Giannetti, a Napoli al tuo commento lapidario si darebbe una risposta ancor più lapidaria, che mi viene alla mente, ma ometto per carità di patria e perché sono sul post di una gentile signora.
Hai dunque scoperto una mia grave lacuna: non ho conoscenza nè di nome nè di fatto di questo illustre Personaggio. Ho tuttavia una discreta conoscenza della lingua italiana; e il Personaggio medesimo, dall'alto dei suoi titoli onorifici, non potrà che essere contento della circostanza che anche su questo sito qualcuno si ponga, in suo ausilio, a strenua difesa della lingua italiana.
Con riferimento invece al tuo commento 47, mi permetto di farti notare che la lingua italiana è lo strumento con cui, qui da noi, si suonano i pensieri; e dunque niente strumento, niente musica. Suoneresti tu la Pastorale di Beethoven col "tammorriello", il "triccabballacche" e lo "scetavaiasse" ???? : )))))))))))
Pace e bene.
12 anni e 8 mesi fa
Risposte successive (al momento 62) di altri utenti.
Questa frase parla di silenzio.
"Tacere e far tacere tutto intorno a sé."
Non è pensare, è ascoltare.
Ascoltare una "voce" interiore.
Che non è la nostra.
Non è filosofia.
E' ascesi.
Sembra quasi una legge naturale, la circostanza che nell'anima, prima di farsi la luce, debba farsi il buio...
Perché la luce "nostra", quella dell'intelligenza umana, della cultura, delle soddisfazioni mondane, del successo, della salute, degli affetti terreni, è ingannevole e transitoria... e non è di aiuto, bensì di momentaneo ostacolo al cammino spirituale.
Non a caso scriveva padre Pio alla sua penitente Raffaelina Cerase: "Le tribolazioni, le croci sono state sempre la eredità e la porzione delle anime elette. Quanto più Gesù vuole un'anima sollevata alla perfezione, tanto più le accresce la croce della tribolazione. (...) Quanto più siete tribolata, tanto più dovete esultare, perché l'anima nel fuoco delle tribolazioni diverrà oro fino, degno di esser posto a splendere nella reggia del cielo". (Epistolario, vol. II, lettera 16, 3).
Il problema, però, è che senza quel bagaglio potrebbe non esservi un'altra vita.
Sono in molti a pensarla così.
Io però non lo credo. Credo che l'accendersi della luce sia solo un problema di tempo: e che vi siano infinite prove d'appello.
Certo che, più presto si accende, meglio e più presto ci si vede.
Hai dunque scoperto una mia grave lacuna: non ho conoscenza nè di nome nè di fatto di questo illustre Personaggio. Ho tuttavia una discreta conoscenza della lingua italiana; e il Personaggio medesimo, dall'alto dei suoi titoli onorifici, non potrà che essere contento della circostanza che anche su questo sito qualcuno si ponga, in suo ausilio, a strenua difesa della lingua italiana.
Con riferimento invece al tuo commento 47, mi permetto di farti notare che la lingua italiana è lo strumento con cui, qui da noi, si suonano i pensieri; e dunque niente strumento, niente musica. Suoneresti tu la Pastorale di Beethoven col "tammorriello", il "triccabballacche" e lo "scetavaiasse" ???? : )))))))))))
Pace e bene.
"Tacere e far tacere tutto intorno a sé."
Non è pensare, è ascoltare.
Ascoltare una "voce" interiore.
Che non è la nostra.
Non è filosofia.
E' ascesi.
Perché la luce "nostra", quella dell'intelligenza umana, della cultura, delle soddisfazioni mondane, del successo, della salute, degli affetti terreni, è ingannevole e transitoria... e non è di aiuto, bensì di momentaneo ostacolo al cammino spirituale.
Non a caso scriveva padre Pio alla sua penitente Raffaelina Cerase: "Le tribolazioni, le croci sono state sempre la eredità e la porzione delle anime elette. Quanto più Gesù vuole un'anima sollevata alla perfezione, tanto più le accresce la croce della tribolazione. (...) Quanto più siete tribolata, tanto più dovete esultare, perché l'anima nel fuoco delle tribolazioni diverrà oro fino, degno di esser posto a splendere nella reggia del cielo". (Epistolario, vol. II, lettera 16, 3).
Sono in molti a pensarla così.
Io però non lo credo. Credo che l'accendersi della luce sia solo un problema di tempo: e che vi siano infinite prove d'appello.
Certo che, più presto si accende, meglio e più presto ci si vede.