Scritto da: Mirko Badiale
in Diario (Sentimenti)
Due persone guardano insieme lo stesso orizzonte: uno vede una linea, l'altro l'infinito.
Composto mercoledì 29 novembre 2017
Due persone guardano insieme lo stesso orizzonte: uno vede una linea, l'altro l'infinito.
Succede così: cammini, guardi avanti, e un giorno inciampi in una persona. E non è cadere, è rialzarsi.
Le estati hanno amori fatui, alcuni sono semplici conoscenze che finiscono con il cadere delle foglie in autunno, ma esistono anche quelli che si portano nell'anima per farli rifiorire in primavera, con la promessa di due cuori di battere ancora in simbiosi nella prossima estate.
Ci sono amore indescrivibili... ci sono amori che vanno al di là di ogni sentimento umano... ci sono amori che non muoiono mai.
Lei era un angelo che bruciava di passione, lui un diavolo in cerca di luce.
C'è chi ha detto che ognuno di noi ha le proprie macchine del tempo: io ne possiedo una che funziona sempre, quella che mi permette di viaggiare indietro nel tempo ogni volta che ritorno nei miei luoghi d'infanzia. Nel giro di pochi istanti tornano immagini, odori, voci, colori, e si riaccendono ricordi indelebili in un fiume di emozioni che continua a scorrermi dentro, nel prezioso nastro dei sogni che proietta immagini sul muro di un tempo senza confini, quel tempo magico che ognuno possiede, quello chiamato "il tempo del cuore".
Quando i libri prendono vita
che isso lo sguardo verso l'orizzonte
scrutandolo con le infinite domande senza risposta
e sposta il fiato sulla bandiera la direzione della stessa
osservando come la giornata mi passa avanti
come un treno alola stazione solo un assaggio vidi
che poi traducendo meglio i miei vecchi sogni
c'è sempre stato quando i libri prenderanno vita
cammineranno sulle loro gambe, metteranno i paradossi alle date
cuciranno le coperte per i loro inverni e le ultime spiagge estive
le foglie che cadono in autunno rosse come il tramonto
gialle come chi ha fegato, castane come il tronco ferito
sulla corteccia in una treccia di liane profumi fiori e frutti
nel bianco della neve che cade in fiocchi fuori alla finestra
all'ordine dell'isso come la bandiera o il prezzemolo cantato
altrove, si sieda l'attesa in una tazza di tè bollente
e quando i libri prenderanno vita di nuovo deduco dall'inizio
una scacchiera, bella megera... strega che incanta che sgrida
che castigamatti ed il caldo della consapevolezza dolce sole
poche parole qualche linguaccia qualche occhiataccia
in questo regalo c'è l'autunno-inverno una collezione di emozioni
ci canto non mi rotolo come il fango sulla pelle dei porcini
ma lo ammiro me lo disegno me lo immortalo ed isso ancora
lo sguardo verso l'orizzonte quando il giallo della narrativa
mi scorre nelle vene e dinnanzi agli occhi
morbido come il vento e nulla tocchi che tocca a me al momento
e quando il noir giallo della narrativa prende vita
posso solo sperare che ai piedi delle bocche di fuoco
di piombo fermi a rumoreggiare nel secondo tempo che fu
mi inginocchi sui piedi vicino ad un fanciullo
che tra le mille soluzioni ed il fiore che sia
possi la sua creazione di un fiore sempre più immortale.
Ho iniziato a fumare in giovane età, forse fin troppo giovane per entrare in questo mondo fatto di accendini, sigarette nascoste, caramelle alla menta per nascondere il puzzo ai miei genitori ed infine, in quello delle cartine e dei filtri fatti con i vari cartoncini delle discoteche o di qualsiasi cosa fosse adatto a quello scopo.
Ho fumato per ben 17 anni! Ricordo, che quando ho iniziato non sapevo nemmeno chiudere da me una canna, ma con il tempo, così come in tutte le cose, impariamo a giostrarci o solamente a fare ciò per cui ci siamo prefissati lo scopo di riuscire.
Ho fumato ed ho annullato anni della mia adolescenza che ricordo con grande piacere; momenti che se li percorro in mente, mi strappano sorrisi dettati da azioni o solamente luoghi ed esperienze vissute.
Fumando, ho rinchiuso dentro me, quello che è la libera espressione dei miei sentimenti; la divulgazione di ciò quando questi sono stati pronti ed inespressi perché grazie al fumo, o all'erba, scavalcavo quel momento del pensiero e mi lasciavo andare in qualcosa che mi liberasse la mente e non mi facesse pensare a niente.
Ho fumato, ed un bel giorno di un'anno fa, il 28 novembre 2016, dopo aver allontanato dalla mia vita quella che era la mia compagna di vita da poco più di un anno, ho iniziato a vedere le cose con occhi diversi.
Lo feci per capire se quello che provavo per me e nei confronti di lei, fosse davvero reale o se solamente, la mia mente avesse idealizzato attimi e comportamenti della mia vita insieme a lei a tal punto da non farmi capire cosa realmente Alberto pensasse di se e di lei stessa.
Ho passato un periodo davvero molto brutto, intenso, cupo. Giorni di umore altalenante che andavano dall'essere felice all'essere profondamente nervoso ed in contrasto con tutto quello che mi ruotasse attorno, in casa, con quei pochi amici, a lavoro.
Ho persistito, ho continuato nella promessa che mi ero prefissato è mi sono scoperto.
Ho scoperto che i sentimenti che provavo non erano idealizzati o solamente coadiuvati dal fumo o dall'alcool che giornalmente faceva parte della nostra vita, serata o prima di andare a letto.
Non era così, non lo è stato.
In me, ho confidato ed ho continuato a digrignare quei denti che giornalmente mi facevano vedere cosa il mio cuore, pensiero, persona, provasse realmente per lei.
Ho cercato di rimediare a qualcosa che, forse, solo adesso vado capendo che era già stato deciso ed a sua volta idealizzato io stesso come qualcuno che non fosse in grado di migliorarsi, di cambiare quello stile di vita ad occhi suoi, fosse fin troppo difficile da cambiare, troppo intenso da poter affrontare, ma per fortuna mia, non è stato così.
Ho combattuto quelle che sono state le mie paure, i miei malesseri, i miei alti e bassi che mi hanno portato a scrivere e mandare sms anonimi da cabine telefoniche con il solo scopo di essere ancora cercato; di litigare ancora una volta, di sentirmi parte di quella coppia che per me, era la famiglia che cercavo da sempre e che sempre dentro me, ero convinto d'aver finalmente trovato.
Così, ho espletato! Ho detto cose che mi hanno etichettato come quello che ha minacciato; ho scritto sui muri che le il flusso dell'acqua ormai ha cancellato, ed adesso che continuo nella mia scelta, che non faccio fatica a perseguire, mi ritrovo ancor oggi, combattuto nel pensare e decidere se scriverle o solamente, lasciare che il periodo che sto passando, sia differente da quelli passati con le altre che grazie al "fumo" ho saputo mettere da parte in pochissimo tempo eludendo quello che era il mio pensiero stesso e non facendo le cazzate di scrivere o continuare a cercare e cercare, prendendo quei maledetti muri che mi sono stati costruiti attorno alla mia persona.
Ci metterò il tempo che sarà necessario per lasciare che il pensiero di questa persona, svanisca dalla mia mente come adesso è ancora presente.
Metterò tutto me stesso come l'ho fatto nel non deviare e nell'abbandonare qualcosa che mi portavo da anni dietro ed alla fine, con grande tenacia e forza di volontà sono riuscito a fare.
Nella vita di ciascuno di noi, entra ed esce tantissima gente, ciascuno di loro, sono come passeggeri di un treno che aspettano alla loro fermata e decidono se salirne e proseguire un tragitto ben definito con noi o solamente scenderne ed avere un altro luogo, un altro treno con cui percorrere il loro cammino.
Io, ho vissuto un fantastico tragitto che ancor oggi, mi lascia dentro quel dolce e quell'amaro che non facilmente vado mimetizzando agli occhi di chi mi conosce.
Ad oggi, ci sono momenti che mi verrebbe di prendere il telefono e comporre quel numero, di scrivere così come sto facendo adesso, alla persona che più mi ha "ucciso" ma alla fine, scopro che questa persona fin troppo sensibile con la quale sono stato definito, sia egli stesso il treno sulla quale puntare per non sentirmi più ferito o solamente, messo da parte, come lo sono stato...
Un anno è già passato, quel 17 luglio o quel 26 novembre, saranno sempre date da ricordare, così come quella targa che per tantissimo tempo ha ossessionato la mia mente nel momento incrociassi una Peugeot 107...
Un anno è passato, ed ahimè, nessun augurio sarà più o stesso se questo un giorno vorrà essere inviato, perché l'augurio che mi sono fatto è quello di tornare a credere un domani nell'amore, nella libera divulgazione dei sentimenti, nelle sfuriate dettate dalle azioni delle persone importanti che saranno di fianco a me tali da essere fatti perché davvero importanti.
A tutti quegli altri che non lo saranno allora, non avrò nulla da dire, né da scrivere, ne tanto meno, da nascondere od inventare, perché con quelle persone non avrò nulla da condividere.
Ogni sera, puntualmente, allo stesso modo di come le costellazioni tracciano sentieri luminosi, fai tu con me.
Ogni sera, quelle stelle cadenti mi donano la speranza o almeno illudono che un giorno finalmente saremo insieme, mi fanno sentire più vicina a te nella speranza di un futuro.
Ogni sera, se mi brillano gli occhi non è perché fisso il cielo stellato, ma perché in ogni costellazione ci rivedo il riflesso dei tuoi occhi che mi accende l'amore nel cuore.
Ogni tanto, dimentichi socchiusa la soglia del cuore. Io sbircio attraverso, avido di te, di ogni tuo respiro. Incantato, mi lascio trasportare dalla più vera e rara bellezza, nelle profondità di un'anima sincera, delicata, pura. Poi ti accorgi di me, ti avvicini, dolcemente mi sorridi richiudendo la porta. Io rimango lì, cullato da ciò che ho visto, rivivendo all'infinito ogni emozione. In attesa di un'altra tua distrazione, che mi dia l'opportunità di rubare, qualche altro istante di te.