Insegnava la paziente attesa.
Fino al giorno in cui si potesse dire al "vento" la grande e conclusiva frase: "Ohi piecuro, è fennuta ll'evera".
(Traduzione: "o pecora, è finita l'erba").
(Chissà perché, quando penso a certi politici e a certi altri "politici", penso sempre a questa frase).
A mio avviso ciò che rende gli uomini superiori è l'umiltà della ricerca. L'altezza del sentimento è elemento fumoso: dell'alto c'è il più alto. E se si applica la "costanza" a qualcosa che non sia il meglio in assoluto, gli effetti possono essere esiziali (in concordia col pensiero di lillielfo: non sempre la costanza è figlia dell'intelligenza). Ma dirò di più: la costanza nelle idee è il più delle volte figlia della stupidità, della paura o della presunzione, nel non comprendere di sbagliare, o nell'intestardirsi a non mutare opinione. In un solo caso può essere positiva (se si è trovato il meglio), mentre in TUTTI gli altri casi significa PERSEVERANZA NELL'ERRORE. La tipica caratteristica dl demonio.
Diabolico Nietsche.... Zero assoluto a questo pensiero.
E' davvero singolare questa circostanza, che chi NON VUOLE CREDERE, messo di fronte alla naturale e semplice superiorità del messaggio spirituale e sociale del cristianesimo, trovi rifugio nel dogma e nella teologia.
Come se il dogma e la teologia fossero ciò che conta, a fronte di quel semplice precetto: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO.
Cara Flavia, ti rispondo in poche parole: IN NESSUN LUOGO DEI VANGELI troverai sulla bocca di Gesù Cristo l'invito a credere in una costruzione teologica, ma solo e sempre l'invito all'amore per il prossimo, addirittura per il nemico, al perdono, alla mansuetudine, alla pace, eccetera eccetera.
E' questo ciò che conta. Tu potrai credere in tutte le teologie possibili, imparare a memoria la summa theologica di San Tommaso d'Aquino, arrivare a conoscere la volontà di Dio Padre meglio di come la conoscesse Cristo stesso; ma se non ami il tuo prossimo, se non perdoni, se non operi per la pace, ogni tua filosofia, teologia e credenza sarà vana.
Lo ha detto Gesù stesso, che la Verità è stata rivelata non ai dotti ed ai sapienti, ma ai piccoli. Questi ultimi sono spesso ignoranti, non sanno nè di sacrificio espiatorio nè di transustanziazione; ma è un fatto che lo Spirito Santo si posa spesso su di loro, tanto che essi più facilmente di tanti altri operano conformemente alle parole di Gesù. In barba ad ogni teologia... : ))
E dunque non ti sembra bizantino, per sostenere che il cristianesimo sia una religione "violenta" come tu dici, andare a pescare nella tua teologia una presunta violenza del Padre sul Figlio, se poi il Figlio MAI ha parlato (diversamente da Maometto e tanti altri) di violenza alcuna, ma l'ha solo subìta?
E dunque: se violenza vi è stata (del Padre sul Figlio, o meglio del Figlio su se stesso, perché "chi ha visto me ha visto il Padre"), checché ne dicano scribi e farisei, questa violenza NON FA PARTE DI CIO' CHE DOBBIAMO FARE, nè di ciò cui dobbiamo aspirare nella nostra vita.
E dunque questo amore, perdono e pace, e non la violenza, caratterizza il cristianesimo. Della serie: il Padre sarà anche un violento... ma meno male che è venuto Gesù Cristo, cioè... il Padre, a prendere la mazzate al posto nostro... : )))
Devo confessare il mio peccato: Asimov mi mette una noia m0rtale. Non sono mai riuscito ad arrivare in fondo al ciclo della fondazione, non per cattiva volontà, ma per il sopraggiungere del sonno, che mi costringeva ogni volta a tentare disperatamente di riprendere il filo, che lentamente si perdeva per sempre nelle nebbie di troppe sospensioni per sopraggiunto addormentamento.
Cosa del tutto diversa è la lettura di A.E.Van Vogt, croce e delizia di tanti appassionati, che ti consiglio vivamente: Slan, NON-A, Il libro di Ptath, Hedrock l'immortale, Le armi di Isher (come dire: tutte le varianti del mito del superuomo) sono classici insuperabili e facilmente comprensibili.
(hihihi... :))
Confermate dunque entrambi, ed in pieno, il mio assunto che la natura è opera d'arte priva di artista.
Nulla di strano che sia (quasi) sempre così, anche tra noi esseri umani.
Fino al giorno in cui si potesse dire al "vento" la grande e conclusiva frase: "Ohi piecuro, è fennuta ll'evera".
(Traduzione: "o pecora, è finita l'erba").
(Chissà perché, quando penso a certi politici e a certi altri "politici", penso sempre a questa frase).
Diabolico Nietsche.... Zero assoluto a questo pensiero.
Come se il dogma e la teologia fossero ciò che conta, a fronte di quel semplice precetto: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO.
Cara Flavia, ti rispondo in poche parole: IN NESSUN LUOGO DEI VANGELI troverai sulla bocca di Gesù Cristo l'invito a credere in una costruzione teologica, ma solo e sempre l'invito all'amore per il prossimo, addirittura per il nemico, al perdono, alla mansuetudine, alla pace, eccetera eccetera.
E' questo ciò che conta. Tu potrai credere in tutte le teologie possibili, imparare a memoria la summa theologica di San Tommaso d'Aquino, arrivare a conoscere la volontà di Dio Padre meglio di come la conoscesse Cristo stesso; ma se non ami il tuo prossimo, se non perdoni, se non operi per la pace, ogni tua filosofia, teologia e credenza sarà vana.
Lo ha detto Gesù stesso, che la Verità è stata rivelata non ai dotti ed ai sapienti, ma ai piccoli. Questi ultimi sono spesso ignoranti, non sanno nè di sacrificio espiatorio nè di transustanziazione; ma è un fatto che lo Spirito Santo si posa spesso su di loro, tanto che essi più facilmente di tanti altri operano conformemente alle parole di Gesù. In barba ad ogni teologia... : ))
E dunque non ti sembra bizantino, per sostenere che il cristianesimo sia una religione "violenta" come tu dici, andare a pescare nella tua teologia una presunta violenza del Padre sul Figlio, se poi il Figlio MAI ha parlato (diversamente da Maometto e tanti altri) di violenza alcuna, ma l'ha solo subìta?
E dunque: se violenza vi è stata (del Padre sul Figlio, o meglio del Figlio su se stesso, perché "chi ha visto me ha visto il Padre"), checché ne dicano scribi e farisei, questa violenza NON FA PARTE DI CIO' CHE DOBBIAMO FARE, nè di ciò cui dobbiamo aspirare nella nostra vita.
E dunque questo amore, perdono e pace, e non la violenza, caratterizza il cristianesimo. Della serie: il Padre sarà anche un violento... ma meno male che è venuto Gesù Cristo, cioè... il Padre, a prendere la mazzate al posto nostro... : )))
Proprio l'altro giorno un operaio dell'Alfa Romeo mi esprimeva lo stesso concetto.
Cosa del tutto diversa è la lettura di A.E.Van Vogt, croce e delizia di tanti appassionati, che ti consiglio vivamente: Slan, NON-A, Il libro di Ptath, Hedrock l'immortale, Le armi di Isher (come dire: tutte le varianti del mito del superuomo) sono classici insuperabili e facilmente comprensibili.
(hihihi... :))
Nulla di strano che sia (quasi) sempre così, anche tra noi esseri umani.