Esperienze


Scritto da: Francesca Alleva
in Diario (Esperienze)
Spesso non ci rendiamo conto dello sporco che abbiamo addosso finché non ce lo vediamo allo specchio. Capita, nella vita, che questo specchio lo diventino gli altri, con avvenimenti simili, dolori uguali o esperienze che somigliano alle nostre: gli altri, specchi di noi stessi.
Ma quando sono gli amici a impersonare il nostro riflesso macchiato ci rendiamo conto di quanto quella polvere e quel fango (ci) facciano male e di quanto desideriamo lavarli via: a loro, e a noi stessi. Ciò che conta è che ne usciamo puliti, e senza più paura della nostra immagine allo specchio.
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    Scritto da: Francesca Alleva
    in Diario (Esperienze)
    Io non fingo, né ho molte facce.
    Semplicemente non nascondo ciò che penso.
    Come tutti ho le mie perversioni e può capitare che le dica, sono volgare e non mi è facile trattenermi, sono acida d'istinto e questo mi porta a non nascondere nemmeno un romanticismo intrinseco che dura giusto la notte.
    Sono anche moralista su alcune cose, come tutti e come tutti sono ignorante su alcune cose quanto saccente su altre.
    Non ho niente di più e niente di meno di tutti gli altri.
    Forse sono solo capace di non nascondere né mani né pietre.
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      Scritto da: Francesca Alleva
      in Diario (Esperienze)
      Credo che quando qualcuno legga qualcosa non si dovrebbe mai venire a conoscenza dell'esperienza che c'è dietro, solo prendere atto delle parole e tener conto che le ha scritte un essere umano con le sue motivazioni. Oppure fare attenzione a ciò cui si indaga, perché venire a sapere che certe cose lette sono state scritte in seguito a un'emozione vissuta è differente dal venire a conoscenza del fatto che ci sia qualcuno che scrive cose profonde solo per fare impressione sugli altri.
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        Scritto da: Francesca Alleva
        in Diario (Esperienze)
        Quando gli altri si dispongono in formazione, pronti ad urlare chi sono, dove vanno e cosa amano io mi avvicino, alzo la mano convinta e poi la tiro giù, cercando di non farmi vedere. Non sono materialmente in grado di far notare la mia presenza, sperando sempre che, quando accadrà, almeno qualcuno si accorga della mia assenza.
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          Scritto da: Francesca Alleva
          in Diario (Esperienze)
          Ti prego, dammi un momento di totale irrazionalità. Dammi un istante in cui possa perdere la testa. Regalami un secondo di blackout neuronale.
          Giuro che mi prenderò tutte le responsabilità che verranno e lo farò con coscienza, e con tutta me stessa. Lo farò perché mi avrai donato un istante di irrazionalità che per me varrà una vita.
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            Scritto da: Silvia Nelli
            in Diario (Esperienze)
            Ho perso troppo tempo vicino alle persone sbagliate, per questo l'esperienza mi ha portato a non restare mai dove ci si sente sbagliati. Mi ha portato a capire che non serve aspettare cambiamenti, nessuno cambia e non tutti saranno pronti a venirti incontro per restarti vicino. Poi arrivi tu e mi spieghi con estrema dolcezza che l'amore - quello vero - invece può farci cambiare, ci fa rinunciare a molte cose che prima reputavamo indispensabili. L'amore fa uscire lati di noi che non conoscevamo: dolcezza, gelosia e desiderio di avere solo una persona vicino. L'amore ci fa capire che quando la persona giusta arriva, tutte le altre diventano insignificanti, anche quelle più belle, più magre e più femmine.
            L'amore può cambiare alcuni lati di noi, ma solo se è un amore vero e sentito. Questo mi fa essere ancora più fiera nell'aver scelto di non restare accanto a chi non ha voluto cambiare nulla dei suoi modi, ma pretendeva una me diversa.
            Composto sabato 7 marzo 2015
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              Scritto da: Silvia Nelli
              in Diario (Esperienze)
              Ho dimenticato me stessa per troppo tempo. Ho dimenticato chi ero, che cosa volevo e come mi sentivo. Ho messo via i miei sogni, la mia personalità per dare voce e soddisfazione a chi mi voleva solo diversa. È arrivato il giorno in cui il dolore, il vuoto e la sensazione di "niente" è stata più forte di quella di "andare incontro" agli altri. È arrivato il giorno in cui guardandomi allo specchio non mi sono riconosciuta. I miei occhi erano spenti, il mio sguardo vuoto e dentro di me l'abisso. È stato quello il momento in cui ho cominciato ad amarmi. Come una bambina mi sono raccolta e abbracciata, ho pianto chiedendomi scusa, mi sono chiesta perdono per non essermi accorta del male che mi stavo facendo. Ho provato rabbia e ho giurato a me stessa che sarei tornata, che avrei lottato per "riportarmi a casa". E ce l'ho fatta.
              Composto sabato 7 marzo 2015
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