No, la scena era troppo surreale, degna di un film comico, per non godersela fino in fondo... E poi, era solo un povero diavolo che aveva visto fischi per fiaschi, e se la prendeva con me perché si era convinto che fossi un personaggio negativo, quasi satanico... Tra i vari (e meno coloriti) insulti di cui mi gratificò, mi disse che ero sempre sulle mie, sempre a testa bassa a guardare in terra... E in effetti è una mia abitudine, ma solo perché seguo sempre il filo dei miei pensieri... Comunque il motivo dell'imbufalimento era collegato al lavoro... avevo funzioni ispettive. Nell'atto di stilare un processo verbale in sede di inchiesta disciplinare, questo signore aveva voluto per forza inserirvi una frase ingiuriosa per il direttore provinciale, cui sarebbe stata destinata la mia relazione. Tentai in ogni modo di dissuaderlo, ma non ci fu verso di ricondurlo alla ragione, e la frase la scrisse di suo pugno. Quando poi gli arrivò la "mazzata" (si fa per dire: mi pare che fu un semplice trasferimento ad altro ufficio della provincia), vedendomi come "il braccio del potere", se la prese con me, e venne in ufficio a minacciarmi, credendo che a quattr'occhi mi avrebbe fatto paura. Al che, dato che ad onor del vero (è un mio grosso limite) quando perdo le staffe è un attimo, senza suonare campanelli mo alzai dalla scrivania, lo presi per il bavero e lo buttai fuori. Dopo di ciò, me la giurò... Inoltre questo signore era un noto cretino, ignorante, arrogante e violento (anche coi colleghi, che lo temevano), il che sinceramente era cosa ai miei occhi odiosa, e mi aveva ancor più motivato a esaminarne la posizione in maniera accurata.
Comunque, Dana, complimenti: ci hai azzeccato. Dopo una grossa delusione che mi condusse a non riuscire più a concentrarmi come avrei voluto sugli studi di fisica, nacqui come avvocato (civilista); ma esercitai solo per breve tempo. Mollai senza pietà (di me stesso), quando mi resi conto che per "sfondare" avrei dovuto fomentare la litigiosità, mentre invece io tendevo a... fomentare le transazioni (estremamente più convenienti per i clienti; ma la gente, chissà perché, desidera litigare...); ma soprattutto quando capii che occorreva intessere, negli ambienti sindacali, associativi eccetera, e purtroppo anche in quelli giudiziari, tutta una rete di ambigue e finalistiche pseudorelazioni che mi facevano ribrezzo. Una relazione umana voluta e vissuta a mero fine utilitaristico è per me la cosa più avvilente. Oltretutto non lo so fare, perché dopo breve tempo mi defilo da ipocriti e parrucconi. Ho sempre preferito avere pochi amici e sinceri, e spesso li ho trovati ingaglioffandomii nelle osterie, pur essendo totalmente astemio...
In questo capisco Machiavelli, che faceva lo stesso. :)))
13 anni e 6 mesi fa
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Avevo in precedenza commentato la tua poesia che si conclude col pensiero Posso solo piangere. Ma senza di te,
evidenziando che la stessa mi appariva inquietante nella sua ferrea semplicità, e chiedendoti retoricamente: A quando la prossima.. esecuzione? : // Il mio commento a questa poesia esprime benevola preoccupazione per le sorti di questo nuovo amore (se non ho inteso male). Tutto qui. : )))
13 anni e 6 mesi fa
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La cosa davvero forte è che il censore filtra le stupidate, mentre quello che potrebbe anche essere un inizio di cospirazione (ohé, qui si sta parlando di mazzate...) passa tranquillamente tra le maglie del suo setaccio! : ))
Signor censore, ma insomma...
Vediamo se filtra el Che.
13 anni e 6 mesi fa
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A me non sembra che Chaplin abbia detto che la sfera sessuale non influisce. Ha solo detto che freddo, fame e miseria sono fattori che possono influire molto di più sulla sfera psicologica. E mi sembra giusto.
A meno che non si voglia sostenere che freddo, fame e miseria incidano sulla psicologia per il tramite della sfera sessuale.
Mah.. : //
Certo, se hai freddo, può anche darsi che una bella donna possa riscaldarti... E con la fame e la miseria scappa via...
Mi ricredo, ha ragione Freud. Viene prima la sfera sessuale.
13 anni e 7 mesi fa
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A Napoli (isole Turks e Caicòs, come specificato nel profilo), mia città natale, esiste una sorta di calamità familiare tradizionale: il cosiddetto "appiccico di Pasqua" (litigio di Pasqua). La tradizione popolare vuole che di questi giorni vada in giro il diavolo, a mettere zizzania nelle case. Dunque pensieri e parole è stato dal diavolo trattato come una famiglia: e questo è già un elemento positivo.
L'appiccico di Pasqua è cosa in definitiva colorita e simpatica, che dà gusto alla vita; e, porca miseria (via con la censura!), mi dispiace di non avervi partecipato (pur non essendomi poi mancato il mio bel litigio post-pasquale, per aver pestato inconsapevolmente la coda ad un cavallone furioso).
Nel merito di questa frase di Chaplin vorrei dire che l'umorismo è una sorta di vaccino per non farsi schiacciare dalle vicissitudini della vita; quando già se ne sia schiacciati (per non aver assimilato il vaccino), non ci si può fare più niente. A Napoli siamo tutti vaccinati, sin dal grembo materno.
Circa l'eterea e splendida Angy, le cui frasi sono rimaste in piedi malgrado i bombardamenti di censure, tagli e defe..zioni varie, vorrei esprimerle tutta la mia solidarietà, ma anche dire che il suo vivo interessamento (in relazione all'esito che ha avuto) è stato un intermezzo umoristico paragonabile, ma che dico, superiore alle battute di umorista (ma come si fa a mettere i commenti tra i preferiti?).
Quanto a te, Elisabetta, un abbraccio è poco. Lieto di aver visto denti ed unghie dopo le nuvole. ("Quanno ce vò, ce vò!!") : ))))))))
13 anni e 7 mesi fa
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Concordo con libera poetante: il bianco e il nero sono due infiniti, tra i quali all'uomo è dato solo occupare una delle infinite sfumature di grigio.
Tuttavia la vita è un fatto statistico, non rigidamente matematico:
nella realtà dei fatti umani, una retta non è mai un insieme di punti tutti allineati tra loro, ma solo un coagulo di punti successivi tutti vicinissimi ad una traiettoria rettilinea. In questo senso, taluni (pochi) davvero appaiono seguire un percorso rettilineo.
In una terza approssimazione, c'è da riflettere sulla circostanza che questi uomini "stelle fisse" ondeggiano anche loro nel vento (il vento soffia per tutti); ma hanno una sorta di automatico correttore di rotta, il movimento è lento ed interiore... E non ce ne accorgiamo. La legge di cui parla Hesse riguarda dunque questa continua correzione.
Si potrebbe proseguire in questa analisi con tante altre considerazioni, ma non ne vale la pena. La sapienza in pillole, a una attenta disamina, é un anello di fumo: se tenti di afferrarlo, si dissolve e scompare.
Così è del resto di tutte le cose: superato il giusto punto di messa a fuoco, direi anzi un certo livello di approssimazione, la ricerca del cento per cento di verità riconduce a zero. Con grande sconforto.
Ripeto: non ne vale la pena.
13 anni e 6 mesi fa
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Comunque, Dana, complimenti: ci hai azzeccato. Dopo una grossa delusione che mi condusse a non riuscire più a concentrarmi come avrei voluto sugli studi di fisica, nacqui come avvocato (civilista); ma esercitai solo per breve tempo. Mollai senza pietà (di me stesso), quando mi resi conto che per "sfondare" avrei dovuto fomentare la litigiosità, mentre invece io tendevo a... fomentare le transazioni (estremamente più convenienti per i clienti; ma la gente, chissà perché, desidera litigare...); ma soprattutto quando capii che occorreva intessere, negli ambienti sindacali, associativi eccetera, e purtroppo anche in quelli giudiziari, tutta una rete di ambigue e finalistiche pseudorelazioni che mi facevano ribrezzo. Una relazione umana voluta e vissuta a mero fine utilitaristico è per me la cosa più avvilente. Oltretutto non lo so fare, perché dopo breve tempo mi defilo da ipocriti e parrucconi. Ho sempre preferito avere pochi amici e sinceri, e spesso li ho trovati ingaglioffandomii nelle osterie, pur essendo totalmente astemio...
In questo capisco Machiavelli, che faceva lo stesso. :)))
evidenziando che la stessa mi appariva inquietante nella sua ferrea semplicità, e chiedendoti retoricamente: A quando la prossima.. esecuzione? : // Il mio commento a questa poesia esprime benevola preoccupazione per le sorti di questo nuovo amore (se non ho inteso male). Tutto qui. : )))
Signor censore, ma insomma...
Vediamo se filtra el Che.
A meno che non si voglia sostenere che freddo, fame e miseria incidano sulla psicologia per il tramite della sfera sessuale.
Mah.. : //
Certo, se hai freddo, può anche darsi che una bella donna possa riscaldarti... E con la fame e la miseria scappa via...
Mi ricredo, ha ragione Freud. Viene prima la sfera sessuale.
L'appiccico di Pasqua è cosa in definitiva colorita e simpatica, che dà gusto alla vita; e, porca miseria (via con la censura!), mi dispiace di non avervi partecipato (pur non essendomi poi mancato il mio bel litigio post-pasquale, per aver pestato inconsapevolmente la coda ad un cavallone furioso).
Nel merito di questa frase di Chaplin vorrei dire che l'umorismo è una sorta di vaccino per non farsi schiacciare dalle vicissitudini della vita; quando già se ne sia schiacciati (per non aver assimilato il vaccino), non ci si può fare più niente. A Napoli siamo tutti vaccinati, sin dal grembo materno.
Circa l'eterea e splendida Angy, le cui frasi sono rimaste in piedi malgrado i bombardamenti di censure, tagli e defe..zioni varie, vorrei esprimerle tutta la mia solidarietà, ma anche dire che il suo vivo interessamento (in relazione all'esito che ha avuto) è stato un intermezzo umoristico paragonabile, ma che dico, superiore alle battute di umorista (ma come si fa a mettere i commenti tra i preferiti?).
Quanto a te, Elisabetta, un abbraccio è poco. Lieto di aver visto denti ed unghie dopo le nuvole. ("Quanno ce vò, ce vò!!") : ))))))))
Tuttavia la vita è un fatto statistico, non rigidamente matematico:
nella realtà dei fatti umani, una retta non è mai un insieme di punti tutti allineati tra loro, ma solo un coagulo di punti successivi tutti vicinissimi ad una traiettoria rettilinea. In questo senso, taluni (pochi) davvero appaiono seguire un percorso rettilineo.
In una terza approssimazione, c'è da riflettere sulla circostanza che questi uomini "stelle fisse" ondeggiano anche loro nel vento (il vento soffia per tutti); ma hanno una sorta di automatico correttore di rotta, il movimento è lento ed interiore... E non ce ne accorgiamo. La legge di cui parla Hesse riguarda dunque questa continua correzione.
Si potrebbe proseguire in questa analisi con tante altre considerazioni, ma non ne vale la pena. La sapienza in pillole, a una attenta disamina, é un anello di fumo: se tenti di afferrarlo, si dissolve e scompare.
Così è del resto di tutte le cose: superato il giusto punto di messa a fuoco, direi anzi un certo livello di approssimazione, la ricerca del cento per cento di verità riconduce a zero. Con grande sconforto.
Ripeto: non ne vale la pena.