può essere oggetto di decisioni a maggioranza, ma deve essere affidato a gente che SAPPIA FARE IL MESTIERE DI PILOTA.  Già anzi comincia a rendersene conto. Non ti dico poi se, invece che capitare una catastrofe economica, arriva una catastrofe naturale di dimensioni planetarie o quasi. A quel punto, i buffoni si alzerebbero da soli dai posti di comando. Non per ritrovata onestà di comportamenti, ma PER SCAPPARE.
     Giunti a questo punto, si formerà una OLIGARCHIA di scienziati e tecnocrati, dalla quale emergerà di riffe o di raffe il tiranno illuminato.
      In quest'ultima  fase, e solo in quest'ultima fase, sarà proponibile e razionale correre, alla maniera di Platone, il rischio di essere venduti come schiavi sul mercato di Egina.  :))
12 anni fa
Risposte successive (al momento 55) di altri utenti.