Esperienze


Scritto da: Silvia Nelli
in Diario (Esperienze)
La signora cattiveria va bussando ad ogni porta, che resti a lei chiusa, che essa le permetta di affacciarsi all'interno o che la sfondi ed entri non conta. La cattiveria presto o tardi, malgrado i giri che può fare, torna sempre a casa propria. È come un pacco che come ultima destinazione ha il suo stesso "mittente", ma sopra di esso porta la scritta: "prima di inviarmi rifletti perché prima o poi da te devo tornare"!
Composto giovedì 25 febbraio 2016
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    Scritto da: Angelo Antonelli
    in Diario (Esperienze)
    E poi, come nella vita, arriva il momento in cui credi di non avere più le forze, che sia finita e che l'unica cosa da fare è lasciarti andare giù... ed invece, se saprai guardare dentro di te, troverai quel briciolo di forza che ti permetterà di andare avanti, di rimanere a galla e raggiungere i tuoi obiettivi!
    Composto martedì 31 marzo 2015
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      Scritto da: TERESA AVERTA
      in Diario (Esperienze)
      Divorziamo dagli smartphone? Che sfida!

      Ci sono poche cose che riescono a scatenare ricordi ed emozioni e di solito sono legate alla famiglia. Parlo di quella stretta: padre, madre, marito o moglie, sorelle e fratelli, figli, nonni, zii, cugini. Solo i familiari più vicini includono almeno una decina di persone che con il tempo sono destinate ad allontanarsi, almeno fisicamente. Gli studi, il lavoro, costruirsi un'altra famiglia, ci portano a vivere in posti diversi e inevitabilmente a perderci un po' nelle strade della vita.
      L'idea di poter raggiungere con pochi e semplici movimenti una o più persone in qualsiasi posto e in qualsiasi momento è qualcosa che sino a pochi anni fa non riuscivamo neanche ad immaginare e che sicuramente non ha prezzo. È fantastico poter utilizzare la tecnologia quando si vuole per comunicare con i propri cari, sapere sempre costantemente dove sono, cosa fanno e con chi sono. Si riesce ad esprimere senza usare parole ma solo con sms e immagini la necessità di sentirsi vicini anche quando si è distanti e a scatenare emozioni e a comunicare la bellezza e allo stesso tempo la differenza fra condividere giornalmente a distanza le proprie emozioni e l'insostituibile necessità di guardarsi e abbracciarsi.
      La tecnologia ci ha avvicinato, ma non si deve correre il rischio di sostituire però completamente il contatto fisico, il bisogno di incontrarsi e comunicare. Abbiamo ridotto le distanze, ma nulla può sostituire il calore di un abbraccio e la profondità di uno sguardo.
      Riuscire a governare la tecnologia piuttosto che essere guidati, significa non esserne schiavi e ricordarsi sempre che siamo noi a decidere di spegnere il virtuale quando è necessario e toccare con mano gli affetti e le persone. È sempre nostra la scelta e il piacere di decidere quando e dove è il momento di mettersi off line.
      Quindi, lancio la una grande sfida divorziare dal proprio smartphone, dalle proprie app e riallacciare relazioni con persone, con coloro che contano veramente! Spegni il cellulare e torna a costruire relazioni personali che supereranno certamente la prova del tempo.
      La scelta e il piacere di decidere quando è il momento di mettersi offline.
      Composto lunedì 14 marzo 2016
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        Scritto da: Antonio Sala
        in Diario (Esperienze)
        Salve a tutti, forse non tutti qui mi conoscono quindi oggi ho deciso di raccontarvi chi sono ma sopratutto la mia storia. Mi chiamo Antonio Sala, sono nato in sicilia il 19 settembre 1995. Un mese prima della mia nascita morì mio padre, da quel giorno la famiglia cominciò a cambiare. I miei fratelli cominciarono a decidere la strada migliore per loro, io piccolino cominciavo a vedere i papà degli altri alle recite. Cominciavo a pensare perché il mio non ci fosse più e intanto i compagni di scuola mi escludevano nei loro giochi di gruppo perché non ero uno come tanti, non sapevo di essere speciale e quelli speciali si sa stanno sempre in un angolino soli a pensare di non essere come gli altri, di non essere mai abbastanza. All'età di quindici anni morì anche mia madre ed io lasciai gli studi per andare a lavorare. Da quel giorno ho fatto il primo passo per diventare grande. Cominciai ad avere mille guerre dentro di me, ne parlavo con le persone che mi stavano vicino di quel che sentivo dentro, ma credetemi nessuno mi ascoltava veramente, mettevano insieme quattro belle parole e promesse per farmi sentire al sicuro, quella sicurezza di un bambino che si perde per strada e ritrova quel viso che ha già visto e rivisto. Da allora cambiò tutto, solo un anno dopo cominciai a capire veramente chi erano le persone di qui mi potevo fidare. Iniziai a credere in me e a scrivere e a capire che in un foglio puoi davvero scrivere quello che pensi perché lui è lì... resta fermo, e aspetta che tu gli scriva sopra. E non importa quanto tempo passerà, lui potrà invecchiare, ingiallire, ma quando lo rileggerai tu ti sarai già dimenticato di quello che pensavi invece lui non cancellerà mai nulla., cominciai a provare quel sentimento e quel senso di serenità e tranquillità ogni volta che scrivevo. Ho deciso di scrivere perché quando scrivo c'è sempre qualcuno dietro che mi ascolta veramente. Ho fatto molti sbagli nella mia vita e ho avuto la vita piena di persone che mi hanno voltato sempre le spalle, ma grazie a queste cose che adesso sono quel che sono, e sopratutto grazie alle cadute che ho imparato ad andare avanti con le mie gambe.
        Non è stato facile perché non ho mai avuto qualcuno che mi spiegasse cosa era giusto e cosa sbagliato, questo mi ha reso una persona molto forte e mi ha fatto anche capire ad apprezzare di più le piccole cose. So che ci sono altre persone con una storia simile ed oggi dico a queste persone di andare avanti e mai indietro e di prendere la propria vita e cominciarla a colorare con i colori più belli.
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          Scritto da: Loredana Stivaletta
          in Diario (Esperienze)
          Quante volte aveva passeggiato su quella spiaggia... quel mare d'inverno per lei era un "caro vecchio amico", ora che il destino l'aveva portata lontana, lui, il suo "caro vecchio amico" le mancava da morire. Non riusciva a confidarsi con nessuno perché per lei... era stato l'unico amico che l'aveva sempre compresa senza giudicarla, e con quel suo "ondeggiare" era come se l'abbracciasse.
          Composto lunedì 8 febbraio 2016
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            Scritto da: Armando Salvatori
            in Diario (Esperienze)
            Io credo nel coraggio. Credo nella dolce follia che l'amore ti crea, nel pianto di un bambino e nelle lacrime di un'uomo. Credo nelle bugie dette a fin di bene e a quelle verità mai dette per non far male. Credo nei baci lunghi-teneri-umidi-appassionati che durano ore, nell'affondare le dita nei capelli e sentire brividi. Credo nelle sensazioni a pelle. Credo nei fatti non alle belle parole. Credo in me.
            Composto giovedì 24 dicembre 2015
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              Scritto da: Megan Zanin
              in Diario (Esperienze)
              Quante cose, quante sfumature ci sono in una donna, un mondo sconosciuto a molti esplorato da pochi, fatto di colore, calore, forza e debolezza. Dipingono sorrisi attraversati da lacrime, hanno oceani d'emozione dentro. Credono nell'amore quello vero, quello con l'a maiuscola. Sono fatte di silenzi che pochi riescono a percepire, dicono si quando vorrebbero dire no, e dicono no quando invece vorrebbero dire si. Sono dolci come cuccioli e nello stesso tempo combattive come tigri, sempre pronte a difendere, proteggere con le unghie e con i denti chi amano. Eterne bambine, così fragili e forti nella loro semplicità. Camminano a testa alta e sempre controvento, sanno perdonare ma non dimenticare. Quante sfumature ci sono in una donna, hanno tempeste negli occhi e regalano carezze. Femmine nel letto e complici di vita.
              Composto sabato 13 febbraio 2016
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                Scritto da: Silvia Nelli
                in Diario (Esperienze)
                A tutti quelli presi dai loro isterismi, dai loro complessi, frustrazioni e convinzioni chiediamo gentilmente di rilassarsi. Lo so, non è facile accettare che a "noi" di ciò che pensate, che fate, che dite non ce ne frega niente. Però credetemi continuare a "sperare" troppe volte fa solo male, accettare a volte è la soluzione migliore. Pensateci!
                Composto domenica 21 febbraio 2016
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