In te trovo la forza per accettare tutto per dimenticare il resto per continuare e ricostruire quello che è distrutto hai messo la prima pietra ed ora c'è un palazzo difficile da gestire per la convivenza ma sai che la pazienza è stata sempre la mia prerogativa dire tanti si e pensarla diversamente per non allontanarmi da te per non far parlare la gente. C'è sempre il modo di poter digerire e vivere al meglio quando il fine sei tu vale la pena mandar giù anche bocconi amari ma sento le tue mani e che mi adori sento il tuo respiro ancora sulle labbra il tuo odore che non mi lascia e rimani dentro il tuo amore che come una coperta mi tiene al caldo con te non vedo oltre e quei momenti che ci separano altro non ricordo.
Come preda ghermita ancor ferita stretta nelle fauci di un famelico animale invano si dimena sperando che la presa non sia greve senza respiro avvinta senza potersi liberare una forma estrema del piacere gemente, eppur presente chiede che abbia almeno un po' di pena straziata da ferite ovunque inferte ma esausta chiede grazia... oppure morte.
Quel velo ancora copre ed offusca la sicurezza che mi rende incerta quando affondo e cado e la mia mano non trova quel che cerca e non riesco a lasciarmi andare quel tuo volere e mai cercare ho bisogno d'altro ma non puoi capire e non voglio dire lo sai, non so pregare ma chi ti sente in fondo riesce a penetrare i tuoi sentimenti e arrivare al cuore e questo forse che mi prende ancora non riesce a scoprirmi per intera.
Un giorno mi sono accorta di sognare volevo un vita e la volevo al sale mi sono accontentata per non aspettare perché volevo in fretta il mio desiderare ma una mattina mi sono detta che della vita ne ho preso solo una fetta quella piccola che nessuno voleva ed in quel piatto quasi chiedeva di essere assaggiata, mangiata, divorata ma più tardi ho capito che non l'ho mai digerita... Il sole da quella finestra stretta non brillava più Il fiore piantato non cresceva e sono uscita, scappata da quella vita cui mi sono adagiata e allora il vento tra i capelli, finalmente l'ho gradito le campane che mi dicevano di sentire era un giorno nuovo, bello da morire fuori finalmente dove ho trovato posto, ho trovato gusto nuova vita, di più non posso dire...
Un semplice gesto, o forse vuoi chiamarlo amplesso un profondo istinto, magari cancellato come il gesso su una lavagna nera per tuo gusto, un segno giusto... ed è la vita. Finalmente un miracolo e ti accorgi che esisti i tempi ti trattengono ma resisti e cerchi di uscire in fretta per paura di non poterti far sentire c'è sempre un tunnel da superare un sorriso vicino, forse già qualcuno si comincia a divertire tanta buona roba che posso assaporare forse quando sarò grande sarà difficile da riavere, bisogna approfittare. La vita finalmente ti accoglie e ti fai cullare cerchi di richiamare l'attenzione con il tuo strillare ma certamente sono tutti accanto a me e mi stanno a sentire. Vita Cresci in fretta e dimentichi che puoi fare da solo come un uccellino in nido sei pronto a spiccare il volo ma quante volte tenti e ti lasci cadere ti aiuteranno qualche volta ma ti conviene riprovare perché ti lasceranno in terra a rovinare cominci ad abituarti e da solo devi camminare ti perderai ma comunque troverai la strada cerca in te la forza e affronta la paura comunque vada. La vita Una scala lunga difficile da salire a volte senza appoggi e senza pioli ma con tanta fantasia comunque voli.
Sei la calma che dovrei avere e non riesco a contenere il sogno ricorrente che mi fa desiderare di dormire l'acqua tra le mani che mi dà brividi e fa presto a scivolare ma quel tocco può bastare. Sei un uragano difficile da gestire non mi dai tempo di riparare cado trascinando quello che mi lasci e trovo il modo per capire che sempre è comunque poco è quel tuo dare sei un fulmine, un tuono e lasci luce sei il mio desiderare, e dimentichi sempre qualcosa da finire sei la coperta che mi scalda ovunque poi scivolando giù, mi lascia raffreddare ma tutto quel che sei è il mio volere sempre e comunque.
Guardo la finestra che è stata mia compagna tutto questo tempo con lo sguardo perso in un giorno terso che spazia senza fissare cosa alcuna nel cielo senza nuvole è mattina presto un volo per un attimo mi distoglie da tutto il resto ora anche i pensieri si sono allontanati e volgo ancora gli occhi verso quel letto vuoto dove da poco è stato liberato un sogno un mese intero e quattro mura bianche la mia sola ragione ma da egoista lo preferivo anche in quella condizione. Era lì, senza un lamento ed aspettava solo il suo momento ripeteva sempre che sarebbe morto e voleva conforto da chi gli era accanto stringevo la sua mano ma non sentivo forza e chiudevo gli occhi per immaginarlo senza quella orribile maschera che nascondeva il viso. Sono ormai tante le notti che non vedo luce sogno un fosso ogni mio passo e continuo al buio in questo labirinto dove ogni movimento è spinto dal mio giusto istinto ma non trovo pace. Il mio centro è la figura che parla in uno specchio guarda senza riflettere quello che hai veramente dentro falsa l'immagine che ne vedi impressa non è mai la stessa non è sicura quindi deduco che quello che pregia solo il fuori e dei contorni fa molta differenza, tra quello che ti appare e la tua vera essenza. Ad un tratto ti ritrovi sola non riesci a proferir parola tanto non capiranno o non saprai spiegare agli altri sembra niente e non avrà importanza ma tu cerchi ancora la presenza in quella stanza che mancherà per sempre una goccia in quel tuo mare.
Vorrei... vorrei essere un pensiero d'uomo quando guarda una donna vorrei sapere come vuol possesso sul di lei corpo per fare sesso ... e poi sentire le parole pronunciate appena per poter cercare la sua pena per avere le sue grazie e già parte sfigato sciogliendole il suo cuore e si avvicinerà con mano un bacio appena stampato sempre pensando al prossimo passo... ed un solo pensiero... sesso e forse già la sente tutta presa tutta sua ed ormai arresa ma cerca invano quel divano e solo per parlare... ma non ha capito niente e nonostante le carezze se una donna non vuol cedere aspetterà invano.
Senza pace... Per te Papà. È passato quasi un anno e mi sembra ieri non averti accanto, non vedere il tuo viso passare ogni giorno dove adesso hai posto senza potere più esaudire i tuoi desideri per me è un continuo tormento e il dolore e lo stesso mi fermo spesso ma non ho il coraggio di entrare non voglio vedere... Quella bianca pietra che chiude per sempre e pone un veto tra te e me non poterti abbracciare, ancora non ci credo lacrime scendono senza poter calmare la rabbia che ho dentro non si può arginare l'ultimo desiderio che non ho ascoltato e con te hai portato lasciandomi da sola senza fiato quella mattina, si... ho pregato che il tuo soffrire era bastato ed in punta dei piedi... te ne sei andato.
Ti sembrerà poi strano ma a distanza di tempo non riesco a parlare quello che io ancora dentro sento come un fuoco in te si è spento o almeno rimane sotto la cenere se ancora arde quella fiamma io fatico a scoprire e sono stanca di provare. Eppure non ti costa niente un bacio una carezza forse è troppo stai lì disteso come se ti fosse dovuto con la sicurezza che ti sei guadagnato senza sapere che niente è certo e molto hai perduto perché l'amore atteso e mai appagato.... Con il tempo è già svanito.