Esperienze


Scritto da: Cristian Di Napoli
in Diario (Esperienze)
Sapete, credo che alla fine, la parola chiave di tutto sia il coraggio. Il coraggio di amare, di credere, di sognare. Il coraggio di andare oltre i propri limiti. Quello stesso coraggio che ci spinge a lottare ogni giorno per dimostrare al mondo che siamo vivi. E che non abbiamo intenzione di arrenderci mai. Pensateci bene, a tutto quello che avreste raggiunto se non aveste avuto paura. E allo stesso tempo chiedetevi se valeva la pena restare fermi a guardare la vostra vita scivolarvi dalle mani, mentre eravate immobili nell'attesa di un qualcosa che non sarebbe arrivato mai. E sapete perché? Perché le cose belle vanno prese di corsa e tenute strette. Quindi non abbiate paura di fallire, perché molto spesso la felicità è proprio di fronte a voi, basta solamente trovare il coraggio di essere liberi, aprire le braccia e raggiungerla per non lasciarla andare mai più via.
Composto venerdì 29 maggio 2015
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    in Diario (Esperienze)
    Nulla è servito avere valori radicati nel mio essere, nulla è servito avere carattere, nulla è servito essere sinceri e leali, nulla è servito amare, nulla è servito sacrificare me stessa in nome di queste cose quando poi vedi che chi è falso, senza né valori e principi vince sempre e tu invece perdi senza nemmeno poter difenderti perché le persone credono alle belle mascherine piuttosto che a volti veri, quei volti che non nascondono niente, neanche i segni che la vita gli ha inciso, che le lacrime hanno scavato e che i sorrisi hanno disegnato. Quei volti che parlano in faccia senza finti sorrisi, ma a muso duro, quei volti veri che tutti cercano, ma che nessuno sa guardare in faccia.
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      Scritto da: Gigliola Perin
      in Diario (Esperienze)
      Scorre il tempo sui nostri corpi nudi. Passano così in fretta le ore, sembra che ci siamo appena incontrati, la pelle ha iniziato ora ad avere il tuo profumo. È passato solo un secondo da quando t'ho stretto tra le braccia. È stato un attimo fa, quando le labbra si sono unite. Quando le nostre bocche hanno percorso i nostri corpi. Nascosti in una stanza sconosciuta le ore hanno galoppato il tempo, e per noi, è stato solo un attimo così breve. Quante volte vorrei fermare la clessidra che scorre su di noi, ogni volta leggo nei tuoi occhi la mia stessa tristezza dopo l'amore. Un ultimo bacio prima dell'addio. Un ultima carezza che t'accompagni fino al prossimo incontro. Ora è il tempo dei ricordi, ci terranno compagnia fino a quando la nostra pelle non si potrà mischiare ancora.
      Composto giovedì 16 gennaio 2014
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        Scritto da: Rosita Ramirez
        in Diario (Esperienze)
        Cerco te, che mi fai sentire importante, nonostante sia solo una semplice donna; cerco te, che mi fai sentire una regina, nonostante non porti la corona; cerco te perché tra tuoi amici mi fai sentire che sono unica, cerco te, che mi fai ridere anche quando nel mio cuore il sole svanisce completamente; cerco te, che mi dai la forza di andare avanti, piangendo insieme a me ed asciugando le mie lacrime; cerco te, perché sempre hai un momento di tempo per me, anche se il tuo tempo è oro. Cerco te, che a volte ti fermi insieme a me in mezzo alla follia, rischiando di sembrare pazzo, pur di avere un mio sorriso; cerco te, che mi regali delle emozioni sane dell'amore che crescono nel tuo cuore; cerco te perché mi accompagni anche se non siamo vicini, ci sentiamo con il cuore e il pensiero. Ti cerco, disperatamente ogni volta che voglio stare sotto le ali di un angelo custode, perché tu mi proteggi, cerco te perché hai sempre una parola carina nei miei confronti, quando la vita mi cade addosso. Cercherò sempre te, perché sei quell'amico che non mi abbandonerà mai, anche se a volte mi comporto come una stupidina.
        Composto giovedì 14 marzo 2013
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          Scritto da: Mariella Buscemi
          in Diario (Esperienze)
          È cecità la tua figura che svanisce. Si staglia come il nulla all'orizzonte e il niente è il messaggio del cielo. Anche la pioggia non bagna quando la pelle si dismette come fosse abito roso, appuntato con spilli all'anima lisa. Intrappolo acqua tra i pugni serrati. Avrei giurato di non aver lasciato fessure. "L'han bevuta i palmi", mi son detta. A sorsi avidi. La mancanza va via di schiena e non inciampa. Si alza dal suolo e misura la distanza sul metro delle pupille che si restringono per mettere meglio a fuoco l'infinitamente piccolo che gioca sulla geometria del distacco. L'invisibile è sagoma definita sul cuore cavo. La polpa dei seni non sfiorati agonizza tra le vene a formar corde sotto pelle come fossero dita - le tue - ché mi vieni da dentro se non mi sei fuori, a un palmo dal respiro che mi spettina i capelli col fiato fin troppo vicino. Lontano. Raccoglimi l'ultima cicatrice, ché se mi stai distante, almeno, portati via i segni. L'intervallo della carne. L'assenza della voce. Io in esilio. Emigrata dal paese delle tue essenze, volo nell'aria immobile. Zefiro contaminato. Refoli ad agitar le ali sulle mie scapole e il brivido si dilegua in piume lungo la schiena, facendomi schianto fino al midollo. Una mancanza e cento bisogni. Multipli del desiderio. E nonostante, ci sei dai passi all'anima.
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            Scritto da: Mariella Buscemi
            in Diario (Esperienze)
            Inchiodo la vertigine ai precipizi. Gli orli sono punizioni anticipate del vacuo. La cadenza invernale sui frutti. Immaturi. Nel tocco senza eco di carne, il dissolversi. M'intrattengo con l'ombra dimenticata d'una presenza, rischiara e scurisce fino all'alba tra i raggi lunari, attraverso l'intelaiatura dei miei spiragli. Non ci sono preghiere in assenza di dei ed è per questo che non guardo più al cielo. Nel riflesso della mancanza anche i narcisi appassiscono in un'immagine non catturata, in resezione sul pelo d'acqua, in rifrazione di steli troppo magri per sostenere il capo. Negli abbracci divelti, gli arti fanno croce sul petto e continuare a chiederli all'inesistente è un'elemosina senza fine. Sulla tua voce che manca sono nemo impersonale. Tra i pini che piangono aghi, costeggio i sentieri introvabili delle città invisibili e manco io stessa a tracciare orma. Avrei seguìto le tue impronte. Dell'altra sabbia le ha coperte. Foto antiche di una me bambina in un granaio dove hanno appiccato incendio. Incido, ancòra adesso, vocali figlie su consonanti materne. E creo parola da dedicarti.
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              Scritto da: Sabrina
              in Diario (Esperienze)
              Vorrei perdermi nell'infinito, vagare tra stelle, astri e pianeti, libera dalle paure; mi piacerebbe spezzare le catene che mi imprigionano a questa terra, distruggere idee e preconcetti che mi limitano e riuscire ad aprire completamente la mia anima, assaporando attimi di perfetta sintonia con ciò che è l'origine di tutto. Questo è ciò che mi passa per la mente, mentre vago nel limbo a metà tra sogno e realtà, questo è l'ultimo pensiero, un attimo prima di risvegliarmi, lasciandomi poi risucchiare nella prigione del mio corpo, attrice protagonista di questa mia quotidianità.
              Composto giovedì 4 giugno 2015
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                Scritto da: Gigliola Perin
                in Diario (Esperienze)
                Racconterò una fiaba, racconterò di parole che mi hanno dato emozioni che non pensavo di provare più. Ho vissuto chi mi ha regalato parole d'amore quando la mia mente voleva crederci. Ed ho vissuto te. Non mi hai parlato con belle frasi, non mi hai raccontato l'amore, tu mi hai insegnato l'amore. Racconterò una fiaba. Aspettavo e sognavo. Mentre tu vedevi la tua vita passare e non capivi cosa attendevi. Fino a quando non ci siamo incontrati ed amati. L'attesa era finita. Racconterò di uno sguardo che ha catturato il mio. Di una carezza data con dolcezza, di un'amicizia trasformatasi in amore. Capire che il solo sfiorarci in quegl'attimi rubati era l'illusione d'esistere solo noi. Racconterò una fiaba, ma io non credo alle fiabe ed è per questo che mi sono innamorata di te. Mi hai dato il tuo cuore ed io ho deposto il mio nelle tue mani. La realtà più bella di questa favola mia che con te ho imparato a chiamare vita.
                Composto sabato 4 gennaio 2014
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                  in Diario (Esperienze)
                  Vivi questo momento che ti vede libera di esprimere ciò che senti esternando la parte più vera e sincera di te. Raccogli sorrisi e complimenti perché sono i doni scaturiti dalle tue parole che attraversano le anime e gli danno giovamento, come la brina che al mattino disseta i fiori che il sole ha riscaldato tanto da essere senza respiro. Lascia uscire questo amore così grande che come si presenta al prossimo viene subito riconosciuto e percepito e dal quale si può essere solo avvolti, come fa un grande ombrello che se tenuto stretto stretto in mano, non permette a nessuna gocciolina di penetrare per bagnarti. Sii tu come ti vedo io e chi ti ama, senza mai un artifizio, senza malizia, senza furbizia, senza uno scopo recondito come tu sei. È bello quando ti meravigli di te, ma non ti accorgi che sei tu stessa la meraviglia. Lascia libera la bimba, quella di cui tutti si innamorano, lasciala volare, sognare, creare e lei la tua salvezza, la tua forza il tuo coraggio e forse quella bimba sarà un ricordo così forte, da non sbiadire nel tempo e riaffiorare come è stato per un papà che gioca con i suoi bimbi seduto in una vecchia cucina di tanto tanto tempo fa.
                  Composto mercoledì 27 maggio 2015
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                    Scritto da: Mariella Buscemi
                    in Diario (Esperienze)
                    Non voglio spiegare l'inspiegabile, il pugno al centro dello stomaco o i buongiorno malati. Nella complessità di certi miei pensieri, uso logiche disarmanti, ma ci si ferma davanti alla verità. Si teme sempre, la verità. La possibilità soffoca. La probabilità agita. Quando s'imboccano mille direzioni, ma si tiene fissa la meta. Scendo in un abisso per volta, attraverso scale a pioli traballanti, i miei piedi ne sanno qualcosa, dell'incerto e del passo falso, della caduta e dell'andamento a tentoni. Non si guarisce dalle discese e si patiscono le cadute. Non ci si rassegna alla ripresa e rialzarsi è sfidare il centro della paura. Rialzarsi non è coraggio, ma accanimento. Regalerei sogni e dimenticherei la notte. Anche il sonno. È già successo. Succede. I giorni tardano a finire, ma il buio è sempre troppo denso. I paradossi del tempo sono archiviati in futuri retrospettivi, rendendomi conto che il passato poteva essere fin troppo prospettico. Il tutto mi abbonda tra le mani, presto non saranno più possibili nemmeno gli abbracci. Si morrà d'inconsistenza se privati degli abbracci. Tra le cose incompiute ci sei tu. L'essenziale e il superfluo si confondono appoggiati alla schiera dei bisogni e questi fanno parete senza sostegno in case incoscienti dove sorgono prima i tetti volanti e dopo le fondamenta. Ho ridotto anche il respiro e la riduzione è l'unica cosa che ancora possiedo.
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