La filosofia di Wittgenstein è una filosofia del linguaggio. Il linguaggio è la raffigurazione logica del mondo: non esiste, secondo questo semplice e veritiero pensatore, una sfera del "pensiero" o delle "conoscenza" che faccia da mediazione tra il mondo e il linguaggio. Tutte le proposizioni della logica altro non sono che tautologie.
Ripeto: autore consigliato per le letture serali. Anche e soprattutto per chi sia felicemente ospite di strutture di ricovero per malattie mentali.
A me pare che Shakespeare avesse ragione: scriveva a cavallo tra il 500 e il 600, e nei secoli successivi la scienza ha dimostrato l'esattezza della sua tesi. Basti pensare alla fisica nucleare, alla fuga delle galassie, ai buchi neri, e mille altri FATTI che nessuna filosofia poteva allora neanche lontanamente immaginare.
Non bisogna inoltre dimenticare che all'epoca di Shakespeare la filosofia (aristotelica, ma non solo quella) era anche "scienza"; non vi era la distinzione, subentrata solo poi, tra speculazione filosofica e CONOSCENZA SCIENTIFICA. Questa frase dimostra dunque la genialità di Shakespeare, che giustamente irride ogni elucubrazione filosofica volta ad individuare CIO' CHE ESISTE. Ciò che esiste, ce lo possono dire solo la scienza e l'esperienza; compito della filosofia è invece l'organizzazione dei dati (sia a fine di comprensione profonda degli stessi, sia a fine di guida dell'agire umano).
Ma nella sua mente e nella sua anima, naturalmente.
Van Gogh certe cose, da bravo folle, le percepiva con estrema chiarezza.
E' primitiva e di estrema miopia la visione secondo cui viviamo in un mondo esterno: ciascuno di noi vive dentro di sé, e per questo motivo la vita è un viaggio in una terra straniera.
Il mondo di ciascuno di noi è il mondo "come lo vorrebbe lui", anzi "come E' lui". Ma non è mai così, ed ecco il motivo del disagio e delle tempeste.
Ecco, questo voleva dire Vincenzino.
...L'unica realtà esistente è la coscienza: la materia, lo spazio e il tempo sono solo un percorso a ostacoli, concluso il quale si passa ad altri percorsi.
Tentiamo, su questo attuale percorso, di essere cavalieri, e non semplicemente ignari cavalli allo sbaraglio.
Bisognerebbe leggere la frase nella sua lingua, e nel suo contesto. Comunque, una "cosa" è una cosa. I sentimenti non possono essere rubati. Quanto alle idee, al massimo possono essere rubate le invenzioni: ma neanche credo si riferisse al furto delle opere dell'ingegno, giacché se un ladro ti deruba e brevetta l'invenzione, col piffero che poi l'invenzione è tua per sempre. :)
Trattandosi di uno scrittore-poeta, io credo più probabile che intendesse riferirsi proprio alle cose: gli scrittori-poeti (e i santoni :) ) vivono anche di immagini stupefacenti e paradossali, e i loro lettori, per gustarne le immagini, si spogliano, di solito, di ogni razionalità e spirito critico. : )
Ritengo estremamente probabile che la frase si riferisca a un dono concreto, a guisa di considerazione che segue e commenta una narrazione, e che quindi la frase, letta là dove è scritta, risulti più credibile e gradevole di quanto non lo sia avulsa dal suo contesto.
La differenza tra i tempi di Sallustio e quelli odierni, è che oggi lo pensano tutti. Politici, aspiranti tali, e spesso anche i sudditi (acquiescenti talora oltre ogni dire).
Ingiustizia, latrocinio e corruzione.
This is their dream.
Ripeto: autore consigliato per le letture serali. Anche e soprattutto per chi sia felicemente ospite di strutture di ricovero per malattie mentali.
Non bisogna inoltre dimenticare che all'epoca di Shakespeare la filosofia (aristotelica, ma non solo quella) era anche "scienza"; non vi era la distinzione, subentrata solo poi, tra speculazione filosofica e CONOSCENZA SCIENTIFICA. Questa frase dimostra dunque la genialità di Shakespeare, che giustamente irride ogni elucubrazione filosofica volta ad individuare CIO' CHE ESISTE. Ciò che esiste, ce lo possono dire solo la scienza e l'esperienza; compito della filosofia è invece l'organizzazione dei dati (sia a fine di comprensione profonda degli stessi, sia a fine di guida dell'agire umano).
Van Gogh certe cose, da bravo folle, le percepiva con estrema chiarezza.
E' primitiva e di estrema miopia la visione secondo cui viviamo in un mondo esterno: ciascuno di noi vive dentro di sé, e per questo motivo la vita è un viaggio in una terra straniera.
Il mondo di ciascuno di noi è il mondo "come lo vorrebbe lui", anzi "come E' lui". Ma non è mai così, ed ecco il motivo del disagio e delle tempeste.
Ecco, questo voleva dire Vincenzino.
...L'unica realtà esistente è la coscienza: la materia, lo spazio e il tempo sono solo un percorso a ostacoli, concluso il quale si passa ad altri percorsi.
Tentiamo, su questo attuale percorso, di essere cavalieri, e non semplicemente ignari cavalli allo sbaraglio.
Trattandosi di uno scrittore-poeta, io credo più probabile che intendesse riferirsi proprio alle cose: gli scrittori-poeti (e i santoni :) ) vivono anche di immagini stupefacenti e paradossali, e i loro lettori, per gustarne le immagini, si spogliano, di solito, di ogni razionalità e spirito critico. : )
Ritengo estremamente probabile che la frase si riferisca a un dono concreto, a guisa di considerazione che segue e commenta una narrazione, e che quindi la frase, letta là dove è scritta, risulti più credibile e gradevole di quanto non lo sia avulsa dal suo contesto.
Ingiustizia, latrocinio e corruzione.
This is their dream.