Odio Le prediche domenicali. Amore, fratellanza, solidarietà! Parole che attraversano il salone della cattedrale, pervaso da incensi e odor di ceri accesi, e s'infrangono in un rito inutile di mani che si uniscono inneggianti alla pace.
Guardo i visi dei fedeli, intristiti ma con i pensieri che corrono agli invitati in arrivo ed al pranzo domenicale, o che osservano con invidia una vicina impellicciata.
E la predica finisce proprio lì.
Fuori riprende la danza dei rancori tra vicini, delle invettive contro gli immigrati invadenti, o dell'odio verso un parente, che morendo non ti ha lasciato niente!
Sai, fratello, t'ho visto l'altra sera! T'ho visto, appena giunto alla stazione, con un trancio di pizza e qualche pera, con le tue cianfrusaglie e col cartone.
Ti ho osservato aggirarti lentamente in cerca d'un posto un po' al riparo dal gelo, un po' nascosto dalla gente, per mandar giù qualche boccone amaro.
T'ho guardato in silenzio, con pietà, ed ho provato a entrare nei tuoi panni, cercando intorno un po' di umanità qualcuno che mi strappasse dagli affanni.
Ho trovato l'indifferenza più assoluta di tanta gente, che non volea capire, gente che al mio patir restava muta, quasi annoiata, senza intervenire.
Solo la strada avevo a fianco a me: la strada che talvolta è più accogliente e non ti lascia solo, anche perché abbraccia nel suo grembo tanta gente
d'ogni razza e d'ogni condizione, non chiede mai a nessuno il passaporto non guarda il ceto sociale o la nazione, non ride se sei brutto o se sei corto.
Forse domani ti troveran stecchito, disteso su una panca o sotto un ponte, oggi per te nessuno ha mosso un dito, e pur 'io che t'ho avuto di fronte
seduto a terra, là nella stazione, non t'ho allungato neppure mille lire e son passato anch'io con distrazione, fingendo di non vedere e non sentire.
Il desio di te m'implora, ove il core pone cura, dove l'alma tutta grida, dentro, con voce sicura... E d'amor sarà morir, sì d'amor, la notte e il dì, spingo i passi... dove sassi dove sassi insanguinano i piè. Non si deve, non si puote, quest'amor non m'appartiene, ma il mio cor non si contiene, tutto spinge, tutto spinge dove può. Ma il mio cor non si contiene tutto spinge, tutto spinge come può. Il mio freno, non ha eguali, il mio fianco è ormai ferito e da quando e da quando sei partito, dentro me, sarà pentito, questo anelito, quest'anelito del cor. Solamente in te speranza, solamente in te speranza amor... Sol ferir di tua presenza, gran dolore la tua assenza e vengo a dir... sì... come Aida tra le tue braccia morir. Sì... come Aida tra le tue braccia morir.
Nella regola, onore non esiste già più, e la lama spezzata, su quella stele insanguinata che grida vendetta tra lacrime e lutti, ci vedranno distrutti. Non aver paura ora è impegno di tutti, ma è più forte a volte la forza di chi non ha ragione e la lotta si fa dura, non parlare, non dire, questa è cosa saputa, perché il rischio è morire.
Cadere e farsi male, per quel niente da seguire, non avevi mai visto il mare, cosa cerchi? Oltre il confine è sempre uguale, cosa speri, cosa sogni? Tu non sai quanto ti ho desiderato ed ogni giorno aspetto che torni. Adesso spero che cresci, dovrai pur pensare cos'è più giusto fare.
Sono qui di fronte a te con la mia finta felicità, i miei falsi sorrisi, che non possono nascondere il desiderio che ho di te, di toccare i tuoi capelli biondi, di sfiorare le tue labbra con le mie. Sei bellissima, lo vedo anch'io, ma non so dirtelo. No, non sono innamorato di te - non lo sono mai stato di nessuna - ma mi piacerebbe sentirti almeno per un attimo mia, provare emozione per un tuo sguardo d'amore ... io che non voglio amore eterno né pietà. Aiutami, ti prego, sto male: nel dolore che attraversa le mie risate stanche, nell'oblìo assurdo delle mie sere vuote. Inségnami ad amare, a dare soprattutto, a sciogliere il mare di ghiaccio per poterti ricevere e riscaldare. Aiutami a riscoprire il calore del mio cuore, l'ingenua energia di un bambino stupìto, il faro accecante del sole di luglio soffocante nel tardo mattino. Inségnami ad amare, senza pretese, senza progetti, senza troppe speranze.