Le mie sette vite danno fastidio a chi tira calci al mio cuore, mi cacciano e ritorno, nonostante tutto, mite, riesco a dimenticare in fretta chi male mi tratta. Forse sarà che prendo tutto alla leggera, ma quando cado non mi faccio male, mi alzo e continuo a camminare pensando che ogni storia non sia vera. Mi acquatto, poi studio le mosse, poi con le unghie ghermisco la preda, la sento guaire, la guardo morire ma quando ho finito, pulisco le zampe e la lascio finire. Nessuno mi prende, mi tiene al guinzaglio, con gli occhi inseguo il bersaglio, mi piace, mi alletta rischiare e di nuovo torno a provare se un altro mi fa più piacere. La mia vita la passo sui tetti e sto a guardare ma godo nel farmi accarezzare, mio piacere è sdraiarmi su morbidi letti. Non provate a fermarmi, potrei graffiare.
Quando tutto di te non risponde, non puoi controllare più i gesti, e ti ritrovi a sentire accelerati i battiti del cuore, è semplicemente amore. Non riesci a dormire, vai spiando i suoi movimenti, senza capire, da quella finestra, unica confidente. Ed aspetti che torni, ogni sera, e su quel davanzale hai distrutto nervosa, quel fiore che c'era, non ha colpa nemmeno il tuo cane, che ti chiede carezze, scodinzolando, ma la tua testa è ormai fuori dal mondo. E ti passa la vita con le labbra e le mani stampate sui vetri, con i tuoi i sogni sudati su quei desideri non appagati. E trascini per casa i tuoi passi, aspettandolo ancora, ma da quella finestra, un bacio, scorgi e non sei tu, un abbraccio, ma quel battito dentro il tuo cuore che ogni giorno senti senza far rumore, ti fa vivere per ora.
Non ce la fanno i belli muoiono tra le fiamme: sonniferi, veleno per i topi, corda, qualunque cosa... Si strappano le braccia, si buttano dalla finestra, si cavano gli occhi dalle orbite, respingono l'amore respingono l'odio respingono, respingono. Non ce la fanno i belli non resistono, sono le farfalle, sono le colombe, sono i passeri, non ce la fanno. Una lunga fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco. Una fiammata, una bella fiammata mentre i vecchi giocano a dama nel parco, al sole. I belli si trovano all'angolo di una stanza accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio, e non sapremo mai perché se ne sono andati, erano tanto belli. Non ce la fanno i belli muoiono giovani e lasciano i brutti alla loro brutta vita. Amabili e vivaci: vita e suicidio e morte mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole nel parco.
I furbi scendono la corrente come pesci bianchi sulla cresta d'acque blu, oltre le rapide. I furbi, con le loro gole e sopracciglia da furbi, i loro furbi peli nel naso, entrambe le scarpe allacciate, tutte le tragedie cancellate, denti splendenti. I furbi non si scompongono. Anche le loro morti sono morti al quadrato, furbi furbi furbi. Hanno case migliori, auto migliori, risate migliori. Persino i loro incubi sono sogni sgargianti. Questi furbi ti siedono di fronte, con un sorriso pulito, che li riempe, financo i capelli sprizzano nitore. Quanto ho vissuto e quanti ne ho visti. Sapete cos'è davvero la morte? È uno di questi furbi rottinculo che ti stringe la mano e ti abbraccia. Sapete cos'è davvero la morte? Venite a vedermi mentre allungo la carta di credito al cameriere disprezzandovi. O peggio.
L'attesa I miei lunghi sospiri, guardando una tua foto, solo una speranza, in questa stanza vuota hai lasciato di te solo la tua assenza. E conto i giorni, ti sento e non mi basta, nemmeno la voglia di vestirmi, attraverso i vetri lacrime di pioggia, e quella foglia che lenta va a posarsi sulla mia finestra per un attimo mi distrae e ne seguo il volo. Così mi sento, come quella foglia, che il vento dagli alberi prende e spoglia. Aspetto di posarmi e ritornare, da dove son partita, stretta al mio ramo, ma quando... ma dove? La vita di chi vive in quest'attesa, finisce per distruggere ogni cosa, e ti accorgi che passano i giorni, sempre aspettando un sogno che pian piano svanirà.
Sconosciuto che passi! Tu non sai con che desiderio ti guardo, Devi essere colui che cercavo, o colei che cercavo (mi arriva come un sogno), Sicuramente ho vissuto con te in qualche luogo una vita di gioia, Tutto ritorna, fluido, affettuoso, casto, maturo, mentre passiamo veloci uno vicino all'altro, Sei cresciuto con me, con me sei stato ragazzo o giovanetta, Ho mangiato e dormito con te, il tuo corpo non è più solo tuo né ha lasciato il mio corpo solo mio, Mi dai il piacere dei tuoi occhi, del tuo viso, della tua carne, passando, in cambio prendi la mia barba, il mio petto, le mie mani, Non devo parlarti, devo pensare a te quando siedo in disparte o mi sveglio di notte, tutto solo, Devo aspettare, perché t'incontrerò di nuovo, non ho dubbi, Devo vedere come non perderti più.
La libertà Libertà è una parola difficile, costretta dalla vita ad essere fraintesa, libertà ingabbiata dalle nostre paure, dai momenti, da certi discorsi, da gente ignorante che non capisce niente. Il mio pensare è libero, ma non si può sentire, piano arriva, a chi mi vuol capire, a volte come eco, sussurrato per non fare male, ma a volte, forte grida nel mio cuore Libertà di amare, in tutte le sue forme, sopra ogni nuvola dove sono le mie orme, dove ogni notte mi trascino stanca di vivere una vita di parvenza dove ognuno si tiene dentro quel che pensa, libertà virtuale dove tutti stanno male, dove il ti voglio bene si deve pensare, una carezza si deve pesare, dove l'amore non è più un piacere, libertà ancora... ma quando? È ancora da conquistare.
Giacché son solo e la mia mente sta vagando Con parole e rime mi vado consolando E or che va distante il mio pensiero In me cosi si acuisce ogni desiderio
Pensiero lontano, da me per niente separato Esso si dirige dalla persona che ho amato Così come l'ho amata, io l'amo ancora Se pur lo stesso tetto non ci accomuna ora
Le braccia di un altro al suo petto stringe Se pur il mio cuore ancor d'amore piange E or che nella stanza non c'è confusione Solo mi sento e carente di amore.
Dolcemente La mia mano nella tua, ancora dopo tutto questo tempo, la mia vita e tu, pieno di sorprese, di attese, considerazioni e pretese. Insieme dolcemente, abbiamo colorato, con colori forti e a volte sbiaditi, tutta la nostra strada, il nostro cielo da dove siamo partiti. Ancora un bacio, ed oltre, tutte le aspettative, i sogni in quell'abbraccio, che fino ad ora ci ha tenuto uniti. Mentre ti vesti, ora con poca cura, ricordo quando ci tenevi alla tua giacca scura, la camicia, le scarpe e la pettinatura. Ora son bianchi i tuoi capelli, ma le mie emozioni nel guardarti son le stesse, ancora penso a te, amor mio come il primo giorno, complice amico, nei silenzi, negli sguardi, saprò sempre ritrovarti in questa vita che ora trascorre lenta e ci accompagna, piena di ricordi e dolcemente passa e ci consuma.