Giuseppe Freda

Nella frase "Ho colto un fiore di ghiaccio per donarlo a..." di Cristina Pinochi
La poesia però è bella.
La parola "lacrima" è tuttavia una forzatura. "goccia" avrebbe reso ugualmente il senso e l'immagine, senza cadere nel melodramma.
Mah... la lacrima è una sola, e può anche passare...
Senza però essere bevuta, digerita e riciclata (commento numero 7), in un improbabile, un po' nauseabondo e direi quasi truculento "ciclo delle lacrime".
Per carità.  : )))))))))))))
12 anni e 9 mesi fa
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Nella frase "Forse è vero che in ognuno di noi c'è una..." di Alessandra Massimini
Siamo in realtà esseri sospesi: tra il microcosmo e il microcosmo, tra i demoni e gli angeli, tra la ragione e la follia, tra l'amore e l'odio, tra la verità e la menzogna... Tra tutto e il contrario di tutto.
Ma a ben guardare è proprio in questa difficoltà il senso del nostro cercare, del nostro volere, del nostro progredire.
Siamo bella gente, mica roba da gettar via.
12 anni e 9 mesi fa
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Nella frase "... e intanto tutti i TG ed RG parlano della..." di Sir Jo (Sergio Formiggini)
Sono d'accordo.
Tra i problemi dell'Italia e del mondo, ve ne sono diversi che hanno, quasi all'infinito,maggiore probabilità di toccare ciascuno di noi di quante non ne abbia la sciagura in questione. Ma come quella, tante altre notizie cui siamo sottoposti se solo vogliamo tentare di informarci.
Provatevi a leggere i quotidiani online, e addirittura sulle notizie Ansa troverete le tette o il sedere della bella di turno.
Ma oggi l'informazione pensa a fare spettacolo. I giornalisti, se non fanno audience, non fanno carriera. E la bella di turno o capitan Findus fanno certo più spettacolo di qualche vecchio barbagianni che parli, oltretutto, di probabili sventure economiche e non economiche a venire.
Amici, il cavallo di tr*oia è già dentro le mura. Restate ben desti, perché una notte o l'altra ne usciranno coloro che vi si nascondono, e vi faranno fuori..
12 anni e 9 mesi fa
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Nella frase "Pensavo che mi sarei innamorata di grandi..." di Nadia Bressan
Premesso che al vitello non rinunzio, e che il luogo del convegno a mio avviso non dev'essere nè Napoli nè la Sardegna, ma Roma, sia per la presenza del teologo teutonico (magister della parabola, dell'iperbole e in genere di ogni conica: anche del cerchio, essendo quotidianamente all'opera per far quadrare quello delle immense ricchezze pontificie con le pietose lacrime che sgorgano dal suo cuore per ogni afflitto e miserabile, cui diuturnamente per tal motivo fa dono di belle parole e benedizioni); sia dunque, dicevo, per la presenza del Vicario, sia perché, come noto, i Vitelli (e talvolta anche i Vicari e relativo seguito) dei romani sono belli; premesso altresì che non sono un chierico, e che dunque, quantunque felice e fiero di questa libertà di pensiero, non sono in grado di fornire interpretazioni autentiche della parabola, salvo un generico e pratico amor di pace (che è già tantissimo); premesso ancora che per la pace sono tempi duri, anzi durissimi, giacché ultimamente mi vengono attribuiti crimini di ogni sorta, ed è dura mantenere la pace quando si è sotto assedio con Annibale, Asdrubale e quant'altri costantemente alle porte; premesso infine che di tutto ciò in definitiva non molto mi cale, stante che è a rischio la stessa sopravvivenza, giacché, scansato (speriamo) il pericolo della neve e del gelo, rimangono quello del terremoto (lo sciame è sempre in agguato) e quello della terribile influenza che è in giro (ipotesi drammatica: immaginarsi a letto con la febbre a 40, il terremoto e 15 gradi sotto zero: se resti in casa fai la fine del topo, se esci crepi di polmonite sia virale che naturale); tutto ciò premesso, io per la verità... non ricordo di cosa con precisione stessimo parlando e dunque saluto tutti e vado a prepararmi il pranzo.
   Comunque (ah, ecco!) tengo a precisare di non essere un padre misericordioso, bensì un temibile guerrafondaio, giacché non riesco mai a non dire ciò che sia pur confusamente penso (effetto dell' alzheimer incombente), a non difendere coloro che ritengo vilipesi ed oppressi, e genericamente a non agitarmi (agitazione psicomotoria senile, altrimenti detta con termine scientifico "artéteca") col bel risultato di trascinarmi dietro, molto spesso, le recriminazioni e vituperi di torme vocianti, menti confuse illuse e deluse, e sensibilità offese: unitamente ai cavilli di torvi filosofi, conclamati poeti e sensibili, ma inconcludenti e vendicative massaie.
   Buon appetito.
12 anni e 9 mesi fa
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Nella frase "Lo sai come si fa a riconoscere se qualcuno ti..." di Alessandro Baricco
L'amore sa e puo' fare tante cose, tra le quali anche aspettare; ma in altre circostanze, anche non aspettare (a dichiararsi, a convivere, a fare qualcosa che l'altro attende con ansia).
Sotto diverso aspetto, non tutti quelli che sanno aspettare aspettano per amore. Il cinese che attende sulla riva del fiume (il cadavere del suo nemico) sa aspettare e come, ma quello è un diverso tipo di attesa.
Concordo quindi con Gaetano: le affermazioni categoriche (spesso proprie dei proverbi e degli aforismi) concordano spesso con la verità, ma solo in alcuni casi; mentre in altri risulta vero tutto l'opposto.
Guardatevi dagli aforismi: spesso si presentano alla mente con vesti di saggezza, e invece sono solo una delle tante facce della realtà.
12 anni e 9 mesi fa
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Nella frase "Ho ammirato un tramonto ed ho sentito il..." di Roberto Todini
...Prima di arrivare a dire queste cose, ci vogliono TONNELLATE di sofferenza !!!  : ))))))))
12 anni e 9 mesi fa
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