Poesie personali


Scritta da: A. Cora
in Poesie (Poesie personali)

Finale incompreso

Negl'anni
dipinti di sole
di colline l'amato sapore
di bianche spiagge
di mare
Credevo al dir degl'amici
perché m'era uguale il
sognare
Temevo dei morti il colore, perché
di scarse parole
Amavo amare l'amore, perché mi
mostrava colori, che ancora la pelle
ignorava, creando rumori nel
cuore, ch'ancora non
conoscevo
Oggi che il cielo è oscurato
e dentro gl'occhi mi piove, il
volto è da rughe solcato
Gli amici, misteri
alati
Temo dei vivi il
parlare, perché
non comprendo
Il finale.
Composta venerdì 14 ottobre 2005
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    Scritta da: Rosa Coddura
    in Poesie (Poesie personali)

    Stanchezza

    Mi sono stancata di tante cose,
    le mie speranze erose,
    le mille porte chiuse
    e le tue parole confuse.

    Sono stanca di dover aspettare,
    di vedere le mie certezze crollare
    dal cinico soffio altrui,
    macerie offerte ai miei periodi bui,
    sono stanca, la mia schiena
    porta il peso d'ogni pena.

    Sono stanca delle persone,
    delle loro parole vuote al vento
    parole offerte come la mela
    ad Eva, che alla tentazione
    cedeva, e come una Biancaneve
    ingenua,
    avvelenano l'anima
    nessuna parola più m'attenua,
    più mi frega,
    il mio io le nega,
    parole vuote al vento
    che ingannano il mio orecchio,
    quell'inutile cicaleccio,
    ed ogni stupido rumore molesto,
    di quel loro ciarlare,
    senza mai un'attimo stare ad ascoltare.

    Sono stanca dalla società che vive di stereotipi,
    di un aspettarsi dagli altri,
    gli alternativi che si credono scaltri,
    di caratteri diversi, controversi,
    di prototipi da testare,
    altri che ti sanno solo scartare
    e giudicare,
    di persone che fingono d'amare,
    ma la tua fiducia sanno gettare.

    Mi annoiano le regole,
    gli arrampicatori sociali,
    chi non crede o non ha più ideali
    le persone convinte,
    illudendosi d'essere poeti
    per le parole da loro scritte,
    e la gelosia che ne scaturisce.

    Sono stanca e non so se si vede,
    d'ascoltare anche lamentele,
    per chi si intrappola
    tra le sue stesse ragnatele,
    e io che sono stretta alle chele
    della vita,
    nonostante tutto
    non è ancora finita
    non gliela darò mai vinta.
    Composta sabato 25 maggio 2013
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      Scritta da: Rosa Coddura
      in Poesie (Poesie personali)

      Tempo fermo

      Sono scesa per ingannarti, tempo.
      Vero, ti sto prendendo in giro,
      ma tu invece di assistermi
      adesso che son libera,
      dormi come un ghiro,
      giocandomi un brutto tiro.

      La noia mi hai lasciato sul quel piatto
      prima del tuo letargo.
      L'hai lasciato freddo e crudo per dispetto
      con la monotonia del solito gusto
      ormai indigesto,
      mi serve la soluzione presto!
      Troppo tardi, soffro di depressione
      e penso che al tuo sfregio non vi sia guarigione.

      Cerco di tenere gli occhi aperti
      ma l'evoluzione della noia
      è la stanchezza,
      uno strano senso di tristezza,
      mi mette addosso i suoi occhiali
      scuri per non vedere nel giorno i segnali
      mi alzo e lei crudele
      mi vuol fare uno sgambetto,
      barcollante m'appoggio al quel muro
      dove si riflette un'ipotetico futuro.

      Cosa ho ancora da scrivere,
      il tempo che ho annoiato per non sorridere.
      Ma cosa credi? Forse niente più mi aspetto
      ti lascio dormire subendo il tuo narcolettico effetto.

      Sono scesa per ingannarti, tempo,
      quando il mio mondo mi sembrava fermo,
      cerco distrazione nella confusione dei passanti,
      nelle vetrine i miei desideri e rimpianti,
      l'invidia per due giovani amanti
      per noi che oramai siamo distanti
      colmata dalla tenerezza dei bambini in quegli istanti,
      in una libreria a sfogliar qualche libro,
      su quella tastiera dove ho lasciato i mio timbro,
      cerco, cerco di stimolarti, tempo.

      Quando non ho niente da fare,
      nessun desiderio sa più respirare,
      non so più elaborare
      perché l'apatia non mi lascia ispirare,
      neanche a queste parole un senso so trovare,
      come insieme le ho messe non so spiegare,
      ma le scrivo per non dimenticare.

      Quando sono attiva
      è lì che mi sento viva,
      ma quando ti sveglierai,
      sarò stanca io
      trascinata dal tuo oblio.

      Ed io tempo il tuo scorrere, confermo,
      quando alle volte ti vorrei fermo,
      a me contrarie ore,
      ticchetii che ascolto dal mio cuore,
      un giorno cesserà come l'orologio appeso al muro,
      pompa il mio soggiorno
      al tempo che ho perso non c'è più ritorno.

      Sono scesa per ingannarti, tempo,
      credo che in un'uscita
      l'esercizio di una vita,
      perché a guardarti dormire m'annoio,
      ed io lentamente muoio.
      Composta sabato 18 maggio 2013
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        Scritta da: Rosa Coddura
        in Poesie (Poesie personali)

        Sono nata anch'io chitarra

        Strumento
        dai muliebri lineamenti,
        con te ho scoperto
        nuovi sentimenti,
        con le dita ti sfioro,
        con armoniosa cura
        ti esploro,
        sei custode
        di ciò che adoro.
        Quante volte provo
        a far vibrare
        le tue corde,
        perdendomi tra le note
        improvvisando una canzone,
        raccontando di un emozione.
        Fedele compagna di spiaggia,
        Sono nata anch'io chitarra,
        e per un errore,
        un mal tentativo
        suona il dolore,
        ma stona il mio cuore,
        di una corda
        troppo tirata,
        perché alla fine
        quella parte di me
        s'è spezzata,
        dallo sporco suono
        che che prima morde
        e dopo rompe.
        Composta mercoledì 24 aprile 2013
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          Scritta da: Rosa Coddura
          in Poesie (Poesie personali)

          Confessioni e promesse

          Il calor delle lenzuola
          ispira certe voglie
          che lo sguardo tuo non stoglie
          anzi, il gelo dentro mi scioglie,
          e anche se stanca
          il tuo abbraccio mi manca.

          Il mio corpo abbranchi
          desideri si cercano ai fianchi,
          non resisto
          insieme cediamo all'istinto,
          ci lasciamo governare
          prima che l'oscurità
          ci abbia estinto.

          Mi lascio avvolgere
          dalla tua pelle
          che mi fa da coperta,
          rifletto nei tuoi occhi la mia fantasia
          scoperta,
          sentirmi protetta
          come una bambina,
          così su te metto la testa china.

          Le tue labbra morbido guanciale,
          per le mie lacrime
          che da te si lascian assaporare.
          Tutte le lacrime che gli occhi si lasceran'cadere,
          hai detto che le tue labbra
          il suolo le non lasceran'temere.
          Il tuo pensiero mi è vicino,
          prima di ogni sguardo e mano
          come l'immagine del riflesso del lago.
          Composta giovedì 25 aprile 2013
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            Scritta da: Rosa Coddura
            in Poesie (Poesie personali)

            Rivoluzione

            Vorrei i cambiamenti
            messi in atto da una rivoluzione
            di un popolo tassato, affamato
            portato all'esasperazione.
            Vorrei, i nostri vorrei
            son sogni da folli plebei
            Lavoratori messi in cassa integrazione
            altri a cui tolgono un'occupazione
            famiglie precarie
            in mal nutrizione
            persone in attesa della pensione
            rispettate il primo articolo della
            costituzione,
            dove mai sarà la soluzione?
            Alziamo barricate
            liberiamoci delle barbarie
            marciando, inneggiando
            perché chi sta "governando"
            ci sta ammazzando
            Aboliamo il magna magna
            offesa di chi poco e niente guadagna
            gente stanca, chi ormai campa?
            Scrivo la mia indignazione
            tutto intorno è in distruzione
            spaccio e prostituzione,
            quando mai sarà la guarigione?
            Gente alle soglie del fallimento
            chi è già in uno stato di completo
            esaurimento,
            non dormire la notte
            per questo tormento,
            chi è suicida
            di questa vita ormai più non si fida,
            lasciando al pianto dei cari
            l'eredità e le sue inascoltate grida
            Lavoro. Chiedono il curriculum,
            se prendono te
            è vinta la lotteria
            Curriculum per qualsiasi mansione,
            occhio, non perdere quell'occasione,
            ma sei uno dei tanti,
            posti già presi da raccomandati
            e da volti per loro rassicuranti.
            Ti chiedono esperienza
            sono i primi a non portar
            ai giovani pazienza.
            poi siamo noi "choosy",
            ma sono loro ottusi.
            "Sono aumentati i negozi di compro oro"
            Grazie! Non c'è lavoro,
            mangiar è lusso,
            la società è reflusso,
            strade di gente povera,
            dove può si ricovera,
            li ho visti rovistare nella spazzatura
            la vita è davvero dura.
            Accendi la televisione
            la solita discussione,
            politica e processi
            sprechi ed eccessi,
            cambi canale, c'è quella storia
            e il pancione,
            il vip e il traditore
            esaltati di gloria
            senza ragione,
            l'inutile e frivolo
            romanzo da copione.
            Canto la mia canzone
            perché voglio la rivoluzione,
            forse sono solo parole,
            ma voglio smuovere la pubblica opinione.
            Composta venerdì 10 maggio 2013
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              Scritta da: SweetNovember
              in Poesie (Poesie personali)

              Terre scomparse

              Potevi lasciarmi con parole mai dette,
              senza pentirti mai,
              non poco affanno
              e le scarpe strette.
              Invece,
              mi hai dato tutto
              per raccogliere poi solo lamenti,
              incessanti e sconsolanti respiri
              ribelli di dolore,
              che ci hanno affossato
              nel disagio più crudo.

              "Non sono stanca", (si).

              E tutto ciò che mi potevi dire
              scivola via, piano,
              dentro quelle nostre desolazioni di
              non pochi frammenti, immutabili,
              diventati improvvisamente cenere,
              rovine di un tempo
              che ora sembrano illegali.

              Ed è sempre oggi.
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                Scritta da: SweetNovember
                in Poesie (Poesie personali)

                Il Regalo di Valentino

                Vi son rose nascoste che ti entrano dentro
                col coraggio del vento che non si ferma,
                come questo tempio
                di tesori e colorati silenzi
                che s'intingono d'antico a luna piena,
                per farti volare in un paradiso aperto.

                Una officina dei profumi,
                domicilio di fate e duchesse,
                scandita da un tempo incantato
                tra dolcezze di magie,
                vortici di storie invisibili
                e mirabili trame.

                E nel cerchio celtico delle emozioni
                ogni ritmo si fermerà.
                E sarai costretta a cadere
                oltre i giardini segreti al cuore,
                per vivere un attimo eterno
                dentro uno spettacolo d'amore.
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                  Scritta da: Ada Roggio
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La cosa più bella

                  La cosa più bella che ho è la vita.
                  Grazie Dio per avermi dato questo dono immenso.
                  Ho potuto gioire delle gioie.
                  Ho potuto assaporare l'odore della terra.
                  Ho potuto sentire le brezze del mare.
                  Ho potuto avere un padre e una madre.
                  Ho potuto avere una famiglia.
                  Ho potuto avere la mia famiglia.
                  Ho potuto avere il dono più grande di una madre, i figli.
                  Grazie Dio per avermi dato questo dono immenso.

                  La vita.
                  Composta venerdì 7 giugno 2013
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                    Scritta da: Mariella Mulas
                    in Poesie (Poesie personali)

                    La bestia interiore (Anoressia)

                    La bestia interiore
                    nasce piccolo germe
                    e pian piano insinua
                    nella psiche irragionevole
                    il suo veleno
                    a conquistare misura
                    di abnorme magrezza...
                    Convince specchio
                    a riflettere ogni volta disarmonia
                    di membra,
                    troppo massicce annuncia,
                    e di fianchi,
                    rotondità troppo imponenti
                    notifica,
                    e di cosce, troppo informi
                    assicura, come gonfi lunghi
                    galleggianti.
                    E obbliga peso
                    al controllo ossessivo
                    sui grammi persi,
                    che non sono persi proclama,
                    anzi recuperati in più.
                    La mente così
                    registra continua disperazione,
                    il cibo è solenne rifiuto,
                    la vita, maldestro contenitore
                    d'infelicità di fisiche dimensioni
                    ingiuste.
                    Orrendo è quindi il viaggio
                    dei giorni, delle ore,
                    dei minuti mentre uno scheletro
                    nenia l'insoddisfazione di sé...
                    Ma ora che la bestia pare solo vincere,
                    ecco improvvisa consapevolezza tornare
                    nel cuore che vuole invece rivivere
                    ascoltando illuminata intenzione
                    in che modo sconfiggere angoscia
                    curando con determinazione
                    proprio lo sguardo della mente
                    che era meramente, totalmente
                    infermo e testardo di irrazionalità!
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