I suoi commenti sono interessanti, celentano, perché mi inducono a svi*scerare e precisare alcuni punti che, in quanto da me scritto in precedenza, potrebbero essere apparsi os*curi.
Inizio dal suo commento numero 14. Come sopra ho detto, e come chiunque può constatare se solo rifletta alla realtà delle cose e non alle apparenze propagandistiche e pseudo ideologiche che vengono propinate dai mezzi di comunicazione di massa, la società umana è retta ed è sempre stata retta dalla molla dell'interesse individuale, solito associarsi in gruppi di interessi convergenti: questo sono le fazioni, le corporazioni, i partiti politici eccetera. In questo meccanismo, alcuni interessi prevarranno su altri, e vi saranno (come sempre vi sono stati) individui e gruppi destinati ad essere sopra*ffatti dai più forti. Il continuo richiamo di ideologi e politici ad un preteso "interesse collettivo" è destinato per sua natura ad essere insincero, o, se sincero, a rimanere lettera m0rta, perché questo interesse viene, nella mente del singolo, mediato da concetti di ordine razionale, etico, religioso, ma non percepito come ESSENZIALE, cosa che invece avviene per gli altri interessi, quelli che spingono ciascuno al soddisfacimento delle proprie esigenze eg0istiche ANCHE a discapito delle esigenze dell'altro.
La società, quindi, non può essere GOVERNATA DALLA RAGIONE: non lo è mai stata, nè mai lo sarà. La ragione, al pari dell'etica e della religione, interviene solo ad edulcorare la cr*uda realtà, con minimi correttivi atti a confortare praticamente (e molto limitatamente) alcuni e ad elargire speranze (infallibilmente destinate ad essere de*luse) ad altri, che sono i più.
La società è dunque stata, è, e continuerà ad essere governata dall'interesse individuale.
Ma secondo me la NATURA ha pronto un correttivo per questo stato di cose: un correttivo, in assenza del quale la società umana sarebbe destinata nel breve volgere di pochi decenni o al massimo secoli a disgregarsi ed auto*dis*trug*gersi. Questo correttivo non risiede in strumenti razionali, etici, filosofici o religiosi, ma in un mutamento delle capacità percettive individuali, tale da far sì che ciascun uomo sia in grado di percepire come propri il d0lore o la felicità altrui. Per questa via, ciascuno non potrà, per soddisfare i propri interessi primari, che tendere con tutte le proprie forze a soddisfare anche le esigenze altrui. E in via del tutto automatica si giungerà al regno della pace, anziché della discordia e della gu*er*ra, come è stato finora.
Questa vera e propria MUTAZIONE del genere umano è a mio avviso già in atto, anche se ancora pochi (ma sempre di più) ne sono consapevoli-.
Quanto a Federico, il mio uomo di domani è l'homo 3 volte sapiens, il mutante che a breve inva*derà l'intero pianeta sino a che l'intero genere umano sarà suo simile; non è un superb0 e solitario ultra-uomo, ma un uomo come noi, tanto superiore e tanto psichicamente potente da comprendere la propria piccolezza e il proprio ruolo di nuovo arrivato in un Universo popolato di gente immensamente più grande e più importante di lui. La mia è una lezione di amore e di umiltà, non una lezione di disprezz0 e sopraf*fazi0ne: salvo che per la filosofia di quel tale, che, quantunque rechi alcuni germi di una verità in itinere (mi riferisco alla lucida analisi dello stato delle cose e ad alcune geniali intuizioni sulle cose a venire), nelle sue av*vilenti conclusioni disp*rezz0 con tutte le mie f0rze.
Questa frase è indubbiamente graziosa; ma non è citata nè in Diels, Frammenti dei presocratici, di cui è traduzione integrale nel volume "I presocratici", Bompiani, nè in Gomperz, Pensatori Greci, Laterza, volume primo, nè nelle storie della filosofia (quelle "grandi") di Nicola Abbagnano e di E.P. Lamanna, nè - dulcis in fundo - in Wikipedia, pur essendo in rete attribuita a Talete da taluni siti, naturalmente senza citazione della fonte.
Il che significa una sola cosa: al duemila per cento questa frase non è di Talete di Mileto, il filosofo del VI secolo a.C. .
Preciso quanto sopra perché l'autore del post precisi la fonte presso la quale ha reperito la frase; ma massimamente perché lo staff di pensieriparole, dopo aver verificato le mie affermazioni consultando semmai qualche cattedratico di chiara fama (non ne mancano all'occorrenza), corregga la citazione, evitando così di associarsi alla leggenda metropolitana in atto nel tam tam della rete, che in casi del genere, se me ne sono accorto io che pur non sono un addetto ai lavori filosofici, è fenomeno di pesante e risibile sottocultura, nel senso che tanto valeva attribuirla, questa frase, a Giuseppe Garibaldi. : ))
Ascolta, Francesca: il gioco delle 3 carte lo fa Coelho, non Giulio. Il proverbio "occhio che non vede, cuore che non duole" si riferisce alle COSE, ai FATTI, non ai SENTIMENTI, come lui asserisce. E' ovvio, infatti, che i sentimenti siano sempre presenti al cuore; i fatti, invece no.
E per farmi capire faccio un esempio facile facile. La persona amata è lontana; e basta una cozza qualunque che passi per strada a farcela ricordare. Ok, bravo Coelho, ha scoperto l'acqua calda: l'amore per la persona amata è infatti sempre con noi, nel nostro cuore: e l'occhio (del cuore) ce la fa vedere in chiunque passi. Ma proviamo ad immaginare una diversa situazione: mentre passa la "cozza" che ci fa ricordare la persona amata, quest'ultima se la sta spassando con il suo amante, di cui non conosciamo l'esistenza. Ci duole il cuore per questo? No che non ci duole, proprio perché "occhio che non vede, cuore che non duole"...
Per gli stessi motivi, quanto all'esilio, molti tedeschi per bene se ne scapparono dalla Germania ai tempi del nazismo, auto-esiliandosi con grande gioia; nè presumo abbiano rimpianto la loro patria per ciò che era diventata, finché essa non fu tornata ad essere una nazione civile. In questo caso... gli occhi avevano visto, e il cuore... aveva deciso di scappar via. : )
Conclusione: GIOCANDO con le parole, si può dire (e far credere) tutto, e il contrario di tutto. Il che, quanto a Coelho, è poca cosa, giacché serve solo a procurargli una mielosa fama immeritata, unitamente a un bel gruzzoletto. Pensateci invece - e molto seriamente - quando andrete a votare: sono MARCI. TUTTI, non se ne salva nessuno, salvo forse il "buffone", che probabilmente, malgrado certe gaglioffate, è il più serio e il più sano di tutti.
Perfetto, Dario, concordo pienamente.
Non è però incredibile che questo concetto abbia, in 17 voti, solo una media di 7,29 ? Pensa che io ho dato 10.
Spiegazione: i cani e i gatti non sono ritenuti degni di riguardo da parte dei "religiosi", perché non hanno anima.
Ma sicuramente nessuno di costoro interverrà a darci una spiegazione.
... C'E' QUALCUNO DEL SINEDRIO CHE VOGLIA SPIEGARCI ????
Inizio dal suo commento numero 14. Come sopra ho detto, e come chiunque può constatare se solo rifletta alla realtà delle cose e non alle apparenze propagandistiche e pseudo ideologiche che vengono propinate dai mezzi di comunicazione di massa, la società umana è retta ed è sempre stata retta dalla molla dell'interesse individuale, solito associarsi in gruppi di interessi convergenti: questo sono le fazioni, le corporazioni, i partiti politici eccetera. In questo meccanismo, alcuni interessi prevarranno su altri, e vi saranno (come sempre vi sono stati) individui e gruppi destinati ad essere sopra*ffatti dai più forti. Il continuo richiamo di ideologi e politici ad un preteso "interesse collettivo" è destinato per sua natura ad essere insincero, o, se sincero, a rimanere lettera m0rta, perché questo interesse viene, nella mente del singolo, mediato da concetti di ordine razionale, etico, religioso, ma non percepito come ESSENZIALE, cosa che invece avviene per gli altri interessi, quelli che spingono ciascuno al soddisfacimento delle proprie esigenze eg0istiche ANCHE a discapito delle esigenze dell'altro.
La società, quindi, non può essere GOVERNATA DALLA RAGIONE: non lo è mai stata, nè mai lo sarà. La ragione, al pari dell'etica e della religione, interviene solo ad edulcorare la cr*uda realtà, con minimi correttivi atti a confortare praticamente (e molto limitatamente) alcuni e ad elargire speranze (infallibilmente destinate ad essere de*luse) ad altri, che sono i più.
La società è dunque stata, è, e continuerà ad essere governata dall'interesse individuale.
Ma secondo me la NATURA ha pronto un correttivo per questo stato di cose: un correttivo, in assenza del quale la società umana sarebbe destinata nel breve volgere di pochi decenni o al massimo secoli a disgregarsi ed auto*dis*trug*gersi. Questo correttivo non risiede in strumenti razionali, etici, filosofici o religiosi, ma in un mutamento delle capacità percettive individuali, tale da far sì che ciascun uomo sia in grado di percepire come propri il d0lore o la felicità altrui. Per questa via, ciascuno non potrà, per soddisfare i propri interessi primari, che tendere con tutte le proprie forze a soddisfare anche le esigenze altrui. E in via del tutto automatica si giungerà al regno della pace, anziché della discordia e della gu*er*ra, come è stato finora.
Questa vera e propria MUTAZIONE del genere umano è a mio avviso già in atto, anche se ancora pochi (ma sempre di più) ne sono consapevoli-.
Quanto a Federico, il mio uomo di domani è l'homo 3 volte sapiens, il mutante che a breve inva*derà l'intero pianeta sino a che l'intero genere umano sarà suo simile; non è un superb0 e solitario ultra-uomo, ma un uomo come noi, tanto superiore e tanto psichicamente potente da comprendere la propria piccolezza e il proprio ruolo di nuovo arrivato in un Universo popolato di gente immensamente più grande e più importante di lui. La mia è una lezione di amore e di umiltà, non una lezione di disprezz0 e sopraf*fazi0ne: salvo che per la filosofia di quel tale, che, quantunque rechi alcuni germi di una verità in itinere (mi riferisco alla lucida analisi dello stato delle cose e ad alcune geniali intuizioni sulle cose a venire), nelle sue av*vilenti conclusioni disp*rezz0 con tutte le mie f0rze.
Il che significa una sola cosa: al duemila per cento questa frase non è di Talete di Mileto, il filosofo del VI secolo a.C. .
Preciso quanto sopra perché l'autore del post precisi la fonte presso la quale ha reperito la frase; ma massimamente perché lo staff di pensieriparole, dopo aver verificato le mie affermazioni consultando semmai qualche cattedratico di chiara fama (non ne mancano all'occorrenza), corregga la citazione, evitando così di associarsi alla leggenda metropolitana in atto nel tam tam della rete, che in casi del genere, se me ne sono accorto io che pur non sono un addetto ai lavori filosofici, è fenomeno di pesante e risibile sottocultura, nel senso che tanto valeva attribuirla, questa frase, a Giuseppe Garibaldi. : ))
E per farmi capire faccio un esempio facile facile. La persona amata è lontana; e basta una cozza qualunque che passi per strada a farcela ricordare. Ok, bravo Coelho, ha scoperto l'acqua calda: l'amore per la persona amata è infatti sempre con noi, nel nostro cuore: e l'occhio (del cuore) ce la fa vedere in chiunque passi. Ma proviamo ad immaginare una diversa situazione: mentre passa la "cozza" che ci fa ricordare la persona amata, quest'ultima se la sta spassando con il suo amante, di cui non conosciamo l'esistenza. Ci duole il cuore per questo? No che non ci duole, proprio perché "occhio che non vede, cuore che non duole"...
Per gli stessi motivi, quanto all'esilio, molti tedeschi per bene se ne scapparono dalla Germania ai tempi del nazismo, auto-esiliandosi con grande gioia; nè presumo abbiano rimpianto la loro patria per ciò che era diventata, finché essa non fu tornata ad essere una nazione civile. In questo caso... gli occhi avevano visto, e il cuore... aveva deciso di scappar via. : )
Conclusione: GIOCANDO con le parole, si può dire (e far credere) tutto, e il contrario di tutto. Il che, quanto a Coelho, è poca cosa, giacché serve solo a procurargli una mielosa fama immeritata, unitamente a un bel gruzzoletto. Pensateci invece - e molto seriamente - quando andrete a votare: sono MARCI. TUTTI, non se ne salva nessuno, salvo forse il "buffone", che probabilmente, malgrado certe gaglioffate, è il più serio e il più sano di tutti.
Non è però incredibile che questo concetto abbia, in 17 voti, solo una media di 7,29 ? Pensa che io ho dato 10.
Spiegazione: i cani e i gatti non sono ritenuti degni di riguardo da parte dei "religiosi", perché non hanno anima.
Ma sicuramente nessuno di costoro interverrà a darci una spiegazione.
... C'E' QUALCUNO DEL SINEDRIO CHE VOGLIA SPIEGARCI ????