Poesie d'Autore


Scritta da: 0kiika0
in Poesie (Poesie d'Autore)
Pace non trovo e non ho da far guerra,
e temo e spero; ed ardo e son un ghiaccio;
e volo sopra 'l cielo e giaccio in terra;
e nulla stringo, e tutto 'l mondo abbraccio.

Tal m'ha in pregion, che non m'apre né serra,
né per suo mi riten né scioglie il laccio;
e non m'ancide Amore e non mi sferra,
né mi vuol vivo né mi trae d'impaccio.

Veggio senza occhi e non ho lingua e grido;
e bramo di perir e cheggio aita;
ed ho in odio me stesso ed amo altrui.

Pascomi di dolor, piangendo rido;
egualmente mi spiace morte e vita;
iin questo stato son, Donna, per voi.
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    A ritroso

    Scossi polvere greve
    da calzari consunti.
    Oh, come lungo
    il cammino a ritroso!
    Ebbi gioia di ricordi
    ma lieve
    in memoria riarsa
    dove passioni
    ritte come grattacieli
    son diventate
    fauna di sottobosco.
    È calva la vita
    sotto stelle solerti
    che han lasciato il cielo
    con gioia vagabonda;
    ma la notte è ancora qui
    signora
    sopra il mio guanciale.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie d'Autore)

      Viaggi di ritorno

      Non guardo fuori ma il doppio
      che si specchia nel vetro
      di una finestra la cui lamina
      argentata è di luci accese,
      di notti insonni e di viaggi
      di ritorno intorno a una stanza.

      E sempre cercare le parole
      come per dire tutto e barare
      sulla realtà o siamo fragili,
      ché non c'è balzo di tigre
      né natura angelicata
      quando scalpita in noi
      la nostra storia unica
      ma poi niente di speciale.

      Il poeta ha il mal d'amore
      come chi fuma sa di fumo
      e tu, turgida farfalla offesa,
      ritiri la spiritromba graziosa
      e mai più succhierai il niente
      dei suoi fiori artificiali.
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        in Poesie (Poesie d'Autore)

        Prendere un treno

        Prendere un treno
        tra chi va e chi ritorna:
        ginocchio contro ginocchio
        in qualche vecchia carrozza,
        aprirsi un po'.

        Guardare di fuori
        i pensieri che hai dentro.
        La massicciata scorre
        come scorre il passato,
        ovattarsi un po'.

        Conforta la memoria
        il tatantatà che culla
        e sostiene il fantasma
        di una cara infantile
        filastrocca.

        Di stazione in stazione
        sulle guide di acciaio
        abbandonarsi finalmente
        alla certezza di arrivare.
        Dormire un po'.

        Cardiaca contrazione
        e arteriosa pulsazione
        rotolano sul binario
        e da ogni tunnel impavidi
        rinascere.

        Prologo

        La piattola strappata
        Ha lasciato sul corpo
        Un segno indelebile
        La roseola scarlatta

        Ma per sempre non è
        Come il corpo ci muore
        E poi tutto scompare

        Simile è il corpo
        Delle umane vicende
        Su cui lasciamo terreno
        Ai posteri un ricordo.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          in Poesie (Poesie d'Autore)

          Ritorno a casa

          Ti scrivo sulla Transiberiana con lo stesso paesaggio sotto gli occhi
          che abbiamo visto quando andavamo insieme.
          Colori più autunnali, tuttavia,
          evidenziando
          un'individualità in ogni pianta.
          Equiseti melanconici.
          Alberi di foglie gialle
          o dipinte a rosso antico
          o di foglie già perdute.
          L'erba insiste ancora nel suo verde
          ma sono secchi alcuni fiori
          ed è bruciata, qua e là,
          mentre intatti risultano alberi e cespugli.
          Forse il qua e il là è quello
          dove abbiamo visto salire dalla terra il fumo,
          nell'andata.
          Il fumo
          è svanito,
          a distanza di giorni.

          Pubblicata su Lo strillozzo.
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