Poesie d'Autore


Scritta da: Silvana Stremiz
in Poesie (Poesie d'Autore)

Non credermi se...

Non credermi
se ti dico vattene
se escono dalla bocca parole "urlanti"
piene di veleno
come un fiume in piena
senza ascoltare
né il cuore né la ragione
e pronte ad uccidere
senza pietà.

Non andartene
se ferito parla l'orgoglio
non andartene, resta
perché, in realtà, ogni centimetro
del mio cuore
della mia anima
della mia mente
ti sta gridando resta.
Composta nel settembre 2015
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Dentro un sogno di me

    So che un giorno t'ho trovato
    dentro un sogno.
    Accadde all'improvviso
    dopo secoli di silenzi
    tra un'onda e l'altra del mare.

    Guardavo l'orizzonte
    il volo di un gabbiano
    e il movimento delle nuvole.

    Era un giorno di dolore
    ma alcune persone
    fanno sorridere anche il dolore
    era un giorno qualunque
    dopo secoli di polvere e giorni di spine
    eppure alcune persone hanno il dono
    di togliere le spine e la polvere anche dai giorni.

    So che un giorno t'ho trovato
    in un sogno
    e guardando l'andirivieni delle onde
    nel tramonto di un giorno stanco
    mi hai preso per mano
    e fatto volare verso l'infinito di un sogno
    abbracciando le stelle
    abbiamo fatto l'amore sulla luna.

    Al sorgere dell'alba ti ho reso al giorno
    ma a volte, la notte, vengo a riprenderti
    per sognare ancora un po'.
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      Scritta da: Mariella Buscemi
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Ho un volo d'ali incompiute
      che a sferzare il vento
      migrerei l'ultimo cuore che mi rimane

      del lancio, ho rasentato terra
      sullo schianto, s'è arrossito il tonfo

      sono - adesso - lo svuotarmi delle ossa
      e l'essere leggera,
      il mio corpo come cielo
      su un passato di nebbia
      attraversarmi nella mattina
      - dopo la notte -
      a ovest del gelo
      verso pelle nuova

      tra l'emigrazione e l'esilio del rimosso,
      la coscienza dell'ora.
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        Scritta da: Mariella Buscemi
        in Poesie (Poesie d'Autore)
        Chiederei alla malinconia
        sulla forza delle sue radici
        e del terreno fragile
        mentre
        a parlarmi del sangue
        mi ritroverei così vera
        nella carne e nell'anima
        in più vite trascorse
        e taciute
        dimenticate
        disinteressate
        passate in second'ordine

        sono stata la mano che mi ha salvata.

        Urlerei: "viva"!
        Difronte alla morte più crudele
        come fosse malìa divina.
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          Scritta da: Mariella Buscemi
          in Poesie (Poesie d'Autore)
          Come s'io aderissi
          e tu
          uomo
          sprofondassi
          nel calco delle mie cavità
          e la tua ala destra
          divenisse piuma in solfeggio
          sugli echi dei gemiti
          tutti intorno
          sui muri
          nella pelle
          al buio
          così
          mi farei ramo
          e ancor più
          edera
          diventandoti intricata e fitta
          t'innesteresti
          nella possibilità degli spiragli
          col tuo seme
          a farmi seme.

          Su un novembre fragile
          guardarci nudi
          rampicanti di carne
          sulle voglie delle foglie caduche.
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            Scritta da: Phantastica
            in Poesie (Poesie d'Autore)

            Timor di me?

            Oh, un terribile timore;
            La lietezza esplode
            Contro quei vetri al buio
            Ma tale lietezza, che ti fa cantare in voce
            È un ritorno dalla morte: e chi può mai ridere -
            Dietro, sotto il riquadro del cielo annerito
            Riapparizione ctonia!
            Non scherzo: ché tu hai esperienza
            Di un luogo che non ho mai esplorato,
            UN VUOTO NEL COSMO
            È vero che la mia terra è piccola
            Ma ho sempre affabulato sui luoghi inesplorati
            Con una certa lietezza, quasicché non fosse vero
            Ma tu ci sei, qui, in voce
            La luna è risorta;
            le acque scorrono;
            il mondo non sa di essere nuovo e la sua nuova giornata
            finisce contro gli alti cornicioni e il nero del cielo
            Chi c'è, in quel VUOTO DEL COSMO,
            che tu porti nei tuoi desideri e conosci?
            C'è il padre, sì, lui!
            Tu credi che io lo conosca? Oh, come ti sbagli;
            come ingenuamente dai per certo ciò che non lo è affatto;
            fondi tutto il discorso, ripreso qui, cantando,
            su questa presunzione che per te è umile
            e non sai invece quanto sia superba
            essa porta in sé i segni della volontà mortale della maggioranza -
            L'occhio ilare di me mai disceso agli Inferi,
            ombra infernale vagolante
            nasconde
            E tu ci caschi
            Tu conosci di ciò che è realtà solo quell'Uomo Adulto
            Ossia ciò che si deve conoscere;
            lei, la Donna Adulta, stia all'Inferno
            o nell'Ombra che precede la vita
            e di là operi pure i suoi malefizi, i suoi incantesimi;
            odiala, odiala, odiala;
            e se tu canti e nessuno ti sente, sorridi
            semplicemente perché, per ora, intanto, sei vittoriosa -
            in voce come una giovane figlia avida
            che però ha sperimentato dolcezza;
            Parigi calca dietro alle tue spalle un cielo basso
            Con la trama dei rami neri; ormai classici;
            questa è la storia -
            Tu sorridi al Padre -
            Quella persona di cui non ho alcuna informazione,
            che ho frequentato in un sogno che evidentemente non ricordo -
            strano, è da quel mostro di autorità
            che proviene anche la dolcezza
            se non altro come rassegnazione e breve vittoria;
            accidenti, come l'ho ignorato; così ignorato da non saperne niente -
            cosa fare?

            Tu doni, spargi doni, hai bisogno di donare,
            ma il tuo dono te l'ha dato Lui, come tutto;
            ed è Nulla il dono di Nessuno;
            io fingo di ricevere;
            ti ringrazio, sinceramente grato;
            Ma il debole sorriso sfuggente
            non è di timidezza
            è lo sgomento, più terribile, ben più terribile
            di avere un corpo separato, nei regni dell'essere - se è una colpa
            se non è che un incidente:
            ma al posto dell'Altro
            per me c'è un vuoto nel cosmo
            un vuoto nel cosmo
            e da là tu canti.
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              Scritta da: Giuseppe Cutropia
              in Poesie (Poesie d'Autore)

              Un fiore mai colto

              Il profumo di ciò che non ho saputo vedere,
              che non ho saputo donare.

              Il profumo di ciò che avrei dovuto vedere,
              che avrei dovuto donare.

              Il profumo di ciò che non sono stato.

              Un fiore mai donato, ma vissuto nel cuore,
              quell'unico fiore sbocciato e mai colto.

              Quel fiore che rimarrà sempre lì,
              nella mia anima, nel mio cuore.
              Composta sabato 31 ottobre 2015
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