Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Telemaco chiuse la porta

Telemaco alla porta aspetti il padre
colui che mancò da remoti anni,
le sue braccia son ricordo di piccoli vagiti
e la madre racconta di tanti inganni
ch'ebbero i Proci d'ambiziosi sogni, armi.

Tu principe sei di Itaca immensa
mancando il verso della corona innata
Argo ti guarda, indiscreto pensa
a quant'è dolce la mente assonnata.

Troia non è la tomba del caro tuo maestro
colui che finge la pazzia improvvisa
e aduna le frecce e il dardo col destro
vecchiaia divenuta forza che avvisa.

Telemaco tu, che alla vita tieni
chiudi le porte ai malefici inganni
così che ai Proci, il capriccio toglievi
con il pensiero dolce di quei vetusti pan.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Un amore sbagliato

    Da grande sognavo un futuro
    migliore, una vita serena,
    Sognavo un amore da
    stringere al cuore,
    Sognavo per lei ,le cose più belle
    le cose migliori, per farla felice,
    Sognavo di darle il paradiso.
    Ma ora ho capito che il mondo
    che sogni, non sempre si avvera,
    Ma spesso la sorte, ti cambia
    il destino.
    L'amore finisce, e tanta amarezza
    ti scende nell'anima stanca.
    Una vita distrutta,
    Un vuoto nel cuore, sei solo
    e assolto nei tristi pensieri,
    Ripensi al passato, e un po'
    disperato ti chiedi.. che vale
    amare una donna,
    Donarle il tuo cuore, soffrire
    per lei.
    La vita vissuta non tornerà più,
    Guarda al futuro e fuggi da lei,
    Da un amore sbagliato e così
    travagliato,
    Chiudi al passato, sei fiero,
    sei forte, mostra coraggio
    E cambia la sorte.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Un po' d'amore

      A Natale festa grande
      siamo sempre tutti buoni,
      Ci scambiamo tanti auguri,
      Ci scambiamo tanti doni,
      ma nei cuori noi ci odiamo.
      In ogni cuore, c'è un dolore,
      C'è chi è solo e abbandonato,
      C'è chi soffre per amore,
      C'è un bambino solo al
      mondo e non conosce un
      po' d'amore,
      C'è una mamma disperata
      dalla vita abbandonata,
      C'è un barbone che nel cuore
      tiene stretto il suo dolore.
      Poi, c'è un mondo tutto d'oro,
      suoni sfarzi e tanti onori,
      E non pensano a chi soffre ,
      Perché loro son diversi.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Gli Eroi D'Italia

        Per la Patria siete morti
        nel fior di giovinezza,
        Forti e fieri e con ardore
        vi siete fatti servitori.
        Servitori della Patria,
        A Voi si inchina l'Italia
        intera,
        A Voi saluta la nostra
        Bandiera,
        Onori e gloria vi sarà dato
        Eroi D'Italia sarà scritto
        sul Sacrato,
        Noi vi ameremo, e vi
        ricorderemo nella memoria,
        Per sempre regnerete
        nella storia,
        E il vostro nome
        sulla lapide scritto resterà,
        e una medaglia
        in petto a chi vi ama
        sarà data,
        e come Eroi sarete
        ricordati.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Dolci Melodie

          Sento nell'aria una
          dolce melodia,
          un suono lontano
          dolce e soave,
          E' il suono di un violino
          o forse di un' arpa,
          che inebria la mente e
          arriva fino al cuore,
          Risveglia nell'anima
          dolci sentimenti,
          Momenti teneri,
          Ricordi felici e lontani,
          ma sempre presenti
          nella mente e nel cuore,
          Se chiudo gli occhi
          vedo un ombra,
          Agile e leggiadra
          accarezzare la sua
          arpa e sfiorare con
          tocchi magici le sue
          corde,
          E quei suoni divini
          ti fanno sognare, e
          i cuori innamorati
          fanno amare.
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            I vecchi e la vita

            I vecchi sono i saggi
            della nostra vita,
            I vecchi amano la vita,
            I vecchi ci allungano
            una mano,
            I vecchi ci sorridono,
            I vecchi ci consigliano,
            ci sorreggono, e non
            chiedono mai nulla
            in cambio.
            I vecchi vorrebbero un
            abbraccio, un sorriso,
            Ma nessuno li guarda,
            Nessuno si cura di loro,
            Vorrebbero una carezza,
            Vorrebbero tenerezza
            come fa il padre ai
            loro figli,
            I vecchi aspettano la
            vita, che gli scorre al
            fianco come un fiume in
            piena,
            I vecchi vorrebbero fermarla
            come fa un bimbo con
            la sua palla,
            I vecchi amano la vita,
            Ma la vita non ama loro,
            Gli nega un sorriso,
            Gli nega l'amore gli
            affetti, li rende timidi
            e spaventati,
            I vecchi sono soli con i
            loro pensieri, con i
            loro dolori,
            E nessuno si cura di loro.
            Ama i vecchi presto sarai
            come loro.
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              I' potre' anzi ritornare in ieri

              I' potre' anzi ritornare in ieri
              e venir ne la grazia di Becchina,
              o 'l diamante tritar come farina,
              o veder far misera vit'a' frieri
              o far la pancia di messer Min Pieri,
              o star content'ad un piè di gallina,
              ched e' morisse ma' de la contina
              que' ch'è domonio e chiamas'Angiolieri.
              Però che Galieno ed Ipocràto,
              fossono vivi, ognun di lor saprebbe,
              a rispetto di lu', men che 'l Donato.
              Dunque, quest'uom come morir potrebbe,
              che sa cotanto ed è sì naturato
              che come struzzo 'l ferr'ismaltirebbe?
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                Scritta da: Silvana Stremiz
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                Vanno i fiocchi candidi

                Vanno i fiocchi candidi
                come scivolando su un filo...
                Vorrei vivere, vivere al mondo,
                ma, certo, non si può.

                Di qualcuno le anime, dissolvendosi
                laggiù, senza traccia,
                come neve candida
                salgono al cielo dalla terra.

                Vanno i fiocchi candidi...
                E io pure me ne andrò.
                Non mi rattrista la morte
                e l'immortalità non m'aspetto.

                Non credo nel miracolo.
                Non sono la neve, ne una stella,
                e mai più sarò, mai, mai più.

                E, peccatore che sono, penso:
                chi dunque sono stato,
                nella mia vita precipitosa
                che cosa ho amato più della vita?

                Ho amato la Russia
                con tutto me stesso:
                i suoi fiumi in piena
                e coperti di ghiaccio,

                il respiro delle sue casette,
                il respiro delle sue pinete,
                il suo Puskin, il suo Stenka
                e i suoi vecchi.

                Se la vita non è stata dolce,
                non me la son presa troppo.
                Che fa se ho vissuto da incoerente:
                per la Russia ho vissuto.

                Pieno di ansie segrete
                io mi struggo nella speranza
                di avere un tantino
                aiutato la Russia

                Che essa mi dimentichi pure,
                senza affanno per me;
                ma che essa rimanga
                per sempre, per sempre...

                Vanno i fiocchi candidi,
                come andarono sempre:
                al tempo di Puskin e di Stenka,
                come andranno dopo di me.

                Vanno i grandi fiocchi
                di un biancore accecante,
                di me e degli altri
                spazzando via le tracce...

                Non ho il potere di farmi immortale,
                ma ho una sola speranza:
                se la Russia vivrà,
                con lei vivrò anch'io.

                1965.
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                  Scritta da: Silvana Stremiz
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                  È sono sì altamente innamorato

                  È sono sì altamente innamorato,
                  a la merzé d'una donna e d'Amore,
                  che non è al mondo re né imperadore
                  a cui volesse io già cambiar mio stato:
                  ch'io amo quella a cui Dio ha donato
                  tutto ciò che convene a gentil core;
                  donqua, chi di tal donna è servidore
                  ben se pò dir che 'n buon pianeto è nato.
                  Ed ella ha 'l cor tanto cortese e piano
                  inver' di me, la mia gentile manza,
                  che, sua mercé, basciata li ho la mano.
                  E sì me diè ancor ferma speranza
                  che di qui a poco, se Dio me fa sano,
                  che compierò di lie' mia disianza.
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                    Scritta da: Silvana Stremiz
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                    Quando mie donn'esce la man' del letto

                    Quando mie donn'esce la man' del letto
                    che non s'ha post'ancor del fattibello,
                    non ha nel mondo sì laido vasello,
                    che, lungo lei, non paresse un diletto;
                    così ha 'l viso di bellezze netto;
                    infin ch'ella non cerne al burattello
                    biacca, allume scagliuol e bambagello:
                    par a veder un segno maladetto!
                    Ma rifassi d'un liscio smisurato,
                    Che non è om che la veggia 'n chell'ora,
                    ch'ella nol faccia di sé 'nnamorato.
                    E me ha ella così corredato,
                    che di null'altra cosa metto cura,
                    se non di lei: o ecc'om ben ammendato
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