Poesie d'Autore


in Poesie (Poesie d'Autore)

Se della mia voce

Se della mia voce potessi liberarmi
per attorcigliare la tua gola alla mia
e solo usare quell'oceano
formato dalle tue parole che nettare sono
per la mia lingua di orfano di vedovo di straniero
Se smettere potessi d'essere assente
per trasformare la tua anima nella mia patria
lasciandoti sentire per una volta
l'impatto mortale del mio silenzio
In fondo altro non sono che il ricordo della tua voce.
Ogni volta che mi rifiuti
finisci di partorirmi.
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    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Holderlin vecchio

    Solevo, da giovane, gaio ridestarmi al mattino
    con la rugiada, e m'attristavo alla caduta del giorno.
    Ora al levarmi la bianca discesa maledico
    che ogni radice rinfresca, e vorrei che le mie palpebre
    fossero morte serrande giù tratte dal peso infinito
    del mondo minerale. Ed è strano davvero che la sera,
    quando le ombre distese giacciono come fieno tagliato,
    in questa pazza età mi rallegri, e la mia anima canti
    vividamente ardendo nel centro di un cielo gelato.
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      I piccoli oggetti

      I piccoli particolari della casa:
      il filo sullo scendiletto trasandato,
      il cerino per terra,
      la cenere
      che posa sulla mattonella la sua fragile trama,
      l'unghietta tagliata del bambino
      accanto alla scarpa,
      fanno piacere agli occhi che senza badarci
      collezionano immagini di oggetti che non servono.
      Per quel filo si ama di più la madre,
      ci si ricorda del padre
      per il cerino e la cenere,
      e del bambino per l'unghia e le scarpe.
      Piccoli oggetti che si spazzano, che nessuno raccoglie,
      estremamente importanti, ci ricordano
      le piccole contrarietà della vita
      e poveri piaceri piccolissimi.
      Composta lunedì 5 luglio 2010
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        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Un freddo vento australe
        scompiglia i rami ai tigli,
        sembra che vi s'impigli,
        per guardar qui, la luna.

        Io scrivo alla mia bella
        che mi ha abbandonato
        e la mia lunga lettera
        la legge anche la luna.

        La luce sua silente
        scorre di riga in riga.
        Io piango, e cosi scordo
        preghiere sonno e luna.
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          Perché l'età ne'nvola
          il desir cieco e sordo,
          con la morte m'accordo,
          stanco e vicino all'ultima parola.
          L'alma che teme e cola
          quel che l'occhio non vede,
          come da cosa perigliosa e vaga,
          dal tuo bel volto, donna, m'allontana.
          Amor, ch'al ver non cede,
          di nuovo il cor m'appaga
          di foco e speme; e non già cosa umana
          mi par, mi dice, amar...
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            in Poesie (Poesie d'Autore)
            Il tuo corpo tagliato
            da una lama di luce –
            per metà carne,
            per metà ricordo.

            Illuminazione obliqua,
            il grande letto
            intero,
            il tepore lontano,
            e la coperta rossa.

            Chiudo la porta,
            chiudo le finestre.
            Vento con vento.
            Unione inespugnabile.

            Con la bocca piena
            di un boccone di notte.
            Ahi, l'amore.
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              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Sarà forse una stella?

              Stelle numerose, come quelle del firmamento,
              sabbia innumerevole, come quella in riva al
              mare.
              Luccicano le cose splendenti,
              soffrono da sole quelle solitarie.
              Lo splendore della sua stella penetra nella
              carne.
              Attendo
              il momento in cui possa dire "Splendo".
              Acqua immensa, galleggia sul deserto, mentre
              la sabbia diventa il suo corpo,
              fino a quando non si trasforma in vento
              che soffia tra i granelli di sabbia.
              Si affanna ad amare le proprie bugie,
              fino a quando non le vede più.
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                Il plenilunio

                Niente, non aspetto più niente da te, cielo,
                Dovunque mi aggrappi cado con fragore
                Dal tuo tetto d'aria colmo di conchiglie
                Dal mazzo arrugginito delle tue stelle;
                Una luna spropositata sorge in me
                S'ingrossa minacciosa sui miei crinali
                Sorgerà un plenilunio a frantumarmi.
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                  Insonnia invernale

                  La mente non può dormire, può solo giacere sveglia,
                  ingolfata, ad ascoltare la neve che si aduna
                  come per l'assalto finale.

                  Vorrebbe che venisse Cechov a somministrarle
                  qualcosa- tre gocce di valeriana, un bicchiere
                  d'acqua di rose- qualunque cosa, non importa.

                  La mente vorrebbe uscire di qui
                  fuori sulla neve. Vorrebbe correre
                  con un branco di bestie irsute, tutte denti,

                  sotto la luna, in mezzo alla neve, senza
                  lasciare traccia, neanche un' impronta, nulla.
                  E' malata, stasera, la mente.
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                    Letti disfatti

                    Amano le stanze ombreggiate,
                    le carte da parati consunte,
                    le crepe nel soffitto,
                    le mosche sul cuscino.

                    Se ti viene la tentazione di allungarti,
                    non essere sorpreso,
                    non farai caso alle lenzuola sporche,
                    al raschio delle molle arrugginite
                    mentre ti metti comodo.
                    La stanza è un cinema buio
                    dove si proietta
                    una pellicola sgranata in bianco e nero.

                    Un'immagine sfuocata di corpi svestiti
                    nel momento della dolce indolenza
                    che segue all'amore,
                    quando il più malvagio dei cuori
                    arriva a credere
                    che la felicità può durare per sempre.
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