Voglio morire al tiepido sole d'aprile, dopo aver vissuto al meglio, come una farfalla. Il sole, il cielo... voglio, il profumo di un fiore, voglio succhiargli il cuore, dopo averlo amato e non soffrire quando appassirà, tanto un giorno vivrò... vivrà...
Avrai l'augurio da ogni amico, ma non farai caso alle loro mani, ne stringerai tante e quanti baci... Tutte le luci della festa si confonderanno In un unico colore nella tua testa, ma nei tuoi occhi il solo viso del tuo amore. Quell'amore che non può sfiorarti, non può baciarti, ma l'unico che vorresti. Lontano, perché non è mio, perché sua non sono, ma dentro l'anima, nel cuore da tanto tempo ci apparteniamo. Passeranno presto tutte queste feste, che ci allontanano, e tutti quei doveri fatti per parvenza... conterai le ore e la sera penserai a me ed io ti penserò, senza te niente mi resta, triste questa lontananza, eppure uniti nei pensieri, oggi più di ieri, mi manchi e questa non è festa...
Fino alla fine dei nostri giorni, ti cercherò, per quei pochi attimi dedicati a me, e sempre aspetterò che torni, nell'aria ti sentirò, quel profumo lasciato sul cuscino, le tue pantofole vicino al camino, le tue rose sopra il tavolino. Sognerò di te, quando non ci sarai, sempre ti amerò, ricordando i tuoi gesti, le tue parole, e se mi concederai anche un solo minuto mi accontenterò. A te ho regalato la mia vita, hai dato senso ai miei giorni, sarò qui ad aspettarti ogni volta che vorrai. Sono tanti anni che ti sono vicino non importa come e quando finirà, ma mi rimarrà il dolce ricordo delle notti insieme, la felicità che mi hai sempre dato, la grande emozione dell'attesa, i tuoi baci e le tue carezze, la nostra grande intesa. Si, forse di più non ho mai preteso, ma senza te il sole più non scalda, e nonostante tutto, il cuore non si sente offeso, voglio te, anche se per un solo giorno, e non importa se forse non farai più ritorno...
Ti rivedo ancora, quella macchietta scura che saltellava, ed ora non ci sei più. Con te ho seppellito parte del mio cuore, a qualcuno sembrerebbe strano, ma quando la mia mano cerca te, la mia consolazione, il mio piccolo cucciolo, morbidoso da stringere e baciare, e non ti trova più, lacrime senza volere scendono giù. Unica nel dimostrare il tuo amore e quando mi hai lasciato hai voluto farmi l'ultimo regalo, quello che è più caro ad ogni mamma, il frutto del tuo amore, sicura che l'avrei curato come ho fatto con te che ho tanto amato. Spero solo che per te esista un paradiso un giardino fiorito, dove potrai correre e giocare, difficilmente troverai chi tanto bene ti ha voluto, come me.
Senza pace... Per te Papà. È passato quasi un anno e mi sembra ieri non averti accanto, non vedere il tuo viso passare ogni giorno dove adesso hai posto senza potere più esaudire i tuoi desideri per me è un continuo tormento e il dolore e lo stesso mi fermo spesso ma non ho il coraggio di entrare non voglio vedere... Quella bianca pietra che chiude per sempre e pone un veto tra te e me non poterti abbracciare, ancora non ci credo lacrime scendono senza poter calmare la rabbia che ho dentro non si può arginare l'ultimo desiderio che non ho ascoltato e con te hai portato lasciandomi da sola senza fiato quella mattina, si... ho pregato che il tuo soffrire era bastato ed in punta dei piedi... te ne sei andato.
Un giorno, tanto tempo fa, quanno che ero ancora regazzina, mi madre me vestì a festa, co le scarpe nove e na bella sottanina. Quanno che stavo pe uscì de casa, me regalò un sordino: compratece quarcosa, na caramella, na sciuscella e poi torna, bella la mia sposa!
Non potete capì che soddisfazione! Giravo, senza meta vicino alla stazione, quanno che davanti a me, tutto rannicchiato su un vecchio cartone un poveraccio, sporco e messo male subito richiamò la mia attenzione. Me avvicino, se contavano l'ossa: pijo da la tasca quer sordino e glielo porgo ner piattino lui me ringrazia, me fa un sorriso e me dà un bacio veloce sur ditino. Me so sentita in bocca er dorce della sciuscella, della caramella, avevo fatto na buona azione... Questo è er sapore della soddisfazione.
Lo sguardo perso, davanti all'altare, non vedevo oltre, lo immaginavo già in cielo e di lacrime un velo, c'èra nella mia testa l'ultima telefonata: corri al suo capezzale, papà stà male. Più volte ho visto il suo dolore, ma poi passava, questo peggioramento non s'aspettava, era una quercia vera. Ma un triste autunno smise le sue foglie, non ci fu più primavera, vedevo i suoi colori, erano cambiati, e rimase chiuso ad aspettare che finisse l'inverno ma i suoi occhi rimasero addormentati. Troppa fretta avevo, nel venire a salutarti, convinta che quì ti avrei comunque ritrovato e rimandavo sempre, quello che dovevo dirti, non trovavo un minuto per sentirti. Troppo tardi, forse ora mi sentirai, non ho saputo dirtelo, con questo dolore mi mancano le parole, mi mancano i tuoi abbracci, i sorrisi la sicurezza, la sentivo ad ogni tua carezza papà mio caro puoi avere la certezza tanto ti ho amato, non sono riuscita a dirtelo.
Una pietra, poi un'altra, di rabbia, di paura, di ignoranza. Pietre scagliate senza capire, tanto sangue, senza intervenire, quale sarà la prossima a morire? Una pietra ancora, una speranza persa per una promessa fatta con il cuore e questa folle corsa che ci rende insensibili, mentre laggiù donne piangono e tremano, con il desiderio di essere invisibili. Alla fine sotto tanta polvere, non s'ode più il gemito, solo un corpo inerme, ucciso dall'amore.
Fisso lo sguardo sul soffitto, ed ho paura, i fantasmi compaiono con le luci della sera, e sogno di precipitare, di affogare, sempre in cavernosi anfratti, da dove non riesco ad uscire. La notte cerco di non dormire, la luce è sempre accesa, ma rimango ad occhi aperti e son sospesa... Vorrei tanto tornare a non pensare, tutto il male del mondo è nella mia testa, e la mia paura ad ogni lacrima si presta, ad ogni debolezza. Finirà mai questa mia tristezza che mi sta distruggendo? Il giorno mi do da fare, per cambiare ma quando è sera non so dove andare.
Ancor caldo quel talamo, profumava d'amore, io seduta sul letto a guardarti, ne sentivo l'odore. Profumo di te, di lei, dei respiri il rumore, ancor piena la stanza, e sentivo il calore. Nei tuoi occhi, la voglia di me, continuavi a fissarmi, ma passavano l'ore, io vogliosa e tremante, situazione eccitante, scrutavo i tuoi gesti, diventavo l'amante... Poi una mano sul viso, un bacio e all'improvviso tutto viene normale, e sul letto abbracciati, non pensare più a niente. Non sentire la colpa, liberare la mente, né futuro, ne presente, solamente il mio cuore, accelerava i battiti, e di nuovo profumo di te e di me, nell'estasi d'amore.