Poesie d'Autore


Scritta da: Gaetano Ferrieri
in Poesie (Poesie d'Autore)

Oscurità

Modello il tuo viso,
dalla tua voce,
conosco la bellezza del tuo corpo,
dal tuo respiro,

Vedo l'immensa natura,
dal passaggio del vento,
incontro la maestosità del Mondo,
dal sogno dell'infinito.

Sento i tuoi passi,
nel tuo silenzio,
racchiudo l'Anima è buio,
mi dà forza, gioia, serenità.
Composta lunedì 5 luglio 2010
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    in Poesie (Poesie d'Autore)
    Apro la sigaretta
    come fosse una foglia di tabacco
    e aspiro avidamente
    l'assenza della tua vita.

    È così bello sentirti fuori,
    desideroso di vedermi
    e non mai ascoltato.

    Sono crudele, lo so,
    ma il gergo dei poeti è questo:
    un lungo silenzio acceso
    dopo un lunghissimo bacio.
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      in Poesie (Poesie d'Autore)

      L'anno dei ritratti a encausto

      Rientravo dall'aver piantato altri alberi.
      Tutto sudato, crollai di traverso sul divano.
      Al tavolo da pranzo sedevate tu e Clare,
      cantando, come fate, in armonia
      che pure io sento bella
      – soprano e mezzo soprano,
      per quel che ci capisco. Mi hai fatto
      l'occhietto e, col viso in liquefazione,
      il mio aspetto doveva esser quello dell'anno
      in cui dipingesti tutti i nostri ritratti,
      amorevolmente, con finezza squisita,
      su piastrelle ceramiche, a olio che non secca,
      uno o al più due colori alla volta,
      e li portasti in paese, inclinati, non asciutti,
      in plastici contenitori da gelato.
      Era pittura a encausto,
      la fotografia dell'antica Roma,
      che si sviluppa per successive cotture
      finché vive, libera dal tempo, trasposta
      dietro uno smalto prima assente.
      Facesti poi qualche piastrella figurata
      per il camino a mosaico, e smettesti.
      Hai vero talento per l'arte. Ma è strano:
      non ti trascina. Non è la tua ossessione.
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        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Sul tavolo

        Ci terrei a precisare che ho comprato
        questa tovaglia
        con il suo semplice disegno ripetitivo
        di fiori viola scuro non menzionati
        da alcun botanico
        perché mi ricorda quel vestito stampato
        che indossavi
        l'estate che ci siamo conosciuti (un vestito
        – hai sempre sostenuto –
        che non ti ho mai detto che mi piaceva).
        Bè, mi piaceva, sai. Mi piaceva.
        Mi piaceva un sacco, che ci fossi tu dentro
        oppure no.

        Come è potuto uscirsene così in silenzio
        dalla nostra vita?
        Detesto (proprio detesto) l'idea di qualche
        altro sedere
        che faccia svolazzare a sinistra e a destra
        quelle pesanti corolle.
        Detesto ancor più immaginarmelo sgretolarsi
        in una discarica
        o fatto a brandelli – un pezzo qui che pulisce
        un'astina dell'olio
        un pezzo là intorno a una crepa in un tubo
        di piombo.

        È passato tanto tempo ormai, amore mio,
        tanto tempo,
        ma stanotte proprio come la nostra prima
        notte sono qua,
        la testa leggera tra le mani e il bicchiere
        pieno,
        che fisso i grossi petali sonnolenti fino
        a quando si mettono in moto,
        amandoli ma con il desiderio di sollevarli,
        di schiuderli,
        persino di farli a pezzi, se questo è quanto
        ci vuole per arrivare
        alla tua bellissima pelle, desiderosa,
        calda, candida come la luna.
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          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Da lontano

          Qualche volta, piano piano, quando la notte
          si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio,
          e non c'è più posto per le parole
          e a poco a poco si raddensa una dolcezza intorno
          come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
          una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
          per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
          nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
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            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Mille color di fiori profumati

            Ho bisogno di un abbraccino
            un po' di tenerezza dalla tua bontà d'animo
            l'angoscia mi ha assalita, mi duole il cuore.
            Una volta dicevi "sono la donna della tua vita"
            il dolce profumo della primavera
            polline dorato nei tuoi desideri
            un sorso d'acqua pura dalla sorgente della passione
            amarmi fino al nostro crepuscolo,
            quando con le mani uniti
            attraversiamo il rosso orizzonte nell'eternità.
            Ho bisogno di un abbraccino
            per sentire il calore della vita
            ancora splendere il sole illuminando nei occhi i ricordi di
            noi
            quando camminavamo insieme strettamente
            sui sentieri nei nostri sogni.
            Ho bisogno di un abbraccino
            a chetare la burrasca nel cuor dolente
            che ancora sono la donna della tua vita
            la beltà d'animo nel pensiero tuo
            e respirare insieme l'intenso profumo della Vita.
            Composta domenica 4 luglio 2010
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