Questo è l'unico luogo che io conosca un cui "verba volant" e "scripta volant."...
Io sono invece abituato al vecchio "scripta manent" : e prima di scrivere, penso bene a cosa dico, così da non dover poi ritirare nulla.
12 anni e 8 mesi fa
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Mi dispiace, essendo io uno sfegatato pacifista, dovere razionalmente concordare con chi disse che la pace riposa sulle forze armate.
Nella fattispecie le nostre forze armate rassomigliavano molto al famoso e scalcinato esercito di Francischiello... ma il concetto è vero. E' vero a tutti i livelli.
I lupi mangiano le pecore, i pesci grossi quelli piccoli. L'identico avviene tra gli uomini. Il correttivo è il diritto; ma l'osservanza spontanea della norma è utopistica: senza la sanzione e un apparato coercitivo in grado di applicarla, il precetto rimarrebbe lettera morta per i più.
L'identico avviene a livello internazionale. Un solo semplice esempio: nel secolo scorso il mondo è forse stato fatto salvo dal nazismo ad opera del dialogo? Esisteva la possibilità di dialogare?
Tutto ciò avviene perché ciò che muove l'individuo, i gruppi di individui ed il mondo intero NON SONO LE IDEE, MA GLI INTERESSI e la FORZA degli individui, dei gruppi organizzati o delle nazioni.
Il dialogo potrà muovere il mondo solo se e quando cambierà l'uomo. Altrimenti rimarrà un'utopia, come la cessazione della fame nel mondo e la vittoria sulle mafie e le camorre. Tutti ne parlano con esecrazione, e tutti continuano come prima, salvo quelli che muoiono o perché affamati o perché (quanto alle mafie) sono gli unici a crederci davvero (leggasi Petrosino, Falcone, Borsellino e tanti altri, al momento opportuno abbandonati al proprio destino).
Deve cambiare l'uomo. Il che non è detto non possa avvenire, e anche tra breve. Questa è la grande (e l'unica, secondo me) speranza di sopravvivenza del genere umano. Perché con gli egoismi dell'interesse e la tecnologia moderna non si va da nessuna parte che non sia l'autodistruzione
12 anni e 8 mesi fa
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Scusa Paolo, non ti ho capito: a vendere che cosa? Forse volevi dire a vendersi ?
Il problema secondo me è tutto in una circostanza: viene sempre, anche per i soggetti migliori, una telefonata, in cui ti si ordina di fare questo o quello. Semmai qualcosa che non è giusto. A quel punto o quella cosa la fai, o esci dalla cordata (se mai vi sia entrato) e te ne vai; o ti metti contro chi è sopra di te, e prima o poi te ne vai lo stesso.
Io non credo che anche nelle aziende private possa funzionare diversamente. Il Giornale era un'azienda privata, non era lo Stato.
12 anni e 8 mesi fa
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Caro Giuseppe Cepparulo, la dimostrazione della veridicità della tua frase è nella circostanza che tra me e l'amico Vincenzo Cataldo, proprio sulla tua frase, prima esisteva un muro, poi è stato gettato un ponte.
Di muri, però, la società talvolta ha bisogno: esistono realtà nelle quali è impossibile gettare un ponte. Pensa ad esempio al nazismo, alla criminalità organizzata, ma anche e solo alla semplice malafede... La malafede dell'altro preclude la possibilità di un esito fruttuoso del dialogo; e se tenti di dialogare vieni scambiato per fesso, e infilzato come un pollo allo spiedo. In tutti questi casi, esiste una sola possibilità: schierarsi con decisione, o da un parte o dall'altra. E far sì che la pace riposi, anziché su ponti che non si possono gettare sulle sabbie mobili, sulle forze armate.
La frase si riferisce, mi rendo conto, ai muri delle contrapposte ideologie, religioni, filosofie, eccetera; ma - diciamola tutta - molto spesso, anzi sempre, non sono le ideologie il motivo del contrasto, ma GLI INTERESSI. E gli interessi si basano sull'egoismo (e sull'orgoglio) umano e sull'assenza di buona fede nel propugnarle. Esse ideologie vengono così a costituire solo una MASCHERA degli interessi e del potere che vi è collegato.
Non fosse così, non si capirebbe perché l'Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro e poi lavoro non se ne trovi; perché il Papa, visto l'esempio dato da Cristo, non venga scelto fra i frati francescani e non risieda in un albergo dei poveri, ma abbia anche la piscina personale (non disdegnata neanche dai Papi santi); perché i terremotati di Abruzzo dopo anni e anni si ritrovino ancora a vivere tra le macerie, e così via...
In questi casi, mio caro Giuseppe, non vi sono ponti da gettare; bisogna prima gettare ampie colate di cemento armato su cui poggiarne i pilastri, che - ripeto - sono la buona fede e l'assenza di interessi personali o di gruppo (il che è la stessa cosa).
Ma su questi fattori (mala fede e egoismo) non si può agire a livello sociale, ma solo a livello individuale. Nel senso che deve cambiare l'umanità. Se cambia, allora sì che potranno essere gettati ponti, e costruite autostrade per correre insieme; se non cambia, i ponti verranno fatti saltare, e l'unica via sarà purtroppo la lotta spietata degli interessi contro gli interessi (attenzione: anche tra gli interessi vi sono quelli giusti, o che almeno "partono" giusti), ma sempre con il prevalere finale degli egoismi e della malafede sull'equità e sull'amore.
Questo lo si è visto chiaro con le esperienze socialiste e comuniste, partite dall'uguaglianza e finite nella dittatura, nel potere dei pochi e nella fame dei molti. Non era sbagliata l'idea: erano gli uomini a non essere pronti.
La tua frase è dunque bella, dolcissima, commovente, ma utopistica. Oggi come oggi, l'unica via per chi desideri la pace è lasciarla riposare sul timore di ferme reazioni che possano seriamente ledere gli interessi di coloro che la minacciano.
Io credo fermamente che non sarà così per sempre.
Purtroppo però, per ora, così stanno le cose. Salvo vi sia buona fede da ambo i lati, come nel caso di ciò che sotto i tuoi occhi e accaduto tra me ed il mio caro amico Vincenzo Cataldo, che in definitiva non la pensa molto diversamente da me, ed è "nu bravu guaglione", ma ama esprimere le sue idee in motti duri e taglienti, e rivestirle di... astruse filosofie. : )))
12 anni e 8 mesi fa
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Io sono invece abituato al vecchio "scripta manent" : e prima di scrivere, penso bene a cosa dico, così da non dover poi ritirare nulla.
Nella fattispecie le nostre forze armate rassomigliavano molto al famoso e scalcinato esercito di Francischiello... ma il concetto è vero. E' vero a tutti i livelli.
I lupi mangiano le pecore, i pesci grossi quelli piccoli. L'identico avviene tra gli uomini. Il correttivo è il diritto; ma l'osservanza spontanea della norma è utopistica: senza la sanzione e un apparato coercitivo in grado di applicarla, il precetto rimarrebbe lettera morta per i più.
L'identico avviene a livello internazionale. Un solo semplice esempio: nel secolo scorso il mondo è forse stato fatto salvo dal nazismo ad opera del dialogo? Esisteva la possibilità di dialogare?
Tutto ciò avviene perché ciò che muove l'individuo, i gruppi di individui ed il mondo intero NON SONO LE IDEE, MA GLI INTERESSI e la FORZA degli individui, dei gruppi organizzati o delle nazioni.
Il dialogo potrà muovere il mondo solo se e quando cambierà l'uomo. Altrimenti rimarrà un'utopia, come la cessazione della fame nel mondo e la vittoria sulle mafie e le camorre. Tutti ne parlano con esecrazione, e tutti continuano come prima, salvo quelli che muoiono o perché affamati o perché (quanto alle mafie) sono gli unici a crederci davvero (leggasi Petrosino, Falcone, Borsellino e tanti altri, al momento opportuno abbandonati al proprio destino).
Deve cambiare l'uomo. Il che non è detto non possa avvenire, e anche tra breve. Questa è la grande (e l'unica, secondo me) speranza di sopravvivenza del genere umano. Perché con gli egoismi dell'interesse e la tecnologia moderna non si va da nessuna parte che non sia l'autodistruzione
Il problema secondo me è tutto in una circostanza: viene sempre, anche per i soggetti migliori, una telefonata, in cui ti si ordina di fare questo o quello. Semmai qualcosa che non è giusto. A quel punto o quella cosa la fai, o esci dalla cordata (se mai vi sia entrato) e te ne vai; o ti metti contro chi è sopra di te, e prima o poi te ne vai lo stesso.
Io non credo che anche nelle aziende private possa funzionare diversamente. Il Giornale era un'azienda privata, non era lo Stato.
Di muri, però, la società talvolta ha bisogno: esistono realtà nelle quali è impossibile gettare un ponte. Pensa ad esempio al nazismo, alla criminalità organizzata, ma anche e solo alla semplice malafede... La malafede dell'altro preclude la possibilità di un esito fruttuoso del dialogo; e se tenti di dialogare vieni scambiato per fesso, e infilzato come un pollo allo spiedo. In tutti questi casi, esiste una sola possibilità: schierarsi con decisione, o da un parte o dall'altra. E far sì che la pace riposi, anziché su ponti che non si possono gettare sulle sabbie mobili, sulle forze armate.
La frase si riferisce, mi rendo conto, ai muri delle contrapposte ideologie, religioni, filosofie, eccetera; ma - diciamola tutta - molto spesso, anzi sempre, non sono le ideologie il motivo del contrasto, ma GLI INTERESSI. E gli interessi si basano sull'egoismo (e sull'orgoglio) umano e sull'assenza di buona fede nel propugnarle. Esse ideologie vengono così a costituire solo una MASCHERA degli interessi e del potere che vi è collegato.
Non fosse così, non si capirebbe perché l'Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro e poi lavoro non se ne trovi; perché il Papa, visto l'esempio dato da Cristo, non venga scelto fra i frati francescani e non risieda in un albergo dei poveri, ma abbia anche la piscina personale (non disdegnata neanche dai Papi santi); perché i terremotati di Abruzzo dopo anni e anni si ritrovino ancora a vivere tra le macerie, e così via...
In questi casi, mio caro Giuseppe, non vi sono ponti da gettare; bisogna prima gettare ampie colate di cemento armato su cui poggiarne i pilastri, che - ripeto - sono la buona fede e l'assenza di interessi personali o di gruppo (il che è la stessa cosa).
Ma su questi fattori (mala fede e egoismo) non si può agire a livello sociale, ma solo a livello individuale. Nel senso che deve cambiare l'umanità. Se cambia, allora sì che potranno essere gettati ponti, e costruite autostrade per correre insieme; se non cambia, i ponti verranno fatti saltare, e l'unica via sarà purtroppo la lotta spietata degli interessi contro gli interessi (attenzione: anche tra gli interessi vi sono quelli giusti, o che almeno "partono" giusti), ma sempre con il prevalere finale degli egoismi e della malafede sull'equità e sull'amore.
Questo lo si è visto chiaro con le esperienze socialiste e comuniste, partite dall'uguaglianza e finite nella dittatura, nel potere dei pochi e nella fame dei molti. Non era sbagliata l'idea: erano gli uomini a non essere pronti.
La tua frase è dunque bella, dolcissima, commovente, ma utopistica. Oggi come oggi, l'unica via per chi desideri la pace è lasciarla riposare sul timore di ferme reazioni che possano seriamente ledere gli interessi di coloro che la minacciano.
Io credo fermamente che non sarà così per sempre.
Purtroppo però, per ora, così stanno le cose. Salvo vi sia buona fede da ambo i lati, come nel caso di ciò che sotto i tuoi occhi e accaduto tra me ed il mio caro amico Vincenzo Cataldo, che in definitiva non la pensa molto diversamente da me, ed è "nu bravu guaglione", ma ama esprimere le sue idee in motti duri e taglienti, e rivestirle di... astruse filosofie. : )))