Il tuo forte è il ragionamento contorto. Non ti mancano intelligenza e intuito, insieme ad una spiccata capacità di esaminare le cose da angolazioni interessanti, ma mi è evidente che proietti su di me problematiche che non mi appartengono, e che forse sono tue o derivano da problematiche tue. Questo mi è evidente non per via di una particolare perspicacia o illuminazione, ma solo e semplicemente perché ciò che tu asserisci è totalmente alieno dalla mia personalità e dalla mia mentalità.
Vedi, io non desidero affatto che la gente mi dia sempre ragione: mi limito a comunicare ciò che momento per momento penso, anzi il più delle volte ciò che sento; e la circostanza che gli altri mi diano o meno ragione mi è del tutto indifferente, anche e soprattutto perché io stesso non sono affatto convinto di avere ragione; al massimo mi interessa la verità. Della ragione datami da altri, senza verità, non saprei che farmene. E la verità sicuramente non la possiedo, perché è situata in un punto che è all'infinito per me, come per tutti gli altri. Quindi... parlo per pensare, perché di solito fiuto l'aria, ma non penso.
Che ci posso fare, Bukowski e Pasolini, insieme a molti altri, non mi piacciono, mi fanno venire la pelle d'oca. In genere, mi fa venire la pelle d'oca tutta la cosiddetta cultura di sinistra, insieme a quella di destra, a quella di centro e a tutto ciò che fa "tendenza" e "controtendenza". Sono insomma un orso che ama, anzi adora starsene per i fatti suoi a inventarsi le idee sue. E in genere non mi sono simpatici gli altri orsi, è molto raro. Figurati un po'... : )
Il confronto, poi, non c'entra nulla con l'empatia. Chiunque può avere idee diametralmente opposte alle mie, ma questo per me non significa nulla: ciò che mi unisce agli altri non sono le idee, ma l'insignificante faccenda che, bene o male, siamo compagni di viaggio su questo treno scassato, su cui prendiamo colpi di continuo e che non si sa da dove sia partito e non si sa dove e quando arriverà. Ti pare poco, questo? Ciò che mi unisce alla gente, a chiunque, anche all'ultimo delinquente, non sono le idee, ma è la sofferenza; perché, anche se la gente evita di darlo a vedere, TUTTI sono sofferenti. E io questo lo so e lo sento. Questo è il processo di identificazione di cui si sostanzia l'empatia, almeno quella che provo io.
Quanto alle mie sfide, ne ho in realtà una sola; ma non è affatto intellettuale. Per darti un indizio, è una cosa che i più ritengono impossibile a realizzarsi, e che io ho giurato a me stesso di riuscire a realizzare. Se non ci riuscissi, sarebbe la prima cosa che voglio e non realizzo in vita mia. Ma non c'entra niente con i discorsi che faccio qui. Io, come te, vengo qui per rilassarmi, per gioco, per distrarmi. La mia sfida è fuori di qui, e anche fuori dalla mente altrui. Combatto da solo... contro i mulini a vento. : )
Se poi intendi dire che mi ritengo superiore a molti, potrei anche darti ragione, se per superiorità tu intendessi diversità. E' una bru*tta bestia, la diversità. Ti senti solo come un cane abbandonato. La gente fa fatica a inquadrarti, poi ti sbatte in una qualunque delle sue male*dette categorie, ti mette un'etichetta, e via. Ti riempi di cento, mille etichette diverse. Sei di volta in volta un santo, un dem*onio, un genio, un i*diota, un sognatore, un praticone, un libertino, un moralista, un pedante, un conformista, un rivoluzionario, un allegrone, un serioso, e tu invece semmai sei solo e semplicemente... un cane. Anche tu sei diverso; ma a quanto pare io lo sono diversamente da te; o così almeno tu vorresti che fosse, perché, ti dici, è impossibile che questo sia un animale come me se la pensa diversamente da me, se non è sul mio stesso percorso. E invece no; ma questo tu non lo puoi ammetterem e allora anche tu mi segui con le tue etichette.
Lasciale perdere, o vanne a comprare di nuove, semmai anche di molto, ma molto peggiori: perché fino ad ora sei completamente fuori strada !! : ))
10 anni e 12 mesi fa
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Tentare di apparire ciò che non si è, altro non rappresenta che un artificio volto a trarre in inganno gli stolti che si lasciano ingannare dalle apparenze.
Il pianeta delle scimmie è sempre più pieno di questi soggetti, giacché la nostra società ne produce ed ammaestra a milioni, sia ad ingannare che ad essere ingannati, e il più delle volte addirittura ad ingannare se stessi.
10 anni e 6 mesi fa
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Inquieto e pensoso nottambulo, arrivo alle 2 di notte su queste 7 righe, le leggo, e non riesco a capacitarmi di quelle due stelline gialle, recanti la delucidazione " 4 in un voto ". A me piace molto, Sergio. Tutte le stelline possibili, e alzo il voto a 7. Un caro saluto.
10 anni e 8 mesi fa
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La percezione di Dio può coinvolgere completamente il cuore e la mente insieme, fino ad amplificare oltre misura le facoltà umane, ed a rendere la stessa razionalità dell'uomo specchio fedele della mente di Dio.
13 anni e 6 mesi fa
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Questo accade perché non siete partecipi, se non in minima parte, dei cinici meccanismi, mezzi e fini del mondo. Qui, tutto è destinato alla delusione e alla m0rte. Rifletteteci, rivoltate il calzino e rallegratevi di essere stranieri in terra straniera !... : )
10 anni e 6 mesi fa
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Quando si dice "l'uomo" si intende il genere umano. Se invece ci si vuole riferire agli individui umani, si dice "gli uomini" (es: l'uomo è andato sulla luna; ma gli uomini normalmente non ci vanno). A nessuno verrebbe in mente che gli uomini (singoli) vogliano essere padroni del mondo: ciò è tipico solo di pochi... esaltati (o condottieri che dir si voglia). Il problema, con questa frase, è che dire "padrone di se stesso" riferendosi al genere umano è un po' "fuori centro", perché la padronanza di se stessi è propria dei singoli, non dell'umanità in quanto specie. La dissonanza si potrebbe risolvere solo sostituendo, a "padrone di se stesso", la locuzione "padrone del proprio destino". Infatti, mentre la padronanza di se stessi non è della specie, ma dei singoli, la padronanza del proprio destino non è né dei singoli, né della specie umana, in quanto tutti sono soggetti all'imperversare della casualità, o del destino che dir si voglia. Concludendo in sintesi: credo che la frase si riferisca al genere umano: riferirla a singoli uomini non avrebbe senso. Ma la padronanza di se stessi è cosa dei singoli uomini: da cui l'antinomia di cui dicevo.
10 anni e 7 mesi fa
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Vedi, io non desidero affatto che la gente mi dia sempre ragione: mi limito a comunicare ciò che momento per momento penso, anzi il più delle volte ciò che sento; e la circostanza che gli altri mi diano o meno ragione mi è del tutto indifferente, anche e soprattutto perché io stesso non sono affatto convinto di avere ragione; al massimo mi interessa la verità. Della ragione datami da altri, senza verità, non saprei che farmene. E la verità sicuramente non la possiedo, perché è situata in un punto che è all'infinito per me, come per tutti gli altri. Quindi... parlo per pensare, perché di solito fiuto l'aria, ma non penso.
Che ci posso fare, Bukowski e Pasolini, insieme a molti altri, non mi piacciono, mi fanno venire la pelle d'oca. In genere, mi fa venire la pelle d'oca tutta la cosiddetta cultura di sinistra, insieme a quella di destra, a quella di centro e a tutto ciò che fa "tendenza" e "controtendenza". Sono insomma un orso che ama, anzi adora starsene per i fatti suoi a inventarsi le idee sue. E in genere non mi sono simpatici gli altri orsi, è molto raro. Figurati un po'... : )
Il confronto, poi, non c'entra nulla con l'empatia. Chiunque può avere idee diametralmente opposte alle mie, ma questo per me non significa nulla: ciò che mi unisce agli altri non sono le idee, ma l'insignificante faccenda che, bene o male, siamo compagni di viaggio su questo treno scassato, su cui prendiamo colpi di continuo e che non si sa da dove sia partito e non si sa dove e quando arriverà. Ti pare poco, questo? Ciò che mi unisce alla gente, a chiunque, anche all'ultimo delinquente, non sono le idee, ma è la sofferenza; perché, anche se la gente evita di darlo a vedere, TUTTI sono sofferenti. E io questo lo so e lo sento. Questo è il processo di identificazione di cui si sostanzia l'empatia, almeno quella che provo io.
Quanto alle mie sfide, ne ho in realtà una sola; ma non è affatto intellettuale. Per darti un indizio, è una cosa che i più ritengono impossibile a realizzarsi, e che io ho giurato a me stesso di riuscire a realizzare. Se non ci riuscissi, sarebbe la prima cosa che voglio e non realizzo in vita mia. Ma non c'entra niente con i discorsi che faccio qui. Io, come te, vengo qui per rilassarmi, per gioco, per distrarmi. La mia sfida è fuori di qui, e anche fuori dalla mente altrui. Combatto da solo... contro i mulini a vento. : )
Se poi intendi dire che mi ritengo superiore a molti, potrei anche darti ragione, se per superiorità tu intendessi diversità. E' una bru*tta bestia, la diversità. Ti senti solo come un cane abbandonato. La gente fa fatica a inquadrarti, poi ti sbatte in una qualunque delle sue male*dette categorie, ti mette un'etichetta, e via. Ti riempi di cento, mille etichette diverse. Sei di volta in volta un santo, un dem*onio, un genio, un i*diota, un sognatore, un praticone, un libertino, un moralista, un pedante, un conformista, un rivoluzionario, un allegrone, un serioso, e tu invece semmai sei solo e semplicemente... un cane. Anche tu sei diverso; ma a quanto pare io lo sono diversamente da te; o così almeno tu vorresti che fosse, perché, ti dici, è impossibile che questo sia un animale come me se la pensa diversamente da me, se non è sul mio stesso percorso. E invece no; ma questo tu non lo puoi ammetterem e allora anche tu mi segui con le tue etichette.
Lasciale perdere, o vanne a comprare di nuove, semmai anche di molto, ma molto peggiori: perché fino ad ora sei completamente fuori strada !! : ))
Il pianeta delle scimmie è sempre più pieno di questi soggetti, giacché la nostra società ne produce ed ammaestra a milioni, sia ad ingannare che ad essere ingannati, e il più delle volte addirittura ad ingannare se stessi.