Nella lingua italiana, la parola "casuale" significa "dovuto al caso", ed ha come sinonimi i termini "acci*dentale", fortuito", "occasionale".
Il termine "caso", a sua volta, può avere diverse accezioni, tra cui quelle che ci interessano sono essenzialmente due:
1) avvenimento imprevisto, circostanza fortuita. In diritto, si parla di caso fortuito per indicare un evento indipendente dalla volontà umana e imprevedibile;
2) causa misteriosa e remota degli avvenimenti umani (il caso ci ha fatto incontrare; affidarsi al caso; non bisogna attribuire tutto al caso). Sinonimi: fatalità, sorte. Questo secondo significato, se ben si guarda, indica quasi... una sorta di destino... privo di intenzione. : )))
Il termine "casuale" si riferisce al primo significato. Evento fortuito, indipendente dalla volontà umana e imprevedibile. Nella specie, pur avendo lanciato via una serie indefinita di mozziconi, solo in rarissimi casi si era verificato l' evento "mozzicone caduto in posizione verticale", senza che in alcun modo vi avesse concorso la mia volontà. Si trattava dunque di evento imprevedibile, fortuito, acci*dentale, occasionale in quanto estremamente raro. Credo di non aver errato definendolo casuale a motivo della sua estrema rarità.
Alla stessa maniera, definirei casuale (in questa accezione) la caduta di un meteorite sulla testa di un essere umano: l'estrema rarità è sicuro indizio di casualità (evento fortuito, acci*dentale, occasionale).
Non mi sognerei mai, viceversa, di attribuire al rimanere all'erta di un mozzicone o ad una mo*rte per caduta di meteorite un'eziologia misteriosa e remota, dovuta a un "caso" che regga gli avvenimenti umani.
Per me, infatti, il "caso" non esiste; nulla è casuale, ma tutto è già scritto, e noi assistiamo alla nostra vita come in un film, avendo solo l'illusione di poterne modificare gli eventi essenziali, che sono già scritti e noti. Tanto è vero che molti (e sempre le stesse persone) riescono a prevederli: cosa che sarebbe impossibile ove le infinite serie causali degli eventi in questione, talune estremamente improbabili, dovessero ancora venire in essere. Se il fatto viene previsto, quelle serie causali, da qualche parte, vi sono già.
Esistono dunque sul problema 3 posizioni:
1) attribuzione degli eventi al destino (è la mia posizione);
2) attribuzione degli eventi al Caso (con la C maiuscola): posizione di Nietszche, di altri, e mi sembra anche di Vincenzo;
3) attribuzione degli eventi alla volontà umana e a serie causali fortuite. Quest'ultima posizione io la ritengo plausibile ed utile, più o meno, solo per i mozziconi di sigaretta che restano all'impiedi. : )))
Era viceversa destino di Vincenzo e di tutti voi che oggi vi cadesse sulla testa... il meteorite Freda. : )))))
13 anni e 1 mese fa
Risposte successive (al momento 11) di altri utenti.
Signor Vincenzo : )))) , io vorrei capire una cosa: chi le corre appresso avvinta da amore??? A me non è mai capitato...
Certo, a una certa età si entra in zona "vecchie balenottere", e i rischi aumentano...
Gradirei una risposta seria, precisa e circostanziata.
No perditempo. : )))))))))))))))))
13 anni e 1 mese fa
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Il termine "caso", a sua volta, può avere diverse accezioni, tra cui quelle che ci interessano sono essenzialmente due:
1) avvenimento imprevisto, circostanza fortuita. In diritto, si parla di caso fortuito per indicare un evento indipendente dalla volontà umana e imprevedibile;
2) causa misteriosa e remota degli avvenimenti umani (il caso ci ha fatto incontrare; affidarsi al caso; non bisogna attribuire tutto al caso). Sinonimi: fatalità, sorte. Questo secondo significato, se ben si guarda, indica quasi... una sorta di destino... privo di intenzione. : )))
Il termine "casuale" si riferisce al primo significato. Evento fortuito, indipendente dalla volontà umana e imprevedibile. Nella specie, pur avendo lanciato via una serie indefinita di mozziconi, solo in rarissimi casi si era verificato l' evento "mozzicone caduto in posizione verticale", senza che in alcun modo vi avesse concorso la mia volontà. Si trattava dunque di evento imprevedibile, fortuito, acci*dentale, occasionale in quanto estremamente raro. Credo di non aver errato definendolo casuale a motivo della sua estrema rarità.
Alla stessa maniera, definirei casuale (in questa accezione) la caduta di un meteorite sulla testa di un essere umano: l'estrema rarità è sicuro indizio di casualità (evento fortuito, acci*dentale, occasionale).
Non mi sognerei mai, viceversa, di attribuire al rimanere all'erta di un mozzicone o ad una mo*rte per caduta di meteorite un'eziologia misteriosa e remota, dovuta a un "caso" che regga gli avvenimenti umani.
Per me, infatti, il "caso" non esiste; nulla è casuale, ma tutto è già scritto, e noi assistiamo alla nostra vita come in un film, avendo solo l'illusione di poterne modificare gli eventi essenziali, che sono già scritti e noti. Tanto è vero che molti (e sempre le stesse persone) riescono a prevederli: cosa che sarebbe impossibile ove le infinite serie causali degli eventi in questione, talune estremamente improbabili, dovessero ancora venire in essere. Se il fatto viene previsto, quelle serie causali, da qualche parte, vi sono già.
Esistono dunque sul problema 3 posizioni:
1) attribuzione degli eventi al destino (è la mia posizione);
2) attribuzione degli eventi al Caso (con la C maiuscola): posizione di Nietszche, di altri, e mi sembra anche di Vincenzo;
3) attribuzione degli eventi alla volontà umana e a serie causali fortuite. Quest'ultima posizione io la ritengo plausibile ed utile, più o meno, solo per i mozziconi di sigaretta che restano all'impiedi. : )))
Era viceversa destino di Vincenzo e di tutti voi che oggi vi cadesse sulla testa... il meteorite Freda. : )))))
Certo, a una certa età si entra in zona "vecchie balenottere", e i rischi aumentano...
Gradirei una risposta seria, precisa e circostanziata.
No perditempo. : )))))))))))))))))