Caro Antonio, devo dire che anche io da Vincenzo Cataldo non me l'aspettavo... però non riesco, sinceramente, ad inviare abbracci...
Gli ho invece inviato un messaggio personale chiaro e tondo. Quanto a quel pavoncello di Edoardo Pucci, che ha eliminato i miei commenti dalle sue frasi inserendo appena dopo nelle stesse la clausola che solo i suoi amici possano commentarle, non me ne dolgo. Dopo tutto non era un amico, e il suo operato si commenta da solo (mi ricorda... qualcuno? ... :). Lo erano invece Vincenzo Cataldo e Giulio Pintus, che ho provveduto ad eliminare dalla lista degli amici per il semplice motivo che è a dir poco vile criticare un pensiero quando chi lo ha espresso non ha la possibilità di controbattere. E' come prendere a pugni una persona (dichiarandosene amici, per giunta!) mentre altre la immobilizzano.
Messaggeri delle false verità... che si cuociano nel loro brodo. Con loro non ho più tempo da perdere. A te viceversa rinnovo la mia totale ed incondizionata simpatia.
12 anni e 10 mesi fa
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Propongo che, passato San Valentino, un prossimo concorso si articoli sul seguente tema: "la quisquilia in tutte le sue manifestazioni, forme e sfaccetature".
12 anni e 10 mesi fa
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E' vero che quando si pensa a Dedalo viene automaticamente in mente il labirinto ("un dedalo di corridoi"), mentre invece le ali di cera fanno pensare a Icaro, ma non a Dedalo ("il volo di Icaro").
Tuttavia, fermo restando che Icaro è quello che è precipitato, va detto ad onor del vero che Dedalo padre volava pure lui (anzi: inizialmente solo lui), e si presume continuò a volare, e voli tuttora, ma con giudizio, senza accostarsi al sole, come ammonisce la frase.
Orbene, se il poeta continua a volare, come afferma, mi pare vada bene Dedalo. Nè vale che Icaro volesse raggiungere il sole: forse anche Dedalo lo voleva, ma sapeva (al contrario dell'imprudente figliuolo) "misurarsi la palla".
Da ultimo, è appena il caso di evidenziare che il paragone con Icaro potrebbe anche essere riguardato come iettatorio.
12 anni e 10 mesi fa
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Gli ho invece inviato un messaggio personale chiaro e tondo. Quanto a quel pavoncello di Edoardo Pucci, che ha eliminato i miei commenti dalle sue frasi inserendo appena dopo nelle stesse la clausola che solo i suoi amici possano commentarle, non me ne dolgo. Dopo tutto non era un amico, e il suo operato si commenta da solo (mi ricorda... qualcuno? ... :). Lo erano invece Vincenzo Cataldo e Giulio Pintus, che ho provveduto ad eliminare dalla lista degli amici per il semplice motivo che è a dir poco vile criticare un pensiero quando chi lo ha espresso non ha la possibilità di controbattere. E' come prendere a pugni una persona (dichiarandosene amici, per giunta!) mentre altre la immobilizzano.
Messaggeri delle false verità... che si cuociano nel loro brodo. Con loro non ho più tempo da perdere. A te viceversa rinnovo la mia totale ed incondizionata simpatia.
Tuttavia, fermo restando che Icaro è quello che è precipitato, va detto ad onor del vero che Dedalo padre volava pure lui (anzi: inizialmente solo lui), e si presume continuò a volare, e voli tuttora, ma con giudizio, senza accostarsi al sole, come ammonisce la frase.
Orbene, se il poeta continua a volare, come afferma, mi pare vada bene Dedalo. Nè vale che Icaro volesse raggiungere il sole: forse anche Dedalo lo voleva, ma sapeva (al contrario dell'imprudente figliuolo) "misurarsi la palla".
Da ultimo, è appena il caso di evidenziare che il paragone con Icaro potrebbe anche essere riguardato come iettatorio.