Questa pur condivisibile (in linea generalissima) visione "sociale" non tiene conto del problema individuale.
Noi non siamo "società", ma siamo individui singoli viventi in società. Sembra la stessa cosa... ma è molto diverso.
Basti pensare che in questo momento preciso, nella società, ci sono persone che gioiscono perché attraversano i migliori giorni della loro vita, e persone che soffrono perché attraversano i giorni peggiori.
Un po' come le "bollicine" di una pentola in ebollizione. Certo, ciò che conta è la pentola: no pentola, no bollicine.
Ma, nel nostro caso, CIASCUNA di quelle bollicine è una testa, un mondo, un universo a parte, che vive una SUA vita, una sua esperienza psicologica, una SUA visione del mondo, una sua problematica esistenziale..
Nessuna società potrà mai risolvere i problemi "chi sono, da dove vengo, dove vado, che ci sto a fare qui", eccetera. L'esistenza di un Dio, non come persona (visuale antropomorfica e del tutto primitiva), ma come CAUSA e insieme FINE di tutto e tutti, che lega tutto e tutti, può invece risolverli, e risolvere insieme sia il problema individuale che quello collettivo.
Ciò che importa, per l'idea di Dio, non è la persona, e neanche la causa: è il FINE. Il telos cui tende tutta la giostra delle cose e del tempo. La società non è un fine: è il MEZZO per il benessere individuale.
E' in questo scambiare il mezzo col fine che l'ateismo comunista ha mostrato la corda, lasciandoci in preda del più sfrenato individualismo capitalista ...ed arrivista. La prospettiva sociale va invece riveduta e rivissuta in un'ottica di SERVIZIO AL SINGOLO: porre l'UOMO, non come società, ma come INDIVIDUO, al centro della vita,dell'economia, della politica, di tutto. L'Uomo, cioè 'Individuo... è lui, non la società, il Cristo, cioè la personificazione di Dio.
Dio sei tu, ser Jo. Anche se non lo sai...
Come puoi non credere in Dio? : )
10 anni e 12 mesi fa
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Noi non siamo "società", ma siamo individui singoli viventi in società. Sembra la stessa cosa... ma è molto diverso.
Basti pensare che in questo momento preciso, nella società, ci sono persone che gioiscono perché attraversano i migliori giorni della loro vita, e persone che soffrono perché attraversano i giorni peggiori.
Un po' come le "bollicine" di una pentola in ebollizione. Certo, ciò che conta è la pentola: no pentola, no bollicine.
Ma, nel nostro caso, CIASCUNA di quelle bollicine è una testa, un mondo, un universo a parte, che vive una SUA vita, una sua esperienza psicologica, una SUA visione del mondo, una sua problematica esistenziale..
Nessuna società potrà mai risolvere i problemi "chi sono, da dove vengo, dove vado, che ci sto a fare qui", eccetera. L'esistenza di un Dio, non come persona (visuale antropomorfica e del tutto primitiva), ma come CAUSA e insieme FINE di tutto e tutti, che lega tutto e tutti, può invece risolverli, e risolvere insieme sia il problema individuale che quello collettivo.
Ciò che importa, per l'idea di Dio, non è la persona, e neanche la causa: è il FINE. Il telos cui tende tutta la giostra delle cose e del tempo. La società non è un fine: è il MEZZO per il benessere individuale.
E' in questo scambiare il mezzo col fine che l'ateismo comunista ha mostrato la corda, lasciandoci in preda del più sfrenato individualismo capitalista ...ed arrivista. La prospettiva sociale va invece riveduta e rivissuta in un'ottica di SERVIZIO AL SINGOLO: porre l'UOMO, non come società, ma come INDIVIDUO, al centro della vita,dell'economia, della politica, di tutto. L'Uomo, cioè 'Individuo... è lui, non la società, il Cristo, cioè la personificazione di Dio.
Dio sei tu, ser Jo. Anche se non lo sai...
Come puoi non credere in Dio? : )