Sentimenti


Scritto da: Silvia Nelli
in Diario (Sentimenti)
In troppi pensano che per rendere felice una donna bisogna riempirla di regali, farle fare una vita adagiata, essere sempre presente, non dimenticare nulla e non scordare mai una ricorrenza. Quante volte ho sentito qualcuno pronunciare la frase: "per rendere felici voi donne basta aprire il portafoglio". Poveri stupidi! Per rendere felice una donna basta rispettarla anche quando una qualunque vi offre un'ora di tempo tra le sue gambe. Basta fare in modo che possa sentirsi speciale esattamente come il giorno che l'avete scelta; sempre ammesso che per voi sia stata una vera "scelta". Basta amarla con semplicità, avere un pizzico di comprensione e ogni tanto magari ascoltarla. Perché una donna che si sente amata nelle cose più semplici amerà i vostri difetti, le vostre dimenticanze e farà di voi il suo re senza sottrarvi il vostro regno!
Composto martedì 6 dicembre 2016
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    Scritto da: Giorgio Baiardi
    in Diario (Sentimenti)
    È qui che io adesso resto. Mai più lontano da te. Sarebbe facile andarsene e lasciare che tutto sia stato così inutile. Forse, prima o poi, mi vedrai nitidamente. Tu sai che non sapremo mai cosa saremo nel nostro domani, senza di noi. È qui che io adesso resto. In questo tempo in cui il vento ha la meglio sulle speranze, sui sogni. Sull'amore. Non ci saranno nuovi sguardi, né gesti che possano neppure vagamente attenersi. Non frugherò con la mia solita malinconia, negli angoli del mio cuore per ritrovarti. Perché tu sarai già così. Guarderai lontano, chiedendoti chi sarai senza me, chiedendoti se mai ne è valsa la pena stare lontana dall'amore. Se tra le nostre lacrime, abbiamo trovato ancora un po' di noi. È qui, che io adesso resto. E se pure tu resterai, ritroverai questo amore. Perché un altro non può esistere. Come un viale stretto, a cui dovremo dedicare tutto il tempo necessario per percorrerlo insieme, sapendo che se non ci terremo per mano non potremo contare i passi della nostra vita.
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      Scritto da: Silvia Nelli
      in Diario (Sentimenti)
      Avrei voluto portarti a fare un giro in posti straordinari... non per le strade del mondo, ma dentro di me. Un giro tra le pieghe della mia anima dove io nascondo le cose migliori. Avrei voluto mettessi via un po' di quel tuo "punto di vista" per vedere anche solo per poco il mondo con il mio di "punto di vista". Avresti capito molte cose, avresti visto cose che nemmeno immagini e ascoltato tante di quelle cose che mai hai sentito. Avrei voluto tante cose, ma l'ultima che volevo era capire che di fronte a me avevo qualcuno incapace di viaggiare dentro le persone, del resto per farlo serve coraggio. Un coraggio che tu non avevi, come non hai mai avuto la capacità di capire, vedere e ascoltare qualsiasi cosa derivi dall'anima umana.
      Composto martedì 6 dicembre 2016
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        Scritto da: Giorgio Baiardi
        in Diario (Sentimenti)
        In quell'attimo, come una folgorazione, ebbi la sensazione di sentire il pensiero di lei, entrarmi dentro e di potermene spiegare il significato, come se tra noi ci fosse stato un filo elettrico che invadeva di conoscenza i nostri corpi. Era simile ad un'immagine vista dagli occhi di entrambi. Non potevo spiegarmi, quanto tutto ciò ci facesse sentire uniti e quanto fosse un inspiegabile dejàvu, come un possente senso di familiarità consapevole di una corrispondenza reale ad una esperienza già vissuta. Non vi era nessuna linea di separazione tra noi, neppure quel confine naturale che divide due esseri umani dissimili tra loro. Eravamo tutto quello che all'inizio del nostro amore pensavamo di non raggiungere mai, quell'unicità che pochi riescono a valicare. Non avrei voluto mai, che questo stato potesse svanire, che lei potesse andare via da me. Avrei voluto chiederle di stare con me, per abbattere le paure, le difficoltà, le diffidenze, senza più i misteri che la lontananza aveva creato in noi. Avrei voluto aprire una finestra per vedere un mare blu sconfinato, su cui si può fare qualunque sogno. Ma l'unico sogno che avrei voluto si avverasse, era quello di stare insieme. Insieme, in ogni giorno della nostra vita.
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          Scritto da: samuele rovaj
          in Diario (Sentimenti)
          Perdendo le foglie, gli alberi non si separano dalla loro parte più debole, ma da quella più forte. Sono le foglie che restano aggrappate nonostante la pioggia scrosciante, nonostante il vento incessante, nonostante il sole asfissiante. L'amore prende esempio dalle foglie, non dagli alberi. Siamo foglie, quando l'orgoglio urla le proprie ragioni e noi zittiamo le nostre labbra. Siamo foglie, quando inconsapevoli d'aver ferito, chiniamo la testa ammettendo colpe che non conosciamo. Siamo foglie, quando inconsapevoli della nostra fragilità mettiamo la nostra esistenza nelle mani di un altro essere, quando le contraddizioni sono figlie della paura di essere allontanati, quando restiamo anche se dovremmo andar via. Siamo foglie, perché malgrado la nostra forza, a volte finiamo per cadere, ma nonostante tutto tentiamo di restare aggrappati. Non siamo alberi, siamo foglie!
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            Scritto da: samuele rovaj
            in Diario (Sentimenti)
            È solo una questione di prospettive, di limiti e barriere che poniamo davanti ai nostri occhi, per non vedere e non essere visti, per non toccare e non essere sfiorati, per non dover scegliere e non dare agli altri la possibilità di sceglierci. È una questione di vedute; dal basso tutto sembra enorme, dall'alto siamo noi a guardare gli altri rimpicciolire, ed è inutile porre limiti, varchi, barriere issate con la forza dei muscoli e del pensiero, è inutile! Chi quei limiti ha deciso di varcarli, lo farà senza chiedere, perché porre un muro davanti agli occhi per evitare di vedere le onde sbattere contro gli scogli, non può impedirti di annusare l'odore della salsedine; stringere un coltello dalla parte del manico non può impedirti di ferirti. È solo una questione di prospettive e non puoi impedire che le cose accadano, non puoi evitare che la gente ti travolga e la pioggia ti bagni, non puoi continuare a nasconderti, prima o poi qualcuno ti troverà.
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              Scritto da: samuele rovaj
              in Diario (Sentimenti)
              Voglio che nostro figlio cresca in un mondo dove le foto siano senza colore, ma non senza vestiti, dove la legge è uguale per tutti e non solo a vantaggio di chi ha il potere di farla rispettare; un mondo dove il mare ha l'odore della salsedine e non quello della mondezza scaricata dentro. Voglio che nostro figlio cresca in un mondo dove può sentirsi ancora il frutto dell'amore e non di un errore, dove esistano ancora uomini che hanno onore e non uomini d'onore, dove la diversità non desta paura ma curiosità, dove i colori servano a differenziare la tinta dei capelli e non quello della pelle. Voglio che nostro figlio cresca in un mondo dove non esistono missioni di pace con pistole e fucili, ma con parole e amore, un mondo dove correre può portati lontano e non sia l'unico modo per scappare da ciò che hai intorno, un mondo dove abbia la possibilità e non il bisogno di fare scelte. Voglio che nostro figlio cresca in un mondo dove la legge arrivi dopo il buonsenso e non viceversa. Voglio che nostro figlio cresca in un mondo che impari dal passato, goda del presente e guardi al futuro con occhi tranquilli.
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                Scritto da: samuele rovaj
                in Diario (Sentimenti)
                La natura insegna, che il brivido è l'unico movimento involontario dei muscoli volontari, al quale non riusciremmo in alcun modo a opporre resistenza. Insegna, che non possiamo sottrarci alle assenze del passato, né alle contraddizioni del presente e alle speranze del futuro... Rimarremmo, comunque succubi di quelle assenze, fedeli a quelle contraddizioni e complici di quelle speranze. Insegna quindi, che siamo figli delle nostre assenze, padri delle nostre contraddizioni e amanti delle nostre speranze. E che comunque, come col brivido, non potremmo porre alcuna resistenza ad un muscolo involontario, come un cuore, che ha scelto d'amare.
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                  Scritto da: samuele rovaj
                  in Diario (Sentimenti)
                  Una leggenda racconta che un solo gesto degno di nota possa cancellarne milioni inetti, indicibili, incomprensibili. Racconta che un solo sorriso possa cancellarne milioni più luminosi, una sola parola, mesi di silenzi. Racconta che un solo abbraccio ridarà calore ad un corpo gelido. Ci saranno intere giornate, forse anni interi che passeranno senza lasciare traccia del loro passaggio. Ci saranno persone che si accosteranno alla nostra vita per poi ripartire, e mentre tutto accade, mentre si cerca, si aggiusta, si giustifica, si semina, si raccoglie, mentre tutto questo avviene: si vive. E continueranno a dirti che chi semina raccoglie, che le distanze non contano, che il colore della pelle è un dettaglio, che le cose arrivano per chi sa aspettare, ma nessuno ti dirà mai quanto sia difficile sorridere se non ne hai un motivo, quanto sia complicato colmare quelle distanze, quanto sia logorante mostrarsi senza apparire, quanto sia sfiancante attendere di raccogliere dopo aver seminato. Nessuno racconta la tempesta prima del lieto fine. A nessuno interessa il viaggio prima della meta. La verità di colui che è stato abbandonato, ha lacrime più vere, urla più strazianti, ragioni più forti. Ma bisogna continuare, senza dimenticare quegli anni che non hanno lasciato segni, cicatrici. Perché dai segni e dalle cicatrici si ricomincia sempre, dal nulla, mai. Quindi cerca quel gesto degno di nota, quei sorrisi, quella parola, quell'abbraccio. Non si ricomincia mai da un lieto fine, non si ricomincia mai da un: "e vissero felici e contenti", si comincia e ricomincia sempre da un: "c'era una volta...".
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