Scritta da: Valerio Agostino Baron
in Poesie (Poesie d'Autore)
Morire per il calcio (a causa)
Palloni rotondi,
teste rotonde,
come le zucche
... vuote.
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Palloni rotondi,
teste rotonde,
come le zucche
... vuote.
Oh Dio, quando presto attenzione alle voci degli animali, al fruscio delle foglie, al mormorio delle acque, al gorgheggio degli uccelli, al sibilare del vento o al fragore del tuono, in esi percepisco una testimonianza della tua unità. Sento che Tu sei il supremo potere, l'onniscenza, la suprema sapienza, la suprema giustizia.
Oh Dio, Ti riconosco nelle prove che sto affrontando. Concedimi, oh Dio, che la tua soddisfazione sia anche la mia. Che io sia la tua gioia: quella gioia che un padre prova alla vista di un figlio. E che la mia mente si rivolga a Te con serenità e determinazione, anche quando è difficile dire: "Ti Amo"!
Quando un nuvolose incontra
una nuvoletta,
lui si gonfia ancor di più.
Lei trotta via,
e lui dietro.
Lei piange un po', ed ecco la pioggia.
Lui la conforta, fanno scintille:
Si baciano, ed ecco il tuono.
E così te ne vai, amore mio,
mio signore, mio sposo, mio amico,
mio tutto! Voglio avere tue notizie
ogni giorno dell'ora, sì, dell'ora,
ci sono molti giorni in un minuto...
Ahimè, a contare il tempo in questo modo,
chi sa quanti anni avrò
prima di rivedere il mio Romeo!
Seduto accanto al fuoco, riflettoCommenta
Su tutto quel che ho visto,
Sulle farfalle ed i fiori dei campi
In estati ormai da me distanti;
Penso alle foglie gialle e tele di ragno
In autunni che più non torneranno;
Alle nebbiose mattine, e al sole d'argento,
E ai miei capelli agiatati dal vento.
Seduto accanto al fuoco, rifletto
Al mondo che sarà,
Quando l'inverno un giorno giungerà,
Ma della primavera io non vedrò l'aspetto.
Vi sono infatti tante e tante cose
Che io purtroppo ancora non conosco:
Diversi in ogni prato ed ogni bosco
Il verde e il profumo delle rose.
Seduto accanto al fuoco, rifletto
Ai popoli vissuti tanto tempo fa,
Ed a coloro che vedranno un mondo
Che a me per sempre ignoto resterà.
Ma mentre lì seduto rifletto
Sui tempi che fuggiron veloci,
Ascolto in ansia ed aspetto
Il ritorno di passi e di voci.
Che importa che tu venga
dall'Inferno o dal Cielo
o mostro enorme, ingenuo, spaventoso!
Se grazie al tuo sorriso, al tuo sguardo,
al tuo piede penetro
un infinito che ignoravo e che adoro?
Che importa se da Satana o da Dio?
Se sirena o angelo, che importa?
Se si fanno per te - fata occhi, di
velluto, ritmo, luce, profumo, mia regina-
meno orrendo l'universo,
meno grevi gli istanti?
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Aver casa è un bene
dolce il sonno sotto il proprio tetto
figli, giardino e cane.
Ma certo appena ti sei riposato dall'ultimo viaggio
la lontananza t'insegue con nuove lusinghe.
Meglio è patire di nostalgia di casa
e sotto le alte stelle, solo,
riposare con la propria melanconia.
Avere e riposare può soltanto,
chi ha il cuore tranquillo,
mentre il viandante sopporta fatiche e difficoltà
con sempre delusa speranza.
In vero più lieve è il tormento di andare,
più lieve che trovar pace nelle valli di casa,
dove tra le gioie e le solite cure
solo il saggio sa costruire la propria felicità.
Per me è meglio cercare e mai trovare
che legarmi, caldo e stretto a quanto mi è accanto,
perché anche nel bene, su questa terra
sono solo ospite, mai cittadino.
Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d'una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l'uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.
Credevo che la facoltà
d'amare fosse spenta nell'animo mio.
Ora mi accorgo ch'ella
vive ancora ed opera.
Sono nato per amare,
ho amato E forse
con tanto affetto
quanto può mai cadere
in anima viva.