Solo il trascorrere del tempo può condurci a realizzare i nostri progetti. In questo, il tempo sembra esserci amico.
Ma fatto sta che lo stesso trascorrere del tempo inesorabilmente distrugge, prima o poi, i castelli di sabbia che faticosamente avevamo costruito in riva al mare. Il tempo ci è dunque nemico?
No, non ci è nemico; ma solo se l'inesorabile meccanismo illusione-delusione ci induca a capire che nulla di ciò che passa col tempo può contare davvero qualcosa; e che i nostri castelli, per essere solidi e duraturi, devono essere costruiti al di fuori e al di sopra del tempo.
12 anni e 4 mesi fa
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Devi spezzare la pietra tombale che è dentro di te, e ti nasconde te stesso. Quando ti conoscerai, capirai che TU non esisti se non come punto di emersione della coscienza dell'Universo, e desidererai ardentemente TORNARE AD ESSERE TE STESSO, cioè... Dio.
Quanto alle indulgenze, Lucia, sono d'accordo con te; è uno dei tanti scandali di cui ci ha gratificato la curia romana.
Relativamente alla preghiera, invece, la cosa è diversa.
Tu sai che io non parlo di ciò che penso, ma di ciò che ho sentito e sento, talvolta avendolo toccato con mano: ciò che dico è spesso frutto di esperienza. Ebbene ti dico che la preghiera è un'arma formidabile a disposizione dell'umanità, quando effettuata da persone dotate di Forza, o anche quando effettuata da più persone insieme o anche non insieme, ma con la medesima intenzione e serietà di intenti. La stessa sopravvivenza del genere umano, Lucia, è DOVUTA a quegli sconosciuti centri di luce che sono i monasteri, in cui uomini e donne si votano ad una vita di preghiera. Ma perché la preghiera collettiva ha questi effetti?
Posso spiegarti questo fenomeno nei termini che seguono. Gli esseri umani, o meglio questi dèi che sono gli esseri umani, funzionano, non solo negli umili lavori manuali, ma anche quanto ai "lavori" spirituali, come tanti singoli elementi ciascuno di forza (immaginiamo) 1, che però possono essere messi "in serie". Ora: quando sono in serie, la loro capacità di entrare in contatto con Dio (cioè con l'Intelletto e soprattutto con la Forza di cui parlavo) cresce non in misura aritmetica, ma secondo una progressione geometrica, addirittura in certi casi esponenziale. Questo non si verifica solo nel cristianesimo, ma anche in altre realtà. Il "mantra" tibetano, sotto questo aspetto, ha la medesima funzione del Rosario cattolico, e di taluni riti africani. La ripetitività della cantilena e la concentrazione dei partecipanti sulla medesima sortiscono, nel "reale", l'effetto di creare una sinergia dei presenti, che divengono un'UNICO punto di riferimento, dotato di energia di gran lunga superiore a quella della somma dei presenti, che riesce a trasmettere e captare forza, come una sorta di nuova e più potente rice-trasmittente, dotata di un'antenna estremamente potenziata.
La preghiera è dunque, in questo senso, un veicolo della Forza. D'altra parte, ciò è evidente di per sè dalla circostanza che nella maggior parte dei casi la preghiera viene rivolta per OTTENERE qualcosa che non si riesce a conseguire con le proprie forze.
Questa della preghiera collettiva è però la forma più rudimentale attraverso cui viene veicolata la Forza, anche se può raggiungere, nel caso di partecipazione di milioni di persone, una potenza inaudita. La famosa "supplica" alla Madonna di Pompei, trasmessa per radio in tutto il mondo, è qualcosa di una potenza inaudita. Se la metà del genere umano pregasse contemporaneamente per la scomparsa del male dal mondo, in capo a breve tempo si creerebbe una sorta di "campo di forza", una barriera insuperabile contro il male.
Del resto,se ci pensi, è mai possibile che le api, gli uccelli (pensa alle migrazioni all'unisono), le formiche, i lupi, e quasi tutti gli esseri viventi abbiano i loro istinti e le loro forze aggregatrici, i loro "istinti collettivi" tali da rendere la loro organizzazione infinitamente superiore alla somma delle volontà dei singoli individui, e gli esseri umani siano privi di uno "spirito collettivo"? Ce l'abbiamo anche noi, ed è qualcosa di una potenza inaudita.
Sai qual è il nostro problema relativamente a questa materia? Il nostro problema è la libertà. Intelligenza e desiderio di libertà ci conducono all'individualismo. E l'unica cosa che può ricondurci all'unità sono i VALORI (appunto quell' "ama il prossimo tuo come te stesso", in cui - sono parole di Gesù - si sostanzia lo stesso amore di Dio). Questo è il motivo per cui è sui valori che si gioca il futuro del genere umano.
Noi, Lucia, ancora non abbiamo scoperto chi siamo. L'essere umano ha potenzialità inimmaginabili.
Solo ora mi accorgo che queste "lenzuola" le sto stendendo su un post di Flavia, che deve esserne rimasta sommersa, tant'è che... non reagisce più. : )))
Mi scuso con entrambe, ma quando parto parto, e non mi ferma più nessuno. : ((
E tuttavia, ancora non ti ho risposto !!!
Devo infatti risponderti circa la responsabilità, e circa il CHI preghiamo... Lo farò, ti assicuro che lo farò. Frattanto, ... beccati questo lenzuolo !!! : ))))))
12 anni e 4 mesi fa
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Scrivevo in un altro post, relativamente ad un problema posto da Lucia Gaianigo (Scheggia: la frase è di Flavia Ricucci) relativamente ai mali del mondo, per i quali Dio non farebbe nulla, qualcosa che viene a fagiolo anche qui, e che copio e incollo per le parti che qui interessano:
Nell'immaginario collettivo, espressosi per millenni sia nell'arte sia nella tradizione, "Dio" viene identificato con UN "essere" onnipotente, onnisciente, dotato al massimo grado di ogni attributo positivo. Come dire: una specie di padre potentissimo e buonissimo, creatore e signore del cielo e della Terra, che regge le sorti del mondo e dell'universo intero.
(…) questo concetto di Dio è completamente sbagliato. Per la stessa teologia cristiana e cattolica, Dio è uno in tre persone... Se sono tre le persone, dove è l'unità??? Dove risiede??? In una quarta persona, UN quarto essere??? Non è così. Allora ci sono 3 dèi? No, neanche è così, ci dicono chierici, vescovi, teologi e papi. Ma allora, dove è l'unità. Al che, il chierico ci risponde: basta: un solo Dio in tre persone, atto di fede, prendere o lasciare. : ))
Tutto cambia, se concepiamo Dio come INTELLETTO, come FORZA e come VALORE. Allora può darsi che, se ci riflettiamo per un po' di tempo, e con un po' di... aiuto (un aiuto è sempre necessario, quanto meno per... concentrarsi... :)), ci rendiamo conto dei seguenti fatti:
1) L'INTELLETTO, la FORZA e il VALORE (quando parlo di valore, parlo dell'unico valore esistente: l'amore a tutti i suoi livelli), che sono IMPERSONALI e che sostanziano e costituiscono Dio, che è di sua natura impersonale, permeano di sé l'intero Universo, NOI COMPRESI;
2) Noi siamo in grado di portare dentro di noi non il sommo intelletto, non la somma forza (elementi di cui possiamo essere partecipi solo in parte), MA IL VALORE SI'. Per questo motivo siamo partecipi della divinità, siamo dèi, siamo Dio noi stessi;
3) Risulta infine quasi evidente cosa possa rappresentare in tutto ciò la Trinità, di cui tanto si parla. In questa ottica, Cristo, vero ed unico motivo della Trinità (e non mi dilungo oltre), non è altro che uno di noi, in cui, come in tanti altri dopo ma non prima di lui, iIL VALORE è riuscito ad albergare al massimo grado, trascinando con sé sia il sommo intelletto, che la somma forza. (Io e il Padre siamo UNO).
Conclusione: DIO SIAMO NOI, in cammino per divenire come Cristo, in lui e con lui; e il giusto atteggiamento non è pensare cosa possa Dio fare per noi, ma cosa possiamo NOI fare per Dio e con Dio. Perciò TUTTI i problemi del mondo sono problemi NOSTRI, cioè, appunto, di Dio. Questo, Sergio, è il mio pensiero e il mio sentire: Dio non ci è estraneo, ci comprende, la personificazione di Dio siamo noi. Noi anche individualmente, ma soprattutto noi tutti insieme.
In una sola cosa dissento da ciò che pensi tu, e cioè quanto alla FORZA. Alla stessa maniera che intelletto e valore, anche la forza permea di sé l’intero universo, ed è in grado non solo di far piangere statue (ove dovesse occorrere; ma non ne vedo sinceramente la necessità, più importante sarebbe far piangere gli esseri umani, e di gioia), ma anche di smuovere i monti. Dico queste cose, perché ne ho avuto esperienza PERSONALE, nel senso che attraverso di me per il passato questa forza è passata, lasciandomi letteralmente stupefatto. Non ho smosso montagne, se è questo che vuoi sapere… Ma altri fatti prodigiosi (e utli) sono accaduti, lasciando – ripeto – stupefatto più me che gli astanti. La Forza esiste, Sergio, e può TUTTO.
12 anni e 4 mesi fa
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Questo è il motivo per cui non bisogna mai giudicare gli uomini, ma parole, fatti ed azioni.
Ci manca il metro per misurare gli uomini, e poi il misurarli non servirebbe a niente. Gli uomini non sono sempre gli stessi; inoltre nessuno di essi è completamente spo-rco o pulito. Abbiamo invece sia capacità che necessità di misurare parole, fatti ed azioni.
Con grande attenzione.
12 anni e 4 mesi fa
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Ma fatto sta che lo stesso trascorrere del tempo inesorabilmente distrugge, prima o poi, i castelli di sabbia che faticosamente avevamo costruito in riva al mare. Il tempo ci è dunque nemico?
No, non ci è nemico; ma solo se l'inesorabile meccanismo illusione-delusione ci induca a capire che nulla di ciò che passa col tempo può contare davvero qualcosa; e che i nostri castelli, per essere solidi e duraturi, devono essere costruiti al di fuori e al di sopra del tempo.
Relativamente alla preghiera, invece, la cosa è diversa.
Tu sai che io non parlo di ciò che penso, ma di ciò che ho sentito e sento, talvolta avendolo toccato con mano: ciò che dico è spesso frutto di esperienza. Ebbene ti dico che la preghiera è un'arma formidabile a disposizione dell'umanità, quando effettuata da persone dotate di Forza, o anche quando effettuata da più persone insieme o anche non insieme, ma con la medesima intenzione e serietà di intenti. La stessa sopravvivenza del genere umano, Lucia, è DOVUTA a quegli sconosciuti centri di luce che sono i monasteri, in cui uomini e donne si votano ad una vita di preghiera. Ma perché la preghiera collettiva ha questi effetti?
Posso spiegarti questo fenomeno nei termini che seguono. Gli esseri umani, o meglio questi dèi che sono gli esseri umani, funzionano, non solo negli umili lavori manuali, ma anche quanto ai "lavori" spirituali, come tanti singoli elementi ciascuno di forza (immaginiamo) 1, che però possono essere messi "in serie". Ora: quando sono in serie, la loro capacità di entrare in contatto con Dio (cioè con l'Intelletto e soprattutto con la Forza di cui parlavo) cresce non in misura aritmetica, ma secondo una progressione geometrica, addirittura in certi casi esponenziale. Questo non si verifica solo nel cristianesimo, ma anche in altre realtà. Il "mantra" tibetano, sotto questo aspetto, ha la medesima funzione del Rosario cattolico, e di taluni riti africani. La ripetitività della cantilena e la concentrazione dei partecipanti sulla medesima sortiscono, nel "reale", l'effetto di creare una sinergia dei presenti, che divengono un'UNICO punto di riferimento, dotato di energia di gran lunga superiore a quella della somma dei presenti, che riesce a trasmettere e captare forza, come una sorta di nuova e più potente rice-trasmittente, dotata di un'antenna estremamente potenziata.
La preghiera è dunque, in questo senso, un veicolo della Forza. D'altra parte, ciò è evidente di per sè dalla circostanza che nella maggior parte dei casi la preghiera viene rivolta per OTTENERE qualcosa che non si riesce a conseguire con le proprie forze.
Questa della preghiera collettiva è però la forma più rudimentale attraverso cui viene veicolata la Forza, anche se può raggiungere, nel caso di partecipazione di milioni di persone, una potenza inaudita. La famosa "supplica" alla Madonna di Pompei, trasmessa per radio in tutto il mondo, è qualcosa di una potenza inaudita. Se la metà del genere umano pregasse contemporaneamente per la scomparsa del male dal mondo, in capo a breve tempo si creerebbe una sorta di "campo di forza", una barriera insuperabile contro il male.
Del resto,se ci pensi, è mai possibile che le api, gli uccelli (pensa alle migrazioni all'unisono), le formiche, i lupi, e quasi tutti gli esseri viventi abbiano i loro istinti e le loro forze aggregatrici, i loro "istinti collettivi" tali da rendere la loro organizzazione infinitamente superiore alla somma delle volontà dei singoli individui, e gli esseri umani siano privi di uno "spirito collettivo"? Ce l'abbiamo anche noi, ed è qualcosa di una potenza inaudita.
Sai qual è il nostro problema relativamente a questa materia? Il nostro problema è la libertà. Intelligenza e desiderio di libertà ci conducono all'individualismo. E l'unica cosa che può ricondurci all'unità sono i VALORI (appunto quell' "ama il prossimo tuo come te stesso", in cui - sono parole di Gesù - si sostanzia lo stesso amore di Dio). Questo è il motivo per cui è sui valori che si gioca il futuro del genere umano.
Noi, Lucia, ancora non abbiamo scoperto chi siamo. L'essere umano ha potenzialità inimmaginabili.
Solo ora mi accorgo che queste "lenzuola" le sto stendendo su un post di Flavia, che deve esserne rimasta sommersa, tant'è che... non reagisce più. : )))
Mi scuso con entrambe, ma quando parto parto, e non mi ferma più nessuno. : ((
E tuttavia, ancora non ti ho risposto !!!
Devo infatti risponderti circa la responsabilità, e circa il CHI preghiamo... Lo farò, ti assicuro che lo farò. Frattanto, ... beccati questo lenzuolo !!! : ))))))
Nell'immaginario collettivo, espressosi per millenni sia nell'arte sia nella tradizione, "Dio" viene identificato con UN "essere" onnipotente, onnisciente, dotato al massimo grado di ogni attributo positivo. Come dire: una specie di padre potentissimo e buonissimo, creatore e signore del cielo e della Terra, che regge le sorti del mondo e dell'universo intero.
(…) questo concetto di Dio è completamente sbagliato. Per la stessa teologia cristiana e cattolica, Dio è uno in tre persone... Se sono tre le persone, dove è l'unità??? Dove risiede??? In una quarta persona, UN quarto essere??? Non è così. Allora ci sono 3 dèi? No, neanche è così, ci dicono chierici, vescovi, teologi e papi. Ma allora, dove è l'unità. Al che, il chierico ci risponde: basta: un solo Dio in tre persone, atto di fede, prendere o lasciare. : ))
Tutto cambia, se concepiamo Dio come INTELLETTO, come FORZA e come VALORE. Allora può darsi che, se ci riflettiamo per un po' di tempo, e con un po' di... aiuto (un aiuto è sempre necessario, quanto meno per... concentrarsi... :)), ci rendiamo conto dei seguenti fatti:
1) L'INTELLETTO, la FORZA e il VALORE (quando parlo di valore, parlo dell'unico valore esistente: l'amore a tutti i suoi livelli), che sono IMPERSONALI e che sostanziano e costituiscono Dio, che è di sua natura impersonale, permeano di sé l'intero Universo, NOI COMPRESI;
2) Noi siamo in grado di portare dentro di noi non il sommo intelletto, non la somma forza (elementi di cui possiamo essere partecipi solo in parte), MA IL VALORE SI'. Per questo motivo siamo partecipi della divinità, siamo dèi, siamo Dio noi stessi;
3) Risulta infine quasi evidente cosa possa rappresentare in tutto ciò la Trinità, di cui tanto si parla. In questa ottica, Cristo, vero ed unico motivo della Trinità (e non mi dilungo oltre), non è altro che uno di noi, in cui, come in tanti altri dopo ma non prima di lui, iIL VALORE è riuscito ad albergare al massimo grado, trascinando con sé sia il sommo intelletto, che la somma forza. (Io e il Padre siamo UNO).
Conclusione: DIO SIAMO NOI, in cammino per divenire come Cristo, in lui e con lui; e il giusto atteggiamento non è pensare cosa possa Dio fare per noi, ma cosa possiamo NOI fare per Dio e con Dio. Perciò TUTTI i problemi del mondo sono problemi NOSTRI, cioè, appunto, di Dio.
Questo, Sergio, è il mio pensiero e il mio sentire: Dio non ci è estraneo, ci comprende, la personificazione di Dio siamo noi. Noi anche individualmente, ma soprattutto noi tutti insieme.
In una sola cosa dissento da ciò che pensi tu, e cioè quanto alla FORZA. Alla stessa maniera che intelletto e valore, anche la forza permea di sé l’intero universo, ed è in grado non solo di far piangere statue (ove dovesse occorrere; ma non ne vedo sinceramente la necessità, più importante sarebbe far piangere gli esseri umani, e di gioia), ma anche di smuovere i monti. Dico queste cose, perché ne ho avuto esperienza PERSONALE, nel senso che attraverso di me per il passato questa forza è passata, lasciandomi letteralmente stupefatto. Non ho smosso montagne, se è questo che vuoi sapere… Ma altri fatti prodigiosi (e utli) sono accaduti, lasciando – ripeto – stupefatto più me che gli astanti. La Forza esiste, Sergio, e può TUTTO.
Ci manca il metro per misurare gli uomini, e poi il misurarli non servirebbe a niente. Gli uomini non sono sempre gli stessi; inoltre nessuno di essi è completamente spo-rco o pulito. Abbiamo invece sia capacità che necessità di misurare parole, fatti ed azioni.
Con grande attenzione.