Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)
Il tempo scivola
via come la sabbia tra le dita,
restano granelli di ricordi incastrati fra cuore e anima.
Nel suo passare via ne comprendi li senso;
a volte con sollievo, spesso con tormento.
Si intrecciano passato e presente,
i sogni belli con quelli brutti.
Conta i granelli, sono davvero tanti.
Trafiggono il cuore, feriscono l'anima.
Portano sollievo e qualche rimpianto.
Poi ne guardi il cuore, ne senti il profumo.
Volta pagina, non è finita.
Tra i ricordi ieri e quelli di domani
vivi il presente.
Composta venerdì 30 novembre 2001
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)
    La pelle impregnata
    nel sapore di te,
    la voglia ancora accesa
    nell'infinito piacere.

    Sogni tangibili
    consumati ad amare,
    esausti ma mai stanchi
    del saziarsi l'uno dell'altro.

    In questa candida notte d'amore
    senza tregua, colma di sensi.
    Nello scivolare dentro di me
    l'unione delle nostre anime
    consuma la notte
    mentre pelle contro pelle
    accogliamo l'alba.
    Composta martedì 1 gennaio 2013
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      Scritta da: Nello Maruca
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      CLXXXVI

      Calpestio di passi sono all'orecchio,
      fruscio di veste, mormorio di bocca
      e mentre dieci l'orologio scocca
      tutti i presenti danno a porta l'occhio

      allorché s'apre con leggero crocchio
      e vecchia suora dalla gamba stracca,
      indosso larga e misera casacca
      si ferma ai piè di letto e forma cerchio.

      S'inchina riverente in ver duchessa
      e poscia col suo far mesto e commosso,
      a testa china e con la voce bassa:

      A voi porta con me nostra Badessa
      triste nuova, che nostr'Ordine ha scosso:
      Suora Brunetta da due giorni è cessa.

      Nulla valse d'erbe lunga mistura
      ché compiersi dovea fosca ventura.
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        Scritta da: Nello Maruca
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        CLXXXIV

        Or lo cervello mio è lucido e sveglio
        e son l'orecchie attente ad ogni dire
        e gl'arti sollevati dal patire,
        soltanto peso tengo ancor su ciglio.

        Lo corpo tutto va incontro al meglio
        che libero ora tutt'è nel suo agire
        e nessun membro più sento soffrire,
        ma ancora sol vista creami scompiglio.

        Tra carezze di possidente nobil
        donna e mamma, ancora a lungo resto
        ad occhio chiuso, ma a mente aperta

        cui forte volontà ciglia disabil
        spinge alzarsi, onde lasciare scoverta
        vista, desiosa il dolce volto mesto

        mirar di nutrice, d'ansia coverta,
        qual etere di nubi tetre attorta.
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          Scritta da: Nello Maruca
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          CLXXXIII

          Accanto a mamma dal pallor mortale
          raffinata siede donna spartana
          degna figur di nobil castellana,
          con occhi dolci e dal volto ovale.

          Due suore a destra man del capezzale
          che al suon di tocchi di bronzea campana
          che a raccolta chiama gente nostrana
          in chiesetta di palagio ducale,

          s'alzano a recitare l'avemaria.
          La manca mano in quella di mamma
          pongo e con mia la sua lacrima scorre.

          Concluso appena hanno terribil dramma,
          infra le steppa d'Argentina e serre,
          zii ch'an vissuto in quelle nobil terre.
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            Scritta da: Umiltà
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            La nonna ed io

            Mano nella mano la nonna e io andavamo.
            Le spalle curve dagli affanni
            mostravano i suoi anni.
            Narrava d'ogni strada la sua storia
            ed io imparavo a memoria.
            Nelle sere estive, dalla collina,
            Morgana, magicamente
            ci mostrava uno scenario imponente.
            Reggio, al di la del mare
            la si potea toccare.
            Dietro i monti calabri
            la luna faceva capolino
            alzandosi pianino.
            Vedendo il mio stupore, diceva dolcemente:
            "E la gente, che con lunghe forcine
            alzano l'astro d'argento su nel firmamento".
            Poi lampade barcaiole,
            la cara madonnina;
            che incanto!
            La brezza marina batte sul mio viso
            socchiudo gli occhi,
            sono in paradiso.
            Nel pensier tacito e silente
            torno a vederti accanto sempre
            bianca, dolce, delicata,
            eri tu nonnina tanto amata.
            Composta venerdì 30 novembre 1979
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              Scritta da: Marta Emme
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Il bacio

              Con le ali trasparenti
              di una libellula,
              come sospesa
              sull'orlo di una nuvola,
              pronta a librarmi
              curiosa sul mondo
              per renderlo un po' più fecondo,
              ho attraversato il tempo
              della giovinezza,
              quando con leggera euforia
              leggevo i segni
              stampati sul corpo
              di chi, d'amore e passione
              rapito o smarrito,
              tutto voleva
              e tutto spendeva,
              e quell'ingordigia
              cader lo faceva
              nella trappola che null'altro
              offre se non piacere.
              Ed eran quei baci
              dati senza sapere a chi,
              a confondere tutto,
              a dar l'illusione
              di essere grandi,
              di esser "avanti".
              Ed ecco... un bacio sorprende,
              non lascia fiato,
              non è scontato.
              è cominciar da capo,
              è partir per Eldorado,
              è volare in un mondo incantato,
              è danzar con le punte del naso
              e sentir le sirene cantare
              nel cuore e perdersi così d'amore,
              è pura magia, è la malia
              di una fata sapiente
              che conduce il corpo alla mente,
              è armonia celestiale,
              è un rimedio naturale
              alla voglia di litigare.
              E difender vorrei,
              ora, l'essere gay,
              perché un bacio per natura
              ha similar calibratura
              nell'umana creatura
              quando amor la investe.
              Composta giovedì 7 febbraio 2013
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