Poesie d'Autore


Scritta da: Anna De Santis
in Poesie (Poesie d'Autore)

Amore sono qui

La mano su quel viso provato,
amore sono qui, non ti ho lasciato,
provo ad accarezzarti, a baciarti,
ma non mi stringi più,
non mi chiami più mamma,
non mi parli più, non posso far altro che guardarti.
Amore sono qui, quanto tempo è passato,
non aver paura, sei sempre il mio bambino,
ricordi la favola dell'agnellino,
che tanto ti piaceva,
te la racconterò sempre e ancora,
finché mi starai a sentire.
Amore sono qui, da questa stanza non riesco ad uscire,
voglio essere la prima a vedere i tuoi occhi,
che senza parole mi riuscivano a capire.
Maledetto quel giorno,
e quella moto, bella da morire,
si da morire, per i tuoi 18 anni,
ed ho rischiato d'impazzire,
ancora la torta con il fumo delle candele,
non ho saputo frenarmi,
guarda giù dalla finestra amore,
c'è il tuo regalo parcheggiato,
non mi hai più sentito e sei scappato.
Amore sono qui, torna dalla tua mamma, fai presto.
Ma non sei riuscito più a sentire.
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    Scritta da: Anna De Santis
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Là dove sorge il sole

    È l'alba, dalla finestra sento le campane a festa,
    c'è una piccola chiesa,
    posta sulla collina,
    non si riesce a vederla quando sorge il sole,
    quel luccichio ammanta di luce tutta la torrina,
    dove è posta la campana ed una piccola croce.
    Ogni mattina s'invola su nel il cielo una preghiera,
    fatta col cuore e di promesse sincera,
    va fino alla chiesina, insieme al profumo della mattina.
    L'erba brilla di rugiada, Pasqua è vicina,
    le rose e i biancospini,
    adornano la via, che conduce alla casa del Signore,
    sembra una cosa fatta apposta,
    ma i raggi ci conducono alla meta,
    basta seguire dove sorge il sole, senza alcuna sosta.
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      Scritta da: Anna De Santis
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Quando il sogno muore

      Aveva dipinto di fiori le pareti,
      rosa come la bimba che aspettava,
      già l'aveva conosciuta,
      ed ogni giorno che passava,
      accarezzando il suo sogno, sperava.
      Un giorno svegliandosi,
      sentì qualcosa che non andava,
      e la corsa in ospedale,
      stava male, stava tanto male,
      delle voci confuse, mentre pregava:
      un cerchiaggio, no, facciamo un monitoraggio,
      tutte parole assurde che lei non conosceva.
      Si trovò, dopo un lungo sonno,
      in una camera, era sera,
      le facce tristi di chi le era intorno,
      chiaramente le annunciarono
      che quella bimba più non c'era,
      Nel cuore impazziva il dolore,
      nessuna lacrima, ed il suo sogno allora volle vedere,
      per l'ultima volta e dargli un nome,
      sì sarai sempre parte di me, sulla tua tomba scriverò amore.
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        Scritta da: Anna De Santis
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        La mia vita meravigliosa

        La mia vita è stata come un carnevale,
        di maschere, dolci in quantità,
        coriandoli colorati, stelle filanti,
        sorrisi e pianti.
        Qualche delusione, tanta passione,
        una grande soddisfazione,
        un ostentata sicurezza che mi ha dato forza,
        nell'agire.
        Ho avuto doni alla fine, quelli che desideravo,
        quelli che non si comperano,
        ed li ho accettati contro tutti quanti.
        Sapersi accontentare, della festa, dei regali,
        ringraziare,
        qualche volta non si riceve quello che si vuole,
        comprendere.
        Per me è stato tutto un sogno,
        che vorrei rifare
        per mettere a fuoco anche quei momenti
        che non sono riuscita a ricordare.
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          Scritta da: CLAUDIO CISCO
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Riflessioni

          A dispetto del tempo che inesorabile scivola sui miei anni, son rimasto quel bambino sperduto di ieri con lo stesso terrore di crescere, solo ed incompreso tra mille paure. Ho ancora voglia di sognare, illudermi, fantasticare. Vorrei rifugiarmi in un mondo solo mio, ricco di colori e d'ingenuità, dove poter finalmente tornare bambino senza crescere più, allontanando le terribili ombre della solitudine, della vecchiaia, della morte stessa, ma è un mondo fragile spezzato crudelmente dalla nuda realtà. Così, ogni volta che provo a volare in alto, una forza sconosciuta ed impietosa, mi taglia le ali ed io precipito giù più triste che mai, come un gabbiano che non vola più, mentre le mie lacrime, quelle stesse che percorrevan lente il mio viso pulito di bambino, continuano a non sapere quel che loro stesse vogliono e a non trovare quel fazzoletto che le possa asciugare per sempre. In esse, vedo riflessi i miei sogni, li vedo morire uno dopo l'altro sciogliendosi come gocce di pioggia disposte in fila, sospese alla ringhiera.
          Continuo ad osservare con occhi limpidi e stranieri, l'immenso mare della vita ma è sempre inutile sforzarsi nel tentativo d'immergersi. Vedo lontano quel veliero che da piccolo chiamavo col nome di speranza e che non è partito mai. Eppure m'accorgo che dentro e fuori di me, v'è ancora tutto da scoprire e da imparare. Sento in me una grande energia vitale, creativa ed artistica. C'è in me una sensibilità profondissima, spaventosamente grande a confronto del mio fragilissimo essere che più s'ingrandisce e più resta isolata, soffocata dentro come un vulcano che dorme. Vorrebbe esplodere e sommergermi come un fiume in piena ma non può farlo, come una bottiglia smossa dalla quale non è possibile togliere il tappo. Forse sono troppo diverso da tutti perché possa essere capito, o forse è solo colpa mia se non riesco a esternare quello che ho dentro. Comincio a credere di essere un folle, quasi un alieno, così almeno mi creo un alibi per giustificare questo mio giovane vivere, terribilmente e prematuramente invecchiato.
          Ho un disperato bisogno di vita, di giovinezza, di entusiasmo, d'amore. Con chi potrò aprirmi manifestando come sono dentro? Chi potrà veramente capirmi? Vorrei trovarti e finalmente gridarti con tutto il fiato che ho: "Ispirami, sconvolgimi, amami". E intanto cresce il terrore d'invecchiare e il desiderio di morire ancor prima di vedere il mio corpo mortificarsi con le prime rughe. Non potrei mai sopportare il tremendo contrasto tra l'immortalità del mio spirito che, nonostante tutto sembra che esista, e la debolezza del mio corpo in declino. Sono sicuro che dentro, resterò sempre un bambino mai cresciuto anche se avrò i capelli bianchi e conserverò intatta nelle pupille degli occhi, la stessa luce ch'emanavo da piccolo. Amo troppo la giovinezza e non posso fare a meno di sognare per potermene fare una ragione sulla vecchiaia che è uno stato del tutto naturale e, di conseguenza, accettarla con rassegnazione o addirittura giustificarla. Per me la vecchiaia resta il più grave e doloroso castigo che la natura scagli contro gli uomini. È più malvagia e terrificante persino della morte. Eppure devo ammettere che la mia solitudine e la mia tristezza, sono nate con me, le ho conosciute da giovane, almeno in questo, la vecchiaia non c'entra. Estraniato da sempre dalla vita, non avendo niente ed essendo di nessuno, ho scoperto man mano me stesso. La mia solitudine è simile ad un messaggio chiuso in una bottiglia e gettato in mare. Forse un giorno, quando non ci sarò più, leggendo queste mie accorate riflessioni, mi capirai e, scoprendo che valevo qualcosa, piangerai per me.
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            Scritta da: CLAUDIO CISCO
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Lettera ad un amore lontano

            È quasi Natale orma
            ma non è più festa per me,
            ogni giorno è uguale all'altro.
            Io lo so che in paradiso
            non si può vivere per sempre,
            ma nei tuoi occhi l'infinito
            libera la mia mente,
            se potessi io ti raggiungerei dovunque.
            Sei tu
            che mi fai sognare, ridere, impazzire.
            Sei tu
            che mi dai il coraggio di ricominciare.
            Con te
            ci sarà ancora tutto da scoprire
            ed io so già
            che la mia vita cambierà colore.
            Ma tutto ormai appartiene al passato
            e sembra non avere futuro.
            Oggi cammino da solo per le strade
            ricche di addobbi natalizi,
            straniero anche per me stesso
            con la sola compagnia di lacrime
            che sanno di sale,
            non so dove vado né se sto vivendo.
            Mi sono guardato riflesso allo specchio
            la barba lunga, i capelli arruffati
            io sono cambiato sai
            ma si è abbruttito pure il tempo,
            non si vede più il sole.
            Quando l'aria si trasforma all'improvviso
            e la tramontana sale,
            è il mio cuore che mi chiede dove sei
            e proprio in quei momenti tristi,
            mi rendo conto che lunghe distanze
            ormai mi separano da te.
            Una sottile crescente malinconia
            allora mi prende sempre più
            e sembra che mi arrivi da lontano
            il calore della tua pelle,
            mi par di sentire il suono della tua voce,
            il ritmo regolare dei tuoi respiri sul mio petto.
            E mi lascio andare così
            alla dolce melodia di questi pensieri
            e dentro di me fra mille paure
            conservo ancora il tuo fuoco.
            Giuliana,
            io darei qualunque cosa
            per rivederti un solo istante,
            mi chiedo se è lo stesso anche per te.
            Con amore, tuo Claudio.
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