Sono più di trent'anni e, di queste ore, mamma, tu con dolor m'hai partorito; ed il mio nuovo piccolo vagito t'addolorava più del tuo dolore. Poi tra il dolore sempre ed il timore, o dolce madre, m'hai di te nutrito: e quando fui del corpo tuo vestito, quand'ebbi nel mio cuor tutto il tuo cuore, allor sei morta; e son vent'anni: un giorno! E già gli occhi materni io penso a vuoto; e il caro viso già mi si scolora; mamma, e più non ti so. Ma nel soggiorno freddo dè morti, nel tuo sogno immoto, tu m'accarezzi i riccioli d'allora.
Non ho bisogno di una lapide, ma Se voi avete bisogno di una per me Vorrei che ci fosse scritto: Ha fatto delle proposte. Noi Le abbiamo accettate. Con una tale incisione saremmo Onorati tutti quanti.
Ne li occhi porta la mia donna Amore (Vita Nova, XXI)
Ne li occhi porta la mia donna Amore, per che si fa gentil ciò ch'ella mira; ov'ella passa, ogn'om ver lei si gira, e cui saluta fa tremar lo core, sì che, bassando il viso, tutto smore, e d'ogni suo difetto allor sospira: fugge dinanzi a lei superbia ed ira. Aiutatemi, donne, farle onore. Ogne dolcezza, ogne pensero umile nasce nel core a chi parlar la sente, ond'è laudato chi prima la vide. Quel ch'ella par quando un poco sorride, non si po' dicer né tenere a mente, sì è novo miracolo e gentile.
Non come volse Pinabello avvenne de l'innocente giovane la sorte; perché, giù diroccando a ferir venne prima nel fondo il ramo saldo e forte. Ben si spezzò, ma tanto la sostenne, che 'l suo favor la liberò da morte. Giacque stordita la donzella alquanto, come io vi seguirò ne l'altro canto.
Un vecchio d'oro con un orologio a lutto Una regina di pena con un uomo d'Inghilterra e lavoratori della pace con i tutori del mare Un ussaro della compagnia con un fesso della morte Un serpente da caffè con un macinino con gli occhiali Un cacciatore di corda con un danzatore di teste Un maresciallo di schiuma con una pipa in ritirata Un neonato in abito nero con un gentleman in fasce Un compositore da forca con un pendaglio di musica Un raccattatore di coscienza con un rettore di cicche Un arrotino di Coligny con un ammiraglio di forbici Una suora del Bengala con una tigre di San Vincenzo di Paola Un professore di porcellana con un aggiustatore di filosofia Un controllore della Tavola Rotonda con cavalieri dell'Azienda del Gas di Parigi Un'anitra a Sant'Elena con un Napoleone all'arancia Un custode di Samotracia con una Vittoria di cimitero Un rimorchiatore di famiglia numerosa con un padre d'alto mare Un membro della prostata con una ipertrofia dell'Accademia francese Un robusto cavallo in partibus con un vescovo da circo Un controllore dalla voce bianca con un piccolo cantore d'autobus Un chirurgo terribile con un bambino dentista e il generale delle ostriche con un apritore di Gesuiti.
Ridono continuamente anche quando un'asse piomba giù e rovina una faccia o deforma un corpo loro continuano a ridere, quando il colore dell'occhio impallidisce da far paura per via della poca luce ridono ancora; rugosi e rimbecilliti ancora giovani ci scherzano sopra: un uomo che dimostra sessant'anni dirà ne ho 32, e allora rideranno tutti; qualche volta li fanno uscire per una boccata d'aria ma sono incatenati a ritornare da catene, che non spezzerebbero anche se potessero; anche fuori, tra gli uomini liberi, continuano a ridere, girano qua e là con un passo zoppicante e inane quasi non fossero più lì con la testa; fuori masticano un tozzo di pane, tirano sul prezzo, dormono, contano i soldi, guardano l'orologio e sono di ritorno; qualche volta nei confini addirittura si fanno seri un momento, parlano di Fuori, di come deve essere orribile, essere chiusi Fuori per sempre, e non essere mai più riammessi; fa caldo mentre lavorano e sudano un po', ma lavorano sodo e bene, lavorano così sodo che i nervi si ribellano e lì fanno tremare, ma spesso sono elogiati da quelli che tra loro si sono innalzati come stelle, e ora le stelle vigilano vigilano anche per quei pochi che potrebbero tentare un ritmo più lento o mostrare disinteresse o simulare una malattia per avere un po' di riposo (il riposo deve essere guadagnato per raccogliere le forze destinate ad un lavoro più perfetto).
Qualche volta uno muore o impazzisce e allora da Fuori ne arriva uno nuovo per sfruttare la sua grande occasione.
Io ci sono stato molti anni; in principio trovavo il lavoro monotono, stupido addirittura ma ora vedo che tutto ha un senso, e i lavoratori senza volto vedo bene che non sono proprio brutti, e che le teste senz'occhi – ora so che quegli occhi ci vedono e sono capaci di seguire il lavoro. Le donne che lavorano sono spesso le migliori, adattandosi con naturalezza, e con alcune ho amoreggiato nei momenti di riposo; in principio non sembravano molto diverse dalle scimmie ma poi grazie al mio spirito di osservazione mi son o reso conto che erano cose reali e vive come me.
L'atra sera un vecchio lavoratore grigio e cieco, non più utile è stato mandato in pensione là Fuori.
Discorso! Discorso! Abbiamo chiesto
è stato un inferno, ha detto lui abbiamo riso tutti e 4000: aveva conservato il suo umorismo fino alla fine.
L'uomo è la contro un muro vicino a un armadio sul tavolo c'è un portacenere l'omo è là e c'è contro di lui la sofferenza l'angoscia c'è anche una donna che è là gli amici se ne sono andati altre donne se ne sono andate un gatto contraddizioni come zanzare e fa una strana faccia l'uomo che guarda la donna che lo guarda sa certe cose indovina e dice eccoci qua sto per soffrire terribilmente non c'è niente da fare è cotto sorride ma ha almeno 250 di febbre un dolore da bambino come un maneggio con gli anelli da infilare a ogni curva senza riuscirci un dolore d'uomo cupo paesaggio cose già viste e che ritornano dicendo non è lo stesso è molto meglio orchestra singhiozzi fantasmi con la faccia di cuore sorridenti certezze d'infelicità lamenti deliziosi sorrisi bisturi... dolore d'uomo irrisoria romanza sanguinante storie di calendario velocità degli anni cognome Dicembre nome Giovedì matricola 23 l'anno scorso quest'anno l'anno venturo e l'uomo si dice quando si ha mal di denti si va dal dentista per i piedi c'è il pédicure contro l'angoscia e la sofferenza che posso fare sono ancora una volta del tutto perduto... ancora una volta mi porto dietro qualcuno nella mia caduta ecco che torna la nebbia l'amore gli uccelli della felicità che nebbia schifosa e che schifosi uccelli grandi volatili sentimentali uccelli dallo sguardo piangente andate a picchiare nel muro battete le ali picchiate contro i mobili sudici uccelli di polvere cantate falsi la canzone stonata falsi volate piangete falsi impagliati automi antiquari colombi da cartolina uccelli con la faccia da ubriacone avete nel becco di cartone la lettera anonima dell'amore uccelli di tutti i paesi uccelli di tutti i rami di tutti gli alberi di tutti i paesi usignoli de Giappone unitevi uccelli del paradiso uccelli mosca uccelli rapaci pellicani pinguini passerotti unitevi pavoni gridate come pavoni uccelli cantate a squarciagola in tutto il mondo aquile marine gridate da aquile marine e tu bozzagro fai il verso del bozzagro usignolo l'uomo ti ha cavato gli occhi perché tu canti meglio ma questo ci apre gli occhi l'uomo è un bel coglione con la sua bella cartolina in mano l'uomo che recita il suo monologo da piccione amore sempre lo stesso amore l'uomo che vuole vedere vecchio l'amore uccelli migratori fermate i vostri viaggi uccelli blu cucù gridate cucù gridate a squarciagola unitevi il mondo deve sapere che l'amore non deve più l'amore possedere fermate i simulacri uccelli notturni uccelli diurni un uccello non appartiene a un altro uccello la donna non appartiene all'uomo né l'uomo alla donna cucù gridate a squarciagola e dite mescolate le uova cambiate nido fuori la testa dalla sabbia struzzi dite quel che avete da dire l'uomo gli uomini non hanno l'aria di voler smettere di soffrire e io sono uno di loro gli uomini non hanno l'aria di voler smettere di far soffrire ma che cos'ha dunque nel corpo tutta questa gente...
Nel fondo tutto ciò che racconto uccelli che non mi sentite è per passare il tempo per nascondermi un po' e l'uomo continua vicino al suo armadio silenzioso lancia ridicoli appelli grida aiuto senza parlare ha pensato uccello s'aggrappa agli uccelli se avesse pensato sedia supplicherebbe i mobili tocca gli oggetti li accarezza la scatola dei fiammiferi il portacenere perde la bussola perde la testa la sofferenza è pronta sta per annegarlo... si è fatta molto bella per venire a cercarlo ha la faccia della giovinezza e piccolissimi piedi e anche lei soffre si lamenta... ed è un lamento vero ma è stato imparato e c'è qualcosa che zoppica in quel lamento l'uomo si aggrappa ai mobili la sofferenza si attacca a lui e ride immediatamente subito l'uomo per farla tacere cerca di farla soffrire...