Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Gloria del disteso mezzogiorno

Gloria del disteso mezzogiorno
quand'ombra non rendono gli alberi,
e piú e piú si mostrano d'attorno
per troppa luce, le parvenze, falbe.

Il sole, in alto, - e un secco greto.
Il mio giorno non è dunque passato:
l'ora piú bella è di là dal muretto
che rinchiude in un occaso scialbato.

L'arsura, in giro; un martin pescatore
volteggia s'una reliquia di vita.
La buona pioggia è di là dallo squallore,
ma in attendere è gioia piú compita.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    L'uccellino del freddo

    Viene il freddo. Giri per dirlo
    tu, sgricciolo, intorno le siepi;
    e sentire fai nel tuo zirlo
    lo strido di gelo che crepi.
    Il tuo trillo sembra la brina
    che sgrigiola, il vetro che incrina...
    trr trr trr terit tirit...
    Viene il verno. Nella tua voce
    c'è il verno tutt'arido e tecco.
    Tu somigli un guscio di noce,
    che ruzzola con rumor secco.
    T'ha insegnato il breve tuo trillo
    con l'elitre tremule il grillo...
    trr trr trr terit tirit...
    Nel tuo verso suona scrio scrio,
    con piccoli crepiti e stiocchi,
    il segreto scricchiolettio
    di quella catasta di ciocchi.
    Uno scricchiolettio ti parve
    d'udirvi cercando le larve...
    trr trr trr terit tirit...
    Tutto, intorno, screpola rotto.
    Tu frulli ad un tetto, ad un vetro.
    Così rompere odi lì sotto,
    così screpolare lì dietro.
    Oh! lì dentro vedi una vecchia
    che fiacca la stipa e la grecchia...
    trr trr trr terit tirit...
    Vedi il lume, vedi la vampa.
    Tu frulli dal vetro alla fratta.
    Ecco un tizzo soffia, una stiampa
    già croscia, una scorza già scatta.
    Ecco nella grigia casetta
    l'allegra fiammata scoppietta...
    trr trr trr terit tirit...
    Fuori, in terra, frusciano foglie
    cadute. Nell'Alpe lontana
    ce n'è un mucchio grande che accoglie
    la verde tua palla di lana.
    Nido verde tra foglie morte,
    che fanno, ad un soffio più forte...
    trr trr trr terit tirit...
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      Scritta da: Francesca Oniram
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Corrispondenze

      La natura è un tempio in cui viventi
      colonne lasciano talvolta sfuggire
      confuse parole; l'uomo vi passa,
      attraverso foreste di simboli,
      che lo guardano con sguardi
      familiari.
      Simili a lunghi echi,
      che di lontano si confondano
      in una tenebrosa e profonda unità
      – vasta come la notte e la luce –
      i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
      Profumi freschi come carni di bimbi,
      dolci come il suono dell'oboe,
      verdi come praterie.
      Ed altri corrotti, ricchi e trionfanti,
      vasti come le cose infinite:
      l'ambra, il muschio, il benzoino
      e l'incenso, che cantano
      i rapimenti dello spirito e dei sensi.
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        Scritta da: Anna Alleva
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Compianto per Ignazio Sánchez Mejías - il sangue sparso

        Non voglio vederlo!
        Di' alla luna che si mostri;
        non voglio vedere il sangue
        d'Ignazio sopra l'arena.
        Non voglio vederlo!
        È spalancata la luna.
        Cavallo di calme nubi
        e circo grigio del sogno
        con salici in prima fila.
        Non voglio vederlo!
        Il mio ricordo si brucia.
        Avvisate i gelsomini
        di minuscolo candore!
        Non voglio vederlo!
        La vacca del vecchio mondo
        passava la triste sua lingua
        sopra un muso di grumi
        di sangue in terra versato.
        Ed i tori di Guisando,
        quasi morte e quasi pietra,
        mugghiaron come due secoli
        sazi di premere il suolo.
        No.
        Non voglio vederlo!
        Sale Ignazio sui gradini,
        tutta la sua morte a spalla.
        Andava in cerca dell'alba
        e l'alba non esisteva.
        Cerca il suo fermo profilo
        e il sogno lo disorienta.
        Il suo bel corpo cercava
        e trovò il suo sangue aperto.
        Non ditemi di vederlo!
        Non voglio sentire il getto
        che sempre più s'affioca;
        il getto che le tribune
        illumina e si riversa
        sopra il fustagno ed il cuoio,
        della folla sitibonda.
        Chi mi grida di mostrarmi!
        Non ditemi di vederlo.
        Non si chiusero i suoi occhi
        nel vedersi lì le corna;
        ma le terribili madri
        rizzarono allora il capo.
        Ed attraverso gli allevamenti
        corse un vento di voci segrete,
        a tori celesti gridate
        da mandriani di pallida nebbia.
        Non principe di Siviglia
        potrebbe essergli pari,
        né spada come la sua
        né cuore del suo più vero.
        Come un fiume di leoni
        il suo stupendo vigore,
        e come un torso di marmo
        la sua lineata saggezza.
        Aria di Roma andalusa
        gli dorava la testa
        dove il suo riso era un nardo
        di sale e d'intelligenza.
        Che gran torero in arena!
        Che buon montanaro ai monti!
        Quanto mite con le spighe!
        Quanto duro con gli sproni!
        Tenero con la rugiada!
        Che bagliore nella fiera!
        Quanto tremendo con l'ultime
        banderillas della tenebra!
        Ma ora dorme in eterno.
        Ora i muschi e l'erba dischiudono
        con loro dita sicure
        il fiore del suo teschio.
        E il suo sangue ora viene cantando:
        cantando per maremme e praterie,
        sdrucciolando su corna intirizzite;
        senz'anima vacilla nella nebbia.
        In migliaia di zoccoli inciampando
        come una lunga, oscura, triste lingua,
        per formare una pozza d'agonia
        presso il Guadalquivir del firmamento.
        Oh bianco muro di Spagna!
        Oh nero toro di pena!
        Oh sangue duro d'Ignazio!
        Oh usignolo delle sue vene!
        No.
        Non voglio vederlo!
        Un calice non v'è che lo contenga,
        non vi son rondinelle che lo bevano,
        non v'è brina di luce che lo geli,
        non di gigli v'è canto né diluvio,
        non cristallo che lo copra d'argento.
        No.
        Io non voglio vederlo!
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          Scritta da: Julie Gensini
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Lucinda Matlock

          Andavo a ballare a Chandlerville
          e giocavo alle carte a Winchester.
          Una volta cambiammo compagni
          ritornando in carrozza sotto la luna di giugno,
          e così conobbi Davis.
          Ci sposammo e vivemmo insieme settant'anni.
          Filavo, tessevo, curavo la casa, vegliavo i malati,
          coltivavo il giardino e, la festa,
          andavo spesso per i campi dove cantano le allodole,
          e lungo lo Spoon raccogliendo tante conchiglie,
          e tanti fiori e tante erbe medicinali-
          gridando alle colline boscose, cantando alle verdi vallate.
          A novantasei anni avevo vissuto abbastanza, ecco tutto,
          e passai ad un dolce riposo.
          Cos'è questo che sento di dolori e stanchezza
          e ira, scontento e speranze fallite?
          Figli e figlie degeneri,
          la Vita è troppo forte per voi-
          ci vuole vita per amare la Vita...
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Più degna di vederlo, potrò essere
            Perché il lungo Impedimento - la Grazia - in Me -
            Con Estati, e con Inverni, farà crescere,
            Trascorso qualche Anno - Un aspetto mi darà

            Da farmi la più bella della Terra -
            l'Attesa - allora - apparirà così preziosa
            Che attribuirò una pena dimezzata
            Alla colpa di esser stata scelta - allora -

            è tempo di pregustare il Suo Sguardo -
            Dapprima - Delizia - e poi - Sorpresa -
            Quel volgersi ripetuto al mio volto
            Per Accertare che sia la Grazia -

            Lasciata dietro di sé Un Giorno - Tanto minore
            Da cercare la Prova, che Quella - sia Questa -

            Io devo solo non diventare così nuova
            Da farlo sbagliare - e chiedere di me
            a me - quando subito verso la Porta
            Andrò - per non andare più Altrove -

            Io devo solo non tramutarmi in così bella
            Da farlo sospirare - "l'Altra - Lei - Dov'è?"
            L'Amore, tuttavia, m'istruirà a dovere
            Sarò perfetta - ai Suoi occhi -

            Se Egli percepirà l'altra Verità -
            In una più Eccellente Gioventù -

            Com'è dolce non essersi privata Invano -
            Ma guadagnare - con la perdita - Col Dolore - ottenere -
            La Bellezza che Lo compensi al meglio -
            La Bellezza della Domanda - Acquietata.
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