Una foglia si stacca da un ramo, il picciuolo protende ma invano. Il vento la spazza lontano è smarrita, non sà dove sia, e s'accorge pian piano che linfa non scorre già più nelle vene. Su un prato cade sbiadita... Il sole accartoccia la piccola foglia appassita, pestata, sbriciolata, resiste; solo polvere resta, ed il vento la porta lontano. Quel che era, ora più non esiste.
Le confessioni son sassi lanciati dal cuore, nell'acqua ancor calma, son cerchi di parvenza che si propagano, senza far rumore, ma con dolore. Le confessioni son dettate dall'anima che non riesce più a sopportarne il peso e le ragioni, delle tue trasgressioni. Troppo tardi... e altre pietre lancerai distruggendo tutto quel che hai costruito. Ma a che cosa è valso tenere insieme la tua vita alla mia se è stata solo una bugia.
L'arte di perdere non è difficile da imparare; così tante cose sembrano pervase dall'intenzione di essere perdute, che la loro perdita non è un disastro. Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta il turbamento delle chiavi perdute, dell'ora sprecata. L'arte di perdere non è difficile da imparare. Poi pratica lo smarrimento sempre più, perdi in fretta: luoghi, e nomi, e destinazioni verso cui volevi viaggiare. Nessuna di queste cose causerà disastri. Ho perduto l'orologio di mia madre. E guarda! L'ultima, o la penultima, delle mie tre amate case. L'arte di perdere non è difficile da imparare. Ho perso due città, proprio graziose. E, ancor di più, ho perso alcuni dei reami che possedevo, due fiumi, un continente. Mi mancano, ma non è stato un disastro. Ho perso persino te (la voce scherzosa, un gesto che ho amato). Questa è la prova. È evidente, l'arte di perdere non è difficile da imparare, benché possa sembrare un vero (scrivilo! ) disastro.
"L'arte" intesa in tutte le sue forme, dà gioia ed emozioni a quel che dorme, sveglia assopiti senzi, dà forti turbamenti. Con pennellate e amore si dà licenza al cuore collage di sentimenti. Con anima serena, con gioia ed amarezza, con lacrima e carezza, tutto ci fà sentire " L'arte" tutto ci fà provare col corpo e con la mente, quando con sentimento... degli occhi e del cuore godimento. Appagante momento...
Voglio morire al tiepido sole d'aprile, dopo aver vissuto al meglio, come una farfalla. Il sole, il cielo... voglio, il profumo di un fiore, voglio succhiargli il cuore, dopo averlo amato e non soffrire quando appassirà, tanto un giorno vivrò... vivrà...
L'arte di perdere s'impara presto; tante le cose col segreto intento di andare perse che non è un disastro.
Perdi una cosa al giorno. Con malestro accetta chiavi perse, un'ora al vento. L'arte di perdere s'impara presto.
Perdi di più, più in fretta; al peggio apprestati: luoghi e nomi e dov'è che avevi in mente di recarti. Non sarà mai un disastro.
L'orologio di mamma ho perso; e questa! Che è l'ultima di tre case nel niente. L'arte di perdere s'impara presto.
Ho perso due città, belle. E, più vasti, altri regni, due fiumi, un continente. Mi mancano, ma non è poi un disastro.
Anche perdere te (la voce, il gesto amato) non mi smentirà. È evidente: l'arte di perdere fin troppo presto s'impara e sembra (scrivilo! ) un disastro.
E sono ancora quì, col cuore straziato, eppure mi hai ferito, tradito e lasciato. Ora sei tornato e mi hai trovato, come sempre è stato. Un bacio una carezza, e pensi che tutto è passato. Quando darò retta alla ragione quando sarò costretta a dire al cuore: tu non sei in prigione. L'amore non ha occhi per vedere ma dovrò farmi curare per vederti ancora e ancora entrare ed uscire.