Statica, frastagliata, aguzza, arroccata, roccia di mare dal rossore baciata, muta e argentata come te. Ferma, silente, non presente, ma non assente, abbracciata con la mente, da granelli di sale riflessi nel mare.
Quando il presente non ti insegna più niente, si cerca il passato nei meandri del fato. Percorri i sentieri del viver di ieri e li trovi più saggi, perché sotto quei raggi di luce e mistero, non pare più vero il ricamo del tempo. Le trame tessute delle ore vissute, le vedi accostate a spiagge dorate, di quando il tuo cuore restava ancorato ad un sogno beato. Il futuro tessuto con filo leggero, è puro mistero. Non cerca, non chiede eppur già le vede le cose che ami e aspetta che il tempo in te le ricami.
Invaso dalle nubi, stretto tra le dita, il sole della vita combatte la sua sfida. Riluce di calore ogni volto, ogni cuore che lo sente con stupore e poi dona il suo turgore tra le spine ad ogni fiore.
Sei luce, sei calore, sei rugiada, sei splendore, sei un canto ammaliatore, sei il ritmo di poesia, sei la mano sulla mia, sei tensione, sei energia, sei ragione e melodia, sei prudenza, sei coscienza, sei la mia non esperienza, sei il vento tra le foglie, sai colmare le mie voglie, di purezza, di magia, di farfalle, leggiadria e scarabei. Non so più cosa tu sei, ma so che in te mi ritroverei.
È dolce quel miele, del sole che lieve bacia ribelle e abbraccia la pelle. Annuncia l'estate, ma tu, le hai forse scordate le api leggere e le tenere sere di incontri furtivi? Se pur le rivivi per attimi assenti, è luce di miele che brilla che danza: è per rimembranza che ora son qua.
Namastè! Salve allo spirito che è in te. La luce saluto che abbraccia ed avvolge e da lontano si scorge, in ritmi accordati, in soffi giocati, in deserti assolati in momenti passati vissuti ed amati che so chiusi in te: Namastè!
David Lawrence scriveva sul Golfo dei Poeti: "Su questo mare guardandolo all'orizzonte, non so mai se sentirò una sensazione di graduale infinita pendenza o di lento curvarsi di spazi. " Sento il curvarsi di mare e di cielo e come un velo di trasparente dolcezza ritrovo saggezza. Rivedo il tuo sguardo, di un misto diffuso di gioia e fermezza o forse deluso dalla mia giovinezza, mi infondevi calore con una carezza. Il curvarsi del cielo abbracciandone il mare è il tuo non amare, questo mio folle sperare.
"Appuntato al talento come uniforme: il grado dei poeti è noto a tutti" Scriveva W. H. Auden. Talvolta scribacchini, su vecchi taccuini come soldati intemerati, noi poeti esorcizziamo le paure di chi amiamo oppure enfatizziamo un sogno con parole. Amore, rimpianti, pensieri sognanti, luci brillanti, calde passioni, nere ossessioni scuri tormenti dei sentimenti o dolci parole ai fantasmi d'amore. E sfida sia! Combattiamo con poesia!
Senza frontiere quei gabbiani di scogliere. Senza pareti, questo "golfo dei poeti", meta ispiratrice della musa ammaliatrice. Senza aritmia, i battiti nel petto in sintonia con rinata fantasia. Senza parole la mia idea di questo sole. Senza risposte, il mio pensiero tra le coste. Vortici esatti della schiuma tra gli anfratti. "Golfo dei poeti", siamo tutti un poco "Amleti" eppur così incompleta questa meta, senza te.
Come una doccia su un fiore che sboccia, m'intriga la luna che chiarore confonde tra i rami e le fronde. Doccia lunare, sul mio non amare il continuo sbagliare, il voler ricercare la notte nel giorno e varcare quel punto del non ritorno. Volere sperare in un tuo ritornare, di note e fragranze, di mele cotogne, di mandorle amare e fra rimembranze una lacrima appare.