Quando le tue braccia stringeranno il cuscino, nessun ricordo rimarrà, nel cuore mai niente proverai se non ti lasci andare. La tua vita scivola in un letto calmo, dove l'acqua non incontra inganno, dove le pietre non dovrai scansare, né le rapide attraversare.... Non proverai gioia né dolore Se non hai mai avuto un amore per la paura di dover soffrire, e certamente comincerai a morire. Ora lanciati, è una folle corsa, una strada ad ostacoli da superare, stanca avrai modo di riposare ma se non provi cosa vuoi fare? Ricorda il rischio è sempre presente, ma è meglio vivere anche perdente, non lasciar scorrere questa tua età, perché il tuo cuore, senza provare, ne morirà.
Meraviglioso amore, Dimenticarti, come, non ci posso pensare, sarebbe come spengere del sole, il suo calore arginare l'onda che viene e va dal mare, un fiume in piena che non puoi fermare. Il tuo amore ha riempito la mia solitudine, ha colmato i miei vuoti, dando senso alla mia vita soddisfatto le mie voglie, i sogni, e son tornata una bambina capricciosa che da te pretende ogni cosa. Con te ogni minuto è vita, poca e rubata, e poi silenzi e lunghe attese. Amore meraviglioso, che non decide i tempi per poterti pensare ed amarti, che sente vive con te intense emozioni nello stesso istante, amore amante, il mio sogno costante, il mio peccato ricorrente, ma chi ha mai potuto frenare il cuore, quando vive e batte col tuo respiro, desiderio da realizzare, bisogno di averti stringerti, abbracciarti. Meraviglioso amore come posso non amarti?
Lo sforzo umano non è quel bel giovane sorridente ritto sulla sua gamba di gesso o di pietra e che mostra grazie ai puerili artifici dello scultore la stupida illusione della gioia della danza e del giubilo evocante con l'altra gamba in aria la dolcezza del ritorno a casa No Lo sforzo umano non porta un fanciullo sulla spalla destra un altro sulla testa e un terzo sulla spalla sinistra con gli attrezzi a tracolla e la giovane moglie felice aggrappata al suo braccio Lo sforzo umano porta un cinto erniario e le cicatrici delle lotte intraprese dalla classe operaia contro un mondo assurdo e senza leggi Lo sforzo umano non possiede una vera casa esso ha l'odore del proprio lavoro ed è intaccato ai polmoni il suo salario è magro e così i suoi figli lavora come un negro e il negro lavora come lui Lo sforzo umano no ha il savoir-vivre Lo sforzo umano non ha l'età della ragione lo sforzo umano ha l'età delle caserme l'età dei bagni penali e delle prigioni l'età delle chiese e delle officine l'età dei cannoni e lui che ha piantato dappertutto i vigneti e accordato tutti i violini si nutre di cattivi sogni si ubriaca con il cattivo vino della rassegnazione e come un grande scoiattolo ebbro vorticosamente gira senza posa in un universo ostile polveroso e dal soffitto basso e forgia senza fermarsi la catena la terrificante catena in cui tutto s'incatena la miseria il profitto il lavoro la carneficina la tristezza la sventura l'insonnia la noia la terrificante catena d'oro di carbone di ferro e d'acciaio di scoria e polvere di ferro passata intorno al collo di un mondo abbandonato la miserabile catena sulla quale vengono ad aggrapparsi i ciondoli divini le reliquie sacre le croci al merito le croci uncinate le scimmiette portafortuna le medaglie dei vecchi servitori i ninnoli della sfortuna e il gran pezzo da museo il gran ritratto equestre il gran ritratto in piedi il gran ritratto di faccia di profilo su un sol piede il gran ritratto dorato il gran ritratto del grande indovino il gran ritratto del grande imperatore il gran ritratto del grande pensatore del gran camaleonte del grande moralizzatore del dignitoso e triste buffone la testa del grande scocciatore la testa dell'aggressivo pacificatore la testa da sbirro del grande liberatore la testa di Adolf Hitler la testa del signor Thiers la testa del dittatore la testa del fucilatore di non importa qual paese di non importa qual colore la testa odiosa la testa disgraziata la faccia da schiaffi la faccia da massacrare la faccia della paura.
Questo Natale, vorrei farlo ricordare, non son le luci, tutti quei doni, ma le intenzioni riposte dentro il cuore. Ogni bimbo sogna davanti alla capanna, ma quanti hanno bisogno della mamma, una carezza, un dono, serenità e sicurezza. Ogni uomo si ferma dinanzi a quel presepe, con la sua insicurezza, quell'affannarsi e correre senza pensare dove dobbiamo andare? La strada è impervia e lunga da seguire, basta guardare la stella e farci guidare, ci porterà alla semplicità, all'umiltà di un uomo che ha saputo amare, di quello che tutti dovremmo fare. La serenità di una vita semplice, senza lo sforzo per arrivare, prevaricare mortificare il tempo che chiede di riposare. Il Natale viene per far riflettere, per fermarsi a godere delle piccole cose, per volersi bene, per voler bene, fatevi guidare dalla stella, ogni cosa della vita avrà il giusto valore, e sembrerà più bella.
Ferite che mi porto dietro, sogni non realizzati, per la fretta di crescere. Quello che mi gridava dentro ho sempre tenuto a bada, forse ho sbagliato tutto, ma ormai comunque vada ho scelto la mia strada, il fiume in piena che passava gli argini si è dovuto adattare ad un più giusto letto, ma dentro il cuore ancora e ancora tutta quella voglia di fare, di arrivare non si sa dove, non riesco a fermare, ed allora scrivo per potermi sfogare, per arrabbiarmi, per contestare son solo io comunque a stare male per quella voglia che mi preme dentro e che inarrestabile mi fa ancora vivere ed amare.
Le grida dei bambini dalla strada, non hai più voglia di sentirli e chiudi la finestra, il tuo mondo per te comunque vada, ora è in quel piatto di minestra. Ben poca cosa è chiudersi con ogni scusa, la vita va vissuta, nonostante tutto, guarda che è fiorita la tua rosa, si è arrampicata sopra il tuo balcone, ancora pensi che lei ti abbia distrutto? Lentamente morirai su quella sedia, apri alla vita, respira l'aria e dai retta al cuore, ti aspetta un altro amore. Scendi in cortile, tira un calcio al pallone, dai un bacio ad un bimbo, allenta la tensione, vedrai che tutto passerà in un attimo, e sarai pronto per una nuova occasione.
Eravamo già con i vetri appannati, il freddo dell'inverno si faceva sentire, il fuoco del camino, aveva trasformato in brillanti le piccole gocce, che piano scivolavano. Col naso spiaccicato si scrutava fuori, la gente a sera in quella nebbia a malapena si vedeva. Un uomo con un grande cappello, la valigia in mano, verso casa, con incedere lento, procedeva, il suo volto con il buio non si scorgeva ma la speranza di questo ritorno, si prevedeva. La vecchia mamma si affacciò, con le lacrime agli occhi, e con il cuore in gola corse giù per le scale, è tornato Pasquale! La tavola era già apparecchiata, nel camino mise altri due ciocchi. La cena era pronta e la mamma lo guardava, per la gioia non riusciva a parlare, ma sul suo viso lenta una lacrima scendeva.
Ho dipinto di rosa per te, il nero ho cambiato i colori dell'arcobaleno Ho trasformato i miei sogni, nei tuoi ho cosparso di petali il tuo sentiero tolto le spine al gambo della rosa.
Ora riprendo per me la rosa rendo i colori all'arcobaleno. Sogno col mio cuore, sogni fatti per me Alle rose ora lascio le spine e spargo di petali il mio camino.