Nessun uomo è un'Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra. Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare, la Terra ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto, o una Magione amica o la tua stessa Casa. Ogni morte d'uomo mi diminusce, perché io partecipo all'Umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: Essa suona per te.
Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso, non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge, cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.
Sono affamato del tuo riso che scorre, delle tue mani color di furioso granaio, ho fame della pallida pietra delle tue unghie, voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.
Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza, il naso sovrano dell'aitante volto, voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia
e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo, cercandoti, cercando il tuo cuore caldo come un puma nella solitudine di Quitratúe.
Il pesce è muto nel mare, la bestia è turbolenta sulla terra, l’uccello canta per l’aria. Ma l’uomo ha dentro di sé e il silenzio del mare e lo strepito della terra e la musica dell’aria.
Dall'ondeggiante oceano, la folla, venne teneramente a me una goccia, mormorando
Io ti amo, tra non molto morirò ho fatto un lungo viaggio solo per guardati, toccarti, perché non potevo morire sinché non ti avessi parlato, perché temevo di poterti poi perdere.
Ora ci siamo incontrati, ci siamo guardati, siamo salvi,
ritorna in pace all'oceano mio amore,
anch'io sono parte di quell'oceano amore, non siamo così
separati,
considera il grande globo, la coesione del tutto, quanto è
perfetta!
Ma per me, per te, il mare irresistibile deve separarci,
e se per un'ora ci tiene lontani, non potrà tenerci lontani per sempre;
non essere impaziente - un istante - sappi che io saluto
Rimuovo le antiche muraglie per trovare le praterie del sogno e incontrare te, pane incontaminato che prendo con le labbra. Sentire la tua lingua di bosco e l'ansia salina del tuo respiro, il cuore che si ferma è il battito di ali di un'anima che forse se ne va per morire d'amore.
Siamo molto cortesi l'uno con l'altro, diciamo che è bello incontrarsi dopo anni.
Le nostre tigri bevono latte. I nostri sparvieri vanno a piedi. I nostri squali affogano nell'acqua. I nostri lupi sbadigliano a gabbia aperta.
Le nostre vipere si sono scrollate di dosso i lampi, le scimmie gli slanci, i pavoni le penne. I pipistrelli già da tanto sono volati via dai nostri capelli.
Ci fermiamo a metà frase, senza scampo sorridenti. La nostra gente non sa parlarsi.
Ho preso questo cuore triste e solitario e mestamente l'ho gettato in mezzo al mare; ma prima sopra, col mio inchiostro ho scritto: per non amare più! Per non amare.
Che mi ami tu lo dici, ma con una voce più casta di quella d'una suora che per sé sola i dolci vespri canta, quando la campana risuona - Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma con un sorriso freddo come un'alba di penitenza, Suora crudele di San Cupido Devota ai giorni d'astinenza - Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma le tue labbra tinte di corallo insegnano meno gioia dei coralli del mare - Mai che s'imbroncino di baci - Su, amami davvero!
Che mi ami tu lo dici, ma la tua mano non stringe chi teneramente la stringe. È morta come quella d'una statua. Mentre la mia brucia di passione - Su, amami davvero!
Su, incendiamoci di parole e bruciandomi sorridimi - stringimi come devono gli amanti - su, baciami. E l'urna, poi, delle mie ceneri seppelliscila nel tuo cuore - Su, amami davvero!
Il sollievo con cui accetto che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro e in libertà con loro, e questo l'amore non può darlo, né riesce a toglierlo.
Non li aspetto dalla porta alla finestra. Paziente quasi come una meridiana, capisco ciò che l'amore non capisce, perdono ciò che l'amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera passa non un'eternità, ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene, i concerti sono ascoltati fino in fondo, le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi.
E quando ci separano sette monti e fiumi, sono monti e fiumi che trovi sui ogni atlante.
È merito loro se vivo in tre dimensioni, in uno spazio non lirico e non retorico, con un orizzonte vero, perché mobile.
Loro stessi non sanno quanto portano nelle mani vuote.
"Non devo loro nulla" – direbbe l'amore sulla questione aperta.