Poesie d'Autore


Scritta da: Andrea De Candia
in Poesie (Poesie d'Autore)

Fieno

Nessuno chieda delle libellule
(blu-freccia striano l'aria)
e il viso di febbre del sole
s'infiamma nel mare.

L'uomo con la falce
miete il respiro
d'erba e libellule
nessuno chieda di lui.

Rosso-arancio pendono
i grembi del papavero
odora di sonno il fieno.

Salici piangenti confidano
al mare il proprio dolore
l'uomo con la falce miete
in fasci libellule azzurre
mietendo fa fieno
dell'oggi.

Nessuno chieda a nessuno
chi oggi si addormenti
nel fieno di papavero.
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    Scritta da: Andrea De Candia
    in Poesie (Poesie d'Autore)

    Il cielo

    Ha dismesso le sue maschere
    nuvole notturne impediscono
    alle stelle
    di vedere
    la sorella terra.

    Lui sogna
    che il suo nero infinito
    porti il lutto per il sole
    sogna gli uomini sulla terra
    che lo sognano azzurro.

    Nel buio impenetrabile
    conta le sue abitazioni
    devono essere sette
    ma non è così
    infinitamente di più.

    Lui conta all'infinito.
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      Scritta da: Andrea De Candia
      in Poesie (Poesie d'Autore)
      Sono un uomo ferito.
      E me ne vorrei andare
      e finalmente giungere,
      pietà, dove si ascolta
      l'uomo che è solo con sé.
      Non ho che superbia e bontà.
      E mi sento esiliato in mezzo agli uomini.
      Ma per essi sto in pena.
      Non sarei degno di tornare in me?
      Ho popolato di nomi il silenzio.
      Ho fatto a pezzi cuore e mente
      per cadere in servitù di parole?
      Regno sopra fantasmi.
      O foglie secche,
      anima portata qua e là...
      no, odio il vento e la sua voce
      di bestia immemorabile.
      Dio, coloro che t'implorano
      non ti conoscono più che di nome?
      M'hai discacciato dalla vita.
      Mi discaccerai dalla morte?
      Forse l'uomo è anche indegno di sperare.
      Anche la fonte del rimorso è secca?
      Il peccato che importa,
      se alla purezza non conduce più.
      La carne si ricorda appena
      che una volta fu forte.
      È folle e usata, l'anima.
      Dio guarda la nostra debolezza.
      Vorremmo una certezza.
      Di noi nemmeno più ridi?
      E compiangici dunque, crudeltà.
      Non ne posso più di stare murato
      nel desiderio senza amore.
      Una traccia mostraci di giustizia.
      La tua legge qual è?
      Fulmina le mie povere emozioni,
      liberami dall'inquietudine.
      Sono stanco di urlare senza voce.
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