Poesie generazionali


Scritta da: Monica Cannatella
in Poesie (Poesie generazionali)

Tristezza

Lei ti prende quando meno te l'aspetti.
Ti pervade, ti porta via, lontano.
E non esisti, non esiste niente!
Solo tu, lei, e il vuoto immenso.
Arriva silenziosa... una canzone, una frase,
un odore che ti ricorda qualcuno, lei se ne
accorge sai?
E tu cerchi di riempire quel silenzio, per non
farla rimanere.
Ma alla fine, perdi. E l'unica cosa che ti rimane,
è proprio lei!
Quella dannata tristezza che sa di malinconie
antiche,
di persone e luoghi che hai perduto,
di pezzi di cuore lasciati tra i ricordi
di un'anima che ormai si è un po' lacerata.
La tristezza sa sempre quando è ora di farti visita,
e non puoi non offrirle una sedia, lei rimarrebbe
comunque.
In silenzio, come un gatto, aspettando
il momento giusto per saltarti addosso.
Per ricordarti che senza di lei, non saresti la stessa.
Perché è vero! Si deve conoscere la tristezza per
trovare la felicità.
Composta martedì 29 gennaio 2019
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    Scritta da: Alisia7
    in Poesie (Poesie generazionali)

    Il tempo

    Ho chiesto al tempo di restituirmi persone che non ci sono più.
    Ho chiesto al tempo di rimediare per le mie grandi delusioni ed i fallimenti, ormai irrecuperabili.
    Ho chiesto al tempo di recuperare le parole dette di getto e mai cancellate, pagine da strappare e pagine bianche da riscrivere.
    Ho chiesto al tempo di dimenticare certi dolori, di restituirmi anni volati come il vento e attimi mai vissuti.
    Ho chiesto al tempo di ricucire quelle ferite che sanguinano sempre e di togliere quel maledetto segno tatuato nell'anima.
    Ho chiesto, ancora di eliminare quei giorni amari e gli istanti da superare, di ridarmi gioie e momenti da rivivere, abbracci mai dati e baci ancora da rubare.
    Oh! Tempo ladro che divori i momenti dove non dovresti e ti fermi là dove dovresti passare in fretta ed a volte, sei di una puntualità struggente...

    Lui mi ha risposto:
    "Cerca tra gli scaffali dei ricordi, tra i cassetti della memoria, tra le porte dei sogni e tra le note melodiche dei battiti del cuore.
    Attenta, però, a come spendi il tuo tempo, perché non faccio sconti a nessuno..."
    Composta martedì 27 agosto 2019
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      Scritta da: Alisia7
      in Poesie (Poesie generazionali)
      E di te dicono che sei il sesso debole ma tu lotti, tu sorridi, tu piangi, tu cadi, tu ti rialzi, tu ti frantumi, tu ti raccogli pezzo per pezzo, tu perdi, tu vinci...
      non hai tempo per mostrare la tua perfezione agli altri, ma solo di essere te stessa, in qualunque circostanza, in questo mondo.
      In un mondo di falso buonismo.
      In un mondo di cattiveria gratuita.
      In un mondo di chiasso all'esterno ma silenzioso dentro di te.
      E lo capirai, eccome se lo capirai!
      Quando lo capirai?
      Quando il tempo ti attraverserà l'anima e darai anche scacco matto a chi lo merita...
      perché sei donna.
      Composta domenica 11 agosto 2019
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        Scritta da: Rossella Di Venti
        in Poesie (Poesie generazionali)
        Brindo a me che nella vita ho smesso di chiedermi il perché...
        bevo a piccoli sorsi ciò che mi viene offerto...
        d'altronde la felicità non va rinchiusa in un cassetto.
        Quando arriva la catturo e la faccio mia...
        guai a chi osa portarmela via.
        Bevo piano sfidando il tempo
        in una gara in cui vince chi va più lento.
        La assaporo come si fa con un gelato...
        con delizia e speranza che non finisca tutto ad un fiato.
        Amo la vita e le sue contraddizioni...
        Amo vivere ed ubriacarmi di emozioni.
        Composta lunedì 5 agosto 2019
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          Scritta da: Michele Gentile
          in Poesie (Poesie generazionali)

          Insieme

          Ho paura ma
          resto qui.
          Non so darti riparo
          non so pregare ma
          non lascio entrare la notte
          non apro la porta
          a questo reboante silenzio.
          Sono qui, tremante,
          a sfidare il vento
          accanto a te, insieme a te
          senza un briciolo di forza ma
          come una roccia ritto, in piedi
          a sostenere le ingiurie del tempo.
          Cadrà a pezzi questo cielo,
          si spegneranno forse
          persino i sogni
          ma mi troverai qui, sempre
          zattera nella tempesta
          a ricucire le vele
          ancora un'altra volta e
          ancora un'altra rotta
          per non andare alla deriva
          per ricordare agli dei e alla sorte
          che dinanzi ad un vero abbraccio
          nulla può
          neppure la morte.
          Composta giovedì 8 agosto 2019
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            Scritta da: Anna Rijtano Mallus
            in Poesie (Poesie generazionali)

            La Donna è paladina dell'oltritudine

            La Donna è mille e più cose.
            Lei è l'artista,
            la bellezza,
            la fiducia,
            il lavoro.
            Lei è l'eleganza,
            la tenerezza,
            la meraviglia.
            Lei è l'amicizia,
            l'empatia,
            la compassione.
            Lei è la solidarietà,
            la forza,
            la robustezza,
            la solidità.
            Lei è la resiliènza.
            La donna è l'Oltrè
            è la paladina dell'oltritudine.
            Composta giovedì 30 novembre 2017
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              in Poesie (Poesie generazionali)

              L'ultimo saluto

              È arrivato,
              il momento da me sempre temuto,
              quel momento che sapevo, una volta arrivato, mi avrebbe sconvolto, completamente.
              Arriva e fa male come una pugnalata,
              ti lascia quel freddo strano,
              un freddo dalla quale non ci si può riscaldare.
              Ti prende tutto il corpo, ma in particolare si concentra sullo stomaco.
              È strano, fa male, ti tormenta, non ti fa dormire, ti fa annegare nei tuoi pensieri, non riesci ad uscirne e ti manca l aria.
              Sono troppi e quasi ti senti vittima dei tuoi stessi pensieri, vittima di un dolore, vittima di una cosa astratta!
              Ma come?
              Ti senti quasi debole, come se fossi privo di forze, quelle stesse forze necessarie a proteggerti da quel freddo, che proprio ora sembrano venire meno.
              Ma perché proprio ora?
              Eppure sono sempre stato uno che davanti ad una difficoltà, davanti ad un momento buio, triste, sono sempre riuscito a mantenere la calma, fare un respiro, pensare, cercare e trovare una soluzione, quella forse più giusta. Ma ora... ora è diverso.
              Sono caduto tante volte, alle volte mi sono fatto male altre un po' meno, ma mi sono sempre rialzato, più forte di prima e anzi ringrazio quelle persone come mia nonna, che ora mi guarda da lassù, che puntualmente era lì con l'acqua ossigenata e la bacinella pronta a disinfettarmi la ferita.
              Si, con questo ricordo accenno quasi un sorriso,
              un sorriso che ora sembra essersi completamente spento.
              Questa volta sembra che questa ferita non si riesca a risanare, eppure ci credo, un briciolo di speranza non mi abbandona mai, non l'ha mai fatto, forse dovrei fare leva su questo, forse non ora, magari più in là, attualmente è troppo grande e profonda, lascerò che il tempo mi aiuti, almeno un po'...
              Ma ora quasi brucia... e il soffio degli amici, come quello di una mamma quando il figlio mette nella bocca quel boccone ancora troppo bollente, ti regala un sollievo, si... ma momentaneo, solo momentaneo, come quello che provavi per me.
              Tu, che mi dicevi,
              che mi promettevi, mi facevi sentire unico, importante per qualcuno, speciale per qualcuno... per una volta nella mia vita mi sono sentito felice di vivere un esperienza nuova, un esperienza unica...
              Io, che mi perdevo nei tuoi occhi, nel tuo sorriso.
              Tu protagonista indiscussa dei miei pensieri, delle mie paure.
              Ma io troppo preso da non considerarle.
              E forse ho sbagliato, ho sbagliato a non rendermi conto che quelle paure sarebbero potute diventare realtà,
              come se chiudevo gli occhi per non vedere, come un fumatore che fuma consapevole che questo lo porterà al suo male, ma non vuole convincersi e io non volevo, ma dovevo...
              Cosa mi ha portato ciò?
              Ad essere seduto qui sul sedile di un treno mentre mi perdo nel paesaggio offerto attraverso quel finestrino sporco, quel paesaggio che scorre alle mie spalle veloce così come i miei ricordi passati, ma li assaporo, non trascuro nessun dettaglio, perché nel bene o nel male hanno contribuito alla mia continua crescita.
              Mi interrompo, un brivido mi travolge lungo tutta la schiena, una mano mi tocca, sorrido, mi volto lentamente quasi come a godermi il momento, ma realizzo che tu non ci sei, non più, mai più.
              Composta sabato 27 luglio 2019
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