Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Chiesa veneziana

Così, da sempre, come una memoria
che mai giunge a sbiadirsi, che mai
perde
la traccia immaginosa, questa storia
di pietra e d'acqua, di laguna verde,

tratteggiata dai neri colombari
delle mura, da lapidi di rosa,
s'è fatta chiesa aperta agli estuari,
all'incrocio dei venti. Non riposa

mai tomba che non veda la sua morte
frangersi ancora contro il nero eterno.
E le gondole, battono alle porte
i lugubri mareggi dell'inverno.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Solitudine di luna

    Per tutta la notte
    i grilli gridarono:
    "Luna! Grande luna... "

    Per tutta la notte
    i rami,
    braccia tese
    dalle quali salivano al cielo
    i sospiri sensuali
    e la brezza arresa
    ai decreti degli dèi misteriosi
    e sconosciuti
    e i mille respiri segreti
    nella vita occulta della terra
    e la lucciola
    nel suo cerchio luminoso e vagante
    e l'inquietudine sul soffitto di legno
    e Laila dietro il velo
    e le rane nello stagno
    tutti insieme, tutti insieme
    incessantemente
    fino al chiarore gridarono:
    "Luna! Grande luna... "

    Per tutta la notte
    luna
    fiammeggiò sulle terrazze
    Era
    il cuore solitario della sua notte,
    dorata e nodo in gola
    stava scoppiando in lacrime.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Il sole fa scivolare la mano
      attraverso il fogliame del giorno
      e lancia sull'ammattonato
      la moneta del nostro pezzo
      Assolo d'ombre e di voce
      affinché vi troviamo
      la forza di scambiare
      il presente per il futuro
      come un bambino con i suoi occhi
      e somigliamo abbastanza agli uccelli
      per credere all'albero fraterno
      che ci spartiamo.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Saluterò di nuovo il sole

        Saluterò di nuovo il sole
        E quella corrente che in me fluiva
        e le nubi come i miei lunghi pensieri
        e la crescita dolorosa dei pioppi
        nel giardino
        che vivevano con me aride stagioni
        e gli stormi dei corvi
        che la notte mi portavano in dono
        il profumo dei campi notturni
        e mia madre, vissuta in uno specchio,
        immagine della mia vecchiaia
        e la terra
        che il desiderio di ripetermi
        riempiva il suo ventre caldo
        di verdi semi,
        saluterò di nuovo

        Vengo, vengo
        con la continuità degli odori sotterranei
        nei capelli
        con le dense esperienze dell'oscurità
        negli occhi
        con i cespugli di bosco
        colti oltre il muro

        Vengo, vengo
        e la soglia si riempie d'amore
        e io, sulla soglia
        saluterò di nuovo coloro che amano
        e la ragazza
        che ancora sta là,
        sulla soglia ricolma d'amore.
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