Giuseppe Freda

Nella frase "Ciò che si fa per amore è sempre al di là del..." di Friedrich Wilhelm Nietzsche
Sei corso chilometri più avanti. Dell’Assoluto parleremo, semmai, alla fine del nostro dialogo. Io stavo solo dicendo che, per noi esseri umani, il concetto di amore (qualsiasi: superiore, inferiore, mediano) è una mera astrazione, finché non si traduce in azione. Quel pazzo (era anche taurino!...) asseriva di amarmi, sorrideva, e mi assestò uno sganassone da lasciarmi tramortito. Lui poteva provare per me qualsiasi sentimento; ma fatto sta che mi fece del male. Ecco: io mi riferivo solo a questo semplice concetto: solo nel momento in cui il nostro amore, o l’amore di chiunque, si traduce in azione, noi esseri umani possiamo vedere se era vero amore, o solo follia, o semmai addirittura odio: dalla circostanza che l’AZIONE sia buona o cattiva.  Quindi dobbiamo giudicare il pensiero dall’azione. E’ un nostro limite (tra i tanti), ma è certo che nella testa della gente non possiamo (ancora) entrare. Io direi di procedere alla maniera dei dialoghi di Platone… Attendo dunque una risposta a questa sola domanda. Poi andremo avanti (pian piano, fin dove vuoi: c’è tempo).
13 anni e 6 mesi fa
Nella frase "Molte cose non vengono osate perché sembrano..." di Wenzel Anton Graf Kaunitz
Perciò osate, osate, osate e non ve ne pentirete !!
12 anni e 9 mesi fa
Nella frase "Sappiamo più cose inutili di quante ne..." di Luc de Clapiers Vauvenargues
e, NATURALMENTE, MEDIA INTELLIGENZA.
13 anni e 5 mesi fa
Nella frase "La donna che si vede vinta sente un impulso d..." di Jean Baptiste Alphonse Karr
Eh, se Dante fosse nato a Napoli... Oggi tutti parlerebbero napoletano, e la vita avrebbe un gusto e un colore tutto particolare...
Sapevo che passata la buriana avresti capito.
Sono fiero di te. : )))
13 anni e 6 mesi fa
Nella frase "La vita ha migliaia di strade, ma non sempre..." di Pixie La Rouge
Si tratta di un iter logico molto semplice:
Esiste anche un solo caso in cui gli effetti siano diversi dal risultato voluto dall'uomo?
Infiniti, direi.
Qui la scelta è semplice: caso o destino.
Qualunque dei due corni dell'alternativa si scelga, bisogna ammettere che esiste una forza superiore a quella dell'uomo, che si inserisce in alcuni processi causali.
Una volta ammesso ciò (e non si può non ammetterlo) è più logico pensare ad un meccanismo intelligente (il destino) che a una cieca forza: il caso.
Tutta la natura si è rivelata, e sempre più si rivela, retta da meccanismi intelligenti, la cui decifrazione lascia sempre più stupefatti.
Ebbene, proprio le azioni dell'uomo dovrebbero essere vittime del CASO?? 
La cosa più ridicola della faccenda è che proprio chi si ritiene artefice del proprio destino (faber suae quisque fortunae) si lega, pensandola in questo modo, mani e piedi, dandosi nelle mani del caso.  : ))))
Ma costoro rispondono: ciò avviene solo in pochi casi isolati.
Ebbene, cosa significa? Si tratta dei medesimi casi isolati che il destino contende al caso.
E' più logico lasciarsi andare nelle mani di un destino intelligente, che fa andare o non fa andare a buon fine i nostri BUONI propositi.
Se poi questi propositi sono cattivi, che vadano a buon fine nell'immediato può darsi; ma nel lungo periodo si vedrà anche trasformarsi quel male in bene...
Ulteriore prova che vi è una intelligenza superiore, finalizzata al bene, che regge le nostre sorti.
Voto 10 dunque: la frase è perfetta. Destino e libero arbitrio non sono in contraddizione tra loro.
     Meditate gente, meditate...   : )))
13 anni e 6 mesi fa