Poesie generazionali


Scritta da: Carmine De Masi
in Poesie (Poesie generazionali)

Bullismo

È diffusa la piaga del bullismo
nella gente c'è molto allarmismo

s'annidano come tignole
invade i ragazzi nelle scuole

tra i giovani si diffonde,
si sfidano e girano come ronde

imbrigliati, confusi e abbagliati
i deboli devono essere sorvegliati

giovani esasperati colmo di dolore
non si ribellano per non far rumore

nessuno ode il tipico lamento
cadono nel vortice come foglie al vento

il "bullismo" è come un pianto d'innocenti
son coetanei e giovani incoscienti

la dignità viene calpestata
la vita dei ragazzi dev'essere riscattata.

Questa ferita può essere devastante
oggi certamente è un problema gigante

cerare di sopprimere questa piaga
fare in modo chi sbaglia paga.
Composta lunedì 5 giugno 2017
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    in Poesie (Poesie generazionali)
    Favola dagli occhi a mandorla
    nell'ombra scruta il verde
    dell'innocenza
    che tuttavia
    non proprio innocente è
    lati nascosti ha
    e son quelli cattivi
    che si mascherano
    e rivivono una nuova identità
    sforzandosi di essere
    quello che non sono
    indossando abiti
    per niente adatti
    all'immagine che indossano
    sempre in tutte le occasioni
    di finte espressioni
    destinate ad impazzire.
    Riconosce che è come un sogno
    e si illude di poter cambiare
    vestendosi d'aurora resuscitata
    fra terreni incontaminati.
    Li fa suoi camuffandoli
    senza esserne sicura
    che accolta verrà
    facendola sentire
    comodamente
    a casa sua.
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      Scritta da: Luca Paletti
      in Poesie (Poesie generazionali)

      Memoria

      Non esiste un giorno per la memoria
      perche essa è speranza da vivere
      in ogni istante,
      è acqua che disseta la sofferenza
      che allevia il dolore che alberga nell'ira,
      è parola che da voce all'indifferenza,
      è amore che non ha paura
      di fronte a un ideologia distorta,
      è la forza
      che piega l'onda assassina
      di un mare in tempesta,
      che ci fa sentire essere umani,
      tra gli essere umani,
      liberi di essere diversi
      senza sentirsi accusare
      di essere diversi.
      Composta martedì 25 febbraio 2020
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        in Poesie (Poesie generazionali)

        Carnevale

        La vita è un oblò,
        piena di maschere,
        colori variopinti
        e ad altri finti!
        Cos'è carnevale!
        Uno spreco di finti sorrisi
        visi ingannevoli
        alcuni piacevoli,
        feste e coriandoli
        adornano le strade
        alcune so grigie
        altre sono amare...
        nessuno lo sà spiegare,
        dietro ognuna di essa
        esiste un passato
        chi resta amareggiato,
        e chi... calpestato!
        In fondo è carnevale
        che scherza
        col suo spirito festante
        con una maschera sorprendente.
        Composta mercoledì 13 febbraio 2019
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          Scritta da: Rosa Di Fraia
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Tutto rimane scolpito nella memoria

          Nei campi di concentramento
          si viveva di speranza,
          tutto era razionato,
          il pane, il cibo, la vita.
          Il cibo era il sogno,
          ma anche desiderio di
          poter ritornare a vivere
          una vita serena,
          riappropriarsi della dignità
          perduta, senza annullare il valore
          della quotidianità e del tempo.
          Lo scorrere delle ore ci portava
          ad un un'immaginazione surreale,
          gli spazi angusti e la miseria
          che ci circondava, la paura di morire
          il terrore negli occhi si faceva sentire sempre più forte,
          l'aria satura di morte, la crudeltà
          umana che non conosce confini,
          spinta a livelli inimmaginari,
          tutto rimane scolpito nella memoria
          tutto traspare negli occhi di chi l'ha vissuto.
          Composta lunedì 27 gennaio 2020
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            Scritta da: Enzo Di Maio
            in Poesie (Poesie generazionali)

            Mi chiamo Marco

            Sono un bambino, mi chiamo marco
            non parlo e non capisco
            son nato solo oggi
            faccio la cacca e la pipì addosso
            sorride la mia mamma
            a quell'età io posso
            domani crescerò e non lo farò più

            marco è cresciuto, è uomo navigato
            parla due lingue, lavora da impiegato
            marta è la donna che ama e che ha sposato
            giulia la bimba che il cielo gli ha donato

            marco è felice, grato alla vita
            si sente beato, un uomo maturo
            giulia ora è grande, tutto gli ha dato
            farà il suo cammino
            ora con marta finirà il suo futuro

            marco ha ottant'anni e marta non c'è
            la vita è una corda
            ha un capo e una coda
            tirando tirando alla fine si spezza
            finisce la gioia, rimane tristezza

            sono un anziano, mi chiamo marco
            non parlo e non capisco
            sono nato ieri
            faccio la cacca e la pipì addosso
            ma a questa età non posso
            giulia non è la mia mamma
            giulia è solo mia figlia
            ora è sposata con un tizio
            vive nella mia casa
            ed io in un ospizio
            mi danno le pasticche
            dormo e ho sempre sonno
            neanche mi hanno detto
            che son diventato nonno.
            Composta venerdì 29 novembre 2019
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              Notte di luna

              Com'è bianca questa notte la luna in cielo! Pare, quasi, di latte tanto è bianca... ed è di gelo, fredda, e soave come la tua rara bellezza che io conosco senza velo... io, preso dalla sublime voluttà, sono pervaso da tanta dolcezza in ogni fibra, in ogni nervo, che sento la ragione annientata dalla tenerezza... e guardo il cielo, fonte insensata di ogni pura brezza, struggendomi in silenzio di languore.
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                in Poesie (Poesie generazionali)

                I tuoi occhi

                Nei tuoi occhi la mia anima affonda, i miei frenetici pensieri cercano di carpirne le verità indecifrabili, le mie dita tentano di accarezzare quella rara dolcezza che dà ossigeno al mio cuore, e i miei occhi vivi e pensierosi si addormentano nella notte, puntualmente, facendo da specchio ai tuoi, disperdendoci nell'eterno vortice del tempo; un tempo slegato dallo spazio in cui vedo, imperituri, i tuoi occhi sempre accesi, come secoli di luce... nonostante i miei siano chiusi.
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