Ti ho cercato dove sei sempre stato, tra nuvole e sogni, tra attese e bisogni, tra foglie cadenti dell'inverno che avanza, tra parole perdute di gioie vissute. Ti ho cercato nel torrente guadato, tra le pagine chiare, sulle onde del mare. Non ti ho trovato e allora ho guardato nel pozzo profondo della mia fantasia, nel punto preciso dove canta il silenzio, dove il nero si fonde e il bianco confonde, dove l'alba e il tramonto si uniscono insieme e gli spazi del giorno non hanno frontiere, dove ciò che è... resterà: eri là.
Cosa nasconde quel velo di nebbia: non certo la sabbia di un mare agitato e neppure la rabbia per un fatto annunciato. Cosa nasconde quel grigio soffuso: forse il canto del merlo confuso da note gelate e da rime sbagliate. Cosa nasconde la penna che scrive non più sulle rive di chiari torrenti: c'è solo costanza che nasconde speranza.
Cosa mi dici tra ciuffi un po' grigi di una mente vissuta: non è più voluta la calda atmosfera di una romantica sera. Ma soffici sogni si appoggiano piano come fiocchi sul ramo, ritornano lenti e ancor sorridenti, se pur non reali. Li avverto presenti, li sento vicino, son con me sul cuscino, soffici sogni svaniti al mattino.
Passa il momento, passaggi nel tempo: di fatti e misfatti di luci, miraggi e conflitti selvaggi. Quelli di ieri che toccano il limite dei nostri pensieri. Quelli di oggi, di anime al vento, di scure "divise" nel triste sgomento. Son solo passaggi in quell'altro orizzonte che abbiamo di fronte e trovano là, nell'altra metà, quel pezzo di cielo che c'è oltre il velo, la parte del cuore scaldata dal raggio, che non segna il passaggio di vite spezzate, ma festeggia il valore di luci arrivate.
Significati, un poco sbagliati, quei fitti pensieri che sanno di ieri. Significati, lontani e annebbiati, tra le rime nascosti nei meandri preposti al nostro ascoltare. Significati, pur sempre cercati al di là del reale, ma il nostro guardare non cede all'istante e puro e ansimante travolge e sconvolge il ritmo preciso di gesti ed azioni. Significati di doni, tracciati sul cuore significati d'amore.
Non fai e non dici con occhi felici tessuti di vita. Non è ripartita la gioia infinita che infondi e confondi tra il dire e il non dire. Quel netto contrasto, tra nebbia e chiarore, tra scuro e bagliore, tra amore e dolore. Non sono parole che inseguo per ore, non sono promesse, ma cerco da te l'essenza di me.
Dolci mantelli di nebbia gelata, fanno apparire più freddo il tramonto. Quel sole lontano mi prende la mano e fuggo lontano da cose e parole. Dolci promesse di un passerotto, che caldo nel nido ha il canto interrotto e resta assopito, dal sonno rapito. Dolci poesie scritte nel bosco, fanno pensare a chi già conosco. Non sono stranezze queste visioni, ma solo dolcezze e calde passioni.
Notte stregata da una luna rubata: sento il chiarore di una sorpresa e sono già presa da fuochi improvvisi. Non sono derisi i folli sorrisi che cantan canzoni di note stregate, di filtri intriganti, di sogni volanti, di teneri amanti, di magiche attese, di mani pretese. Notte stregata non ancor arrivata, ti ho disegnata non come sei, ma così ti vorrei.
Accenno di gelo su frasi e parole, tra foglie e nocciole. Freddo che avanza non spegne il calore che arde per ore quella parte del cuore ancora segnata. Brividi ardenti: ora li senti non più sorridenti quegli occhi sognanti, ma chiusi e vaganti nel vivere odierno. Se sul quaderno colgo i colori di tempi migliori, non sono di ieri i brividi lievi e leggeri: ancor li ritrovo tra i miei desideri.
Avvolti nel manto dell'umido canto, non noto i contorni di cose e parole, ma avverto i segnali dettati dal cuore. Un velo leggero riflette la luce, cammino e non vedo dove conduce quel lungo sentiero ma sento che è vero: della nebbia il mistero.