Ti rispondo con un famoso frammento (18) di Eraclito: se uno non spera, non potrà trovare l'insperabile, perché esso è difficile da trovare e impervio.
Dunque si aspetta; ma nella speranza.
13 anni e 2 mesi fa
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Grazie, Tina e Silvana, dei vostri graditi commenti.
Il problema della verità è duplice: prima trovarne il seme, poi coltivarlo fino al germoglio, alla pianta e al frutto.
Ma anche il frutto deve innanzitutto essere un frutto di umiltà: perché la verità è nascosta e sfaccettata, e molti cadono nell'errore di possederla.
"Bucare il muro percettivo".
In queste quattro parole, Giulio, è la chiave.
Quella che riteniamo realtà non è il reale, ma solo percezione distorta. Il reale è oltre questa nostra "realtà".
Ma anche il reale e le sue arti sono poca cosa di fronte alla luce del vero.
Hai dunque ragione nel distinguere il santo dallo sciamano: ciò non esclude che entrambi possano muoversi sul medesimo territorio del "reale", come su quello della realtà materiale.
Distinguere questi tre piani, però, si può solo per via di una percezione più elevata, che conduca a riconoscere la fallacia dei sensi e del potere.
Il potere è infatti attributo del reale, non del terzo piano, dove impera solo l'amore, e ogni altra cosa è follia.
Per Vincenzo: la filosofia di Nietzsche si colloca nettamente sul piano del reale, e perciò fa molta presa. Ma non può che cedere di fronte ai livelli superiori dell'essere.
13 anni e 2 mesi fa
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Dunque si aspetta; ma nella speranza.
Il problema della verità è duplice: prima trovarne il seme, poi coltivarlo fino al germoglio, alla pianta e al frutto.
Ma anche il frutto deve innanzitutto essere un frutto di umiltà: perché la verità è nascosta e sfaccettata, e molti cadono nell'errore di possederla.
In queste quattro parole, Giulio, è la chiave.
Quella che riteniamo realtà non è il reale, ma solo percezione distorta. Il reale è oltre questa nostra "realtà".
Ma anche il reale e le sue arti sono poca cosa di fronte alla luce del vero.
Hai dunque ragione nel distinguere il santo dallo sciamano: ciò non esclude che entrambi possano muoversi sul medesimo territorio del "reale", come su quello della realtà materiale.
Distinguere questi tre piani, però, si può solo per via di una percezione più elevata, che conduca a riconoscere la fallacia dei sensi e del potere.
Il potere è infatti attributo del reale, non del terzo piano, dove impera solo l'amore, e ogni altra cosa è follia.
Per Vincenzo: la filosofia di Nietzsche si colloca nettamente sul piano del reale, e perciò fa molta presa. Ma non può che cedere di fronte ai livelli superiori dell'essere.