Amica mia, questa sera mi sembra che, attraverso mondi innominabili dove già siamo vissuti, abbiamo lasciato il ricordo della nostra unione, Tu e Io. Quando leggo antiche leggende, ispirate da passioni spente, oggi, mi sembra che una volta eravamo una persona sola, Tu e Io e che la memoria ritorni a quel tempo...
Le trombe argentee squillarono nella Cupola: La gente cadde in ginocchio a terra, emozionata: E recato sul collo degli uomini io vidi, Come un gran Dio, il Santo Signore di Roma. Sacerdotale, egli portava una veste più bianca della spuma, E, regale, si paludava in rosso maestoso, Tre corone d'oro gli si levavano alte sul capo: In splendore e in luce il Papa passò. Furtivamente il mio cuore ripercorse ampi deserti d'anni Fino a Uno che vagò presso un mare solitario, Ed invano cercò un luogo di riposo: "Le volpi han tane, e ogni uccello ha il nido. Io, solo, io debbo vagare stanco, Piagarmi i piedi, e bere vino e sale di lacrime".
Tu scrivi che il Carducci è un'ardua quercia Che i fruttiferi rami all'aria spande... E chi tel può negare, anima lercia, Se ingrassato ti sei con le sue ghiande?