Poesie d'Autore migliori


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

O poesia poesia poesia

O poesia poesia poesia
Sorgi, sorgi, sorgi
Su dalla febbre elettrica del selciato notturno.
Sfrenati dalle elastiche silhouttes equivoche
Guizza nello scatto e nell'urlo improvviso
Sopra l'anonima fucileria monotona
Delle voci instancabili come i flutti
Stride la troia perversa al quadrivio
Poiché l'elegantone le rubò il cagnolino
Saltella una cocotte cavalletta
Da un marciapiede a un altro tutta verde
E scortica le mie midolla il raschio ferrigno del tram
Silenzio - un gesto fulmineo
Ha generato una pioggia di stelle
Da un fianco che piega e rovina sotto il colpo prestigioso
In un mantello di sangue vellutato occhieggiante
Silenzio ancora. Commenta secco
E sordo un revolver che annuncia
E chiude un altro destino.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Talor mentre cammino per le strade

    Talor, mentre cammino per le strade
    della città tumultuosa solo,
    mi dimentico il mio destino d'essere
    uomo tra gli altri, e, come smemorato,
    anzi tratto fuor di me stesso, guardo
    la gente con aperti estranei occhi.

    M'occupa allora un puerile, un vago
    senso di sofferenza ed ansietà
    come per mano che mi opprima il cuore.
    Fronti calve di vecchi, inconsapevoli
    occhi di bimbi, facce consuete
    di nati a faticare e a riprodursi,
    facce volpine stupide beate,
    facce ambigue di preti, pitturate
    facce di meretrici, entro il cervello
    mi s'imprimono dolorosamente.
    E conosco l'inganno pel qual vivono,
    il dolore che mise quella piega
    sul loro labbro, le speranze sempre
    deluse,
    e l'inutilità della loro vita
    amara e il lor destino ultimo, il buio.

    Ché ciascuno di loro porta seco
    la condanna d'esistere: ma vanno
    dimentichi di ciò e di tutto, ognuno
    occupato dall'attimo che passa,
    distratto dal suo vizio prediletto.

    Provo un disagio simile a chi veda
    inseguire farfalle lungo l'orlo
    d'un precipizio, od una compagnia
    di strani condannati sorridenti.
    E se poco ciò dura, io veramente
    in quell'attimo dentro m'impauro
    a vedere che gli uomini son tanti.
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      Scritta da: Cheope
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Esistere psichicamente

      Da questa artificiosa terra-carne
      esili acuminati sensi
      e sussulti e silenzi,
      da questa bava di vicende
      - soli che urtarono fili di ciglia
      ariste appena sfrangiate pei colli -
      da questo lungo attimo
      inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
      da tutto questo che non fu
      primavera non luglio non autunno
      ma solo egro spiraglio
      ma solo psiche,
      da tutto questo che non è nulla
      ed è tutto ciò ch'io sono:
      tale la verità geme a se stessa,
      si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
      Chiarore acido che tessi
      i bruciori d'inferno
      degli atomi e il conato
      torbido d'alghe e vermi,
      chiarore-uovo
      che nel morente muco fai parole
      e amori.
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        Scritta da: Antonella Marotta
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Ed amai nuovamente; e fu di Lina
        dal rosso scialle il più della mia vita.
        Quella che cresce accanto a noi, bambina
        dagli occhi azzurri, è dal suo grembo uscita.

        Trieste è la città, la donna è Lina,
        per cui scrissi il mio libro di più ardita
        sincerità; né dalla sua fu fin ad oggi mai l'anima partita.

        Ogni altro conobbi umano amore;
        ma per Lina torrei di nuovo un'altra
        vita, di nuovo vorrei cominciare.

        Per l'altezze l'amai del suo dolore;
        perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra,
        e tutto seppe, e non se stessa, amare.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Perché l'età ne'nvola
          il desir cieco e sordo,
          con la morte m'accordo,
          stanco e vicino all'ultima parola.
          L'alma che teme e cola
          quel che l'occhio non vede,
          come da cosa perigliosa e vaga,
          dal tuo bel volto, donna, m'allontana.
          Amor, ch'al ver non cede,
          di nuovo il cor m'appaga
          di foco e speme; e non già cosa umana
          mi par, mi dice, amar...
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            Scritta da: Andrea De Candia
            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Se la foglia piange e trema
            di fronte alla volontà di Dio
            e Dio è combusto nell'universo,
            se l'universo non è che una pallida idea
            di ciò che ci darà la vita nuova
            e la beatitudine,
            che dire degli angeli
            che si oppongono alla foschia delle genti,
            al loro turbinio,
            al fumo della guerra
            e che dissipano con un'arma celere
            i falsi splendori di Satana?
            Angeli battaglieri
            che entrano nelle foreste delle passioni,
            che tolgono le piante impure
            e sradicano il male.
            Angeli che piangono
            quando si rovesciano i troni di Dio,
            angeli che divorano le donne
            con le loro carezze.
            Angeli che portano i loro seni lontano
            affinché Dio li rivesta di gramaglie
            per tutti i mancati splendori.
            Angeli che tremano
            davanti alla collera divina
            e sono così palpitanti d'amore
            che ogni donna vorrebbe somigliare a loro.
            Angeli in fuga verso la beatitudine,
            angeli che scorrono
            come l'acqua al di là dell'universo,
            angeli che tornano a baciare
            le labbra dimenticate.
            Composta sabato 2 aprile 2016
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