Poesie personali


Scritta da: Luigi Principe
in Poesie (Poesie personali)

La tua essenza!

C'è qualcosa,
in questa stanza
che non si lascia toccare.
Qualcosa in questo letto,
cui non hai dato un prezzo.
La povertà più abbietta
e la sorte avversa
giustificano, forse
le tue grazie messe all'asta.
Ma non c'è mercante
né tesoro che basti
capaci di ridurre il tuo spirito
alla vergogna del prezzo.
c'è qualcosa,
in questa notte,
che ti rende solenne.
La tua essenza
ha valore inestimabile.
Quella del tuo acquirente
meno delle monete che ti ha dato.
Composta domenica 2 giugno 2013
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    Scritta da: chiararco
    in Poesie (Poesie personali)

    Spettatrice inerme

    Come atti di un copione in divenire
    si susseguono scene sconclusionate
    e tu resti inerme ad osservare!
    Vorresti cancellare e correggere,
    ma ciò che è stato scritto
    ha una forza dirompente!
    Vorresti salire sul palco
    e sentire il calore di quel faro
    penetrarti nelle ossa!
    Ti senti ribollire dentro
    e le lacrime ti attanagliano
    ma non esce che un sorriso!
    Chiudi gli occhi e sogni.
    Composta domenica 2 giugno 2013
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      Scritta da: A. Cora
      in Poesie (Poesie personali)

      Cime scolpite

      Mi smarrii
      nelle strade dal vento
      soffiate, nelle cime da pioggia
      scolpite, che mostra scorrendo la vita
      Tra vuoti al'alba buttati e qualche emozione
      tradita, dentro un caffè un po' macchiato, al
      bar dove vanno gli amici
      Lasciai un bianco sorriso, negl'occhi d'una donna
      dannata, dal rimpianto inseguita, braccata
      Seguii un raggio di sole, negl'occhi improvviso rinato
      Abbagliato dai tanti colori, cercai riparo altrove
      dietro pareti murate, dove medita il cuore
      In una luce leggera, dietro un incerto andare
      seguii nella notte lampare, fino al
      fuggir del'aurora
      Là, tra nembi dal sole schiariti
      tra salti e canti di gioia
      tra note di musica vera
      Scorsi la strada
      sincera.
      Composta mercoledì 22 ottobre 2008
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        Scritta da: Nadia Consani
        in Poesie (Poesie personali)

        Dove si fermano i sogni

        Nascono amori
        intangibili
        nelle pagine di questo spazio,  
        poi
        si sciolgono,
        come coltri di ghiaccio
        sotto il sole di primavera
        e nuovi germogli
        prendono il posto
        di steli consumati.
        Nascono amicizie
        che durano nel tempo,
        o svaniscono come lampi
        di un temporale estivo,
        ma resta sempre l'arcobaleno
        dove i sogni
        si fermano ad aspettare.
        Composta giovedì 23 maggio 2013
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          Scritta da: A. Cora
          in Poesie (Poesie personali)

          Sarà

          Sarà
          più bello ancora, il
          tuo nudo profilo, a mente già
          conosciuto, dal'alba cosparso di luce
          Quando il mattino, inerme, riavvolto lo trova
          Saranno ancor più arricciati, i tuoi biondi
          capelli, da notte d'abbracci, storditi, sul viso
          calati, ancora dormienti
          lasciati
          Forse un poco assonnato, dalla minuta ora, sarà
          l'azzurro dei tuoi occhi, smarrito tra le mie ciglia
          Sparso tra scure pieghe, di bianche contorte lenzuola
          Saranno quei pugni chiusi, a celar chiave, di
          quella intrigata chiusura, che dentro il
          tuo cuore dimora
          Ma ciò che rimarrà nel tempo ancora discosto
          dai miei occhi scuri, gelosamente raccolto
          Sarà quel lieve sorriso, con sogni
          ancora divelti
          Dietro le ciglia socchiuse
          da mano un poco
          nascosto.
          Composta sabato 10 settembre 2011
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            Scritta da: Nello Maruca
            in Poesie (Poesie personali)

            Falerna mia

            Sorridono sui monti gli alti faggi,
            cantano in mare l'onde schiumeggianti,
            il sol li sassolini fa splendenti,
            rosso sul mar tramonto di suoi raggi.

            Al core distensione loco dona,
            dolce, lieve torpor la mente avvolge
            ch'anima e core entrambi coinvolge
            e tiepido calor le membra sprona.

            Posto a ridosso de li verdi monti
            ch'ossigeno gli dan e mane e sera,
            olézzo di fior d'inverno a primavera,
            l'addorme mormorio di pure fonti.

            Una sol piaga, ahimè, è di tormento:
            l'assenza di suoi nati miglior figli
            che son per esso qual candidi gigli;
            perciò si spira a poco, lento lento.

            Spira pensando li lontani gigli,
            spira, ma il cor trabocca di speranza
            veder un dì veliero in lontananza
            tra l'onde del Tirreno carco dei figli.
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              Scritta da: A. Cora
              in Poesie (Poesie personali)

              L'acerbo gioviale

              I giorni
              che il tempo
              passando, conduce pigri
              alla sera, paiono nembi oscurati
              spinti da venti stranieri, distanti dal
              cielo, dagl'occhi dal cuore, senza colore o sapore
              Senza tramonti né aurore, senza un raggio di
              sole, né d'uno spicchio di luna rimasto la notte
              accesa, ove smorzare pensieri, ove annegare dolori, ove
              sognare ancora
              Dei visi e volti in memoria arroccati, ardenti patiti tremori
              che a notte inoltrata, spesso bussano ancora, alle porte serrate
              del cuore, rimasti poi al risveglio, riecheggiano vaghe
              parole, come richiami dispersi, nel vento
              amico d'allora
              È li che scorgo sbiaditi, quei tratti di vita
              vissuta, quelle strade dai piedi viaggiate
              quei sogni a terra caduti
              Di colline, l'acerbo gioviale, del
              mare l'azzurro d'amore
              Del'oggi, l'amaro
              sapore.
              Composta martedì 28 maggio 2013
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                Scritta da: Ciro Orsi
                in Poesie (Poesie personali)

                Aspettando Diana

                Le discese al Bagno Nuovo
                con la banda dei ragazzi
                attraversando felici
                viottoli secondari
                nascosti tra i filari
                di ordinati campi
                odoranti
                d'ortaggi di stagione,
                sino alla via del lagno
                che ci portava al mare
                senza pagare il prezzo
                del nostro passatempo
                all'arcigna padrona
                ingobbita alla cassa
                dell'angusto botteghino.
                Addio ai giochi
                lungo il bagnasiuga
                alle lunghe corse
                con le biglie variopinte
                sulle piste sinuose
                disegnate sulla sabbia nera,
                ai lanci d'acqua fredda
                sui gracili corpi
                stesi al sole,
                ai sorrisi senza fine
                ed agli ammiccamenti
                con i compagni
                di mille scorribande,
                agli scambi di merende
                di frittata e melanzane
                arrotolate nella carta oleata
                miste alla sabbia
                dal sapore familiare,
                agli zoccoli di legno
                strusciati sulle tavole
                sospese sul vuoto
                di palafitte in fuga
                tra le cabine
                bianche e azzurre
                cercando la rotonda
                come si cerca
                l'oasi nel deserto.
                Poi le discese al mare
                presero il viale
                dell'ingresso principale,
                tra i pini profumati
                di essenze salmastre
                e i canti sonnolenti
                delle cicale,
                per il nuovo loisir
                che già ci affascinava
                aspettando Diana
                e quel che ne seguì
                per la mia generazione.
                Composta sabato 1 giugno 2013
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                  Scritta da: Raffaella Frese
                  in Poesie (Poesie personali)

                  Al grande uomo che fu

                  Mi disse fai tesoro di tutto
                  e riponilo dove nulla l'assordi
                  dove luce non batte
                  nei meandri oscuri dell'essere.
                  Nei riflessi nodosi delle tue radici.
                  Mi guardò
                  e fragile come fieno
                  alitato dal vento
                  si chinò
                  donandomi il suo cuore in frantumi
                  e fece di un gemito doloroso
                  un canto armonioso.
                  Al buio ribelle sorrise
                  tornando coi ricordi
                  all'infanzia soppressa,
                  reciso e disperso
                  nel cancro della vita, aspetto
                  e seppe aspettare l'attimo
                  e nel rosso scarlatto della luce
                  d'allegrezza scaturì sincero,
                  e come fenice persa nella distesa
                  di un'amara sconfitta
                  chiese al lacero Dio
                  di veder la luce ed essere redento,
                  mentre benediva la luna
                  stringendosi a me.
                  Composta martedì 17 febbraio 2004
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                    Scritta da: A. Cora
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Rossi aquiloni

                    Come
                    bianca farfalla
                    nel primo suo allegro volare
                    Confondi i colori dei fiori, confondi
                    il sesso e l'amore, con quel tuo fare ribelle
                    Fanciulla dai biondi cappelli, che insegui quei
                    rossi aquiloni che scorgi il tuo cielo solcare, vorresti
                    con loro volare, dove s'avverano i sogni, dove l'amore è
                    a colori, dove il vento è gentile, e ti vuole il quel cielo mostrare
                    laddove, puoi sbattere l'ali
                    Vivilo oggi il tuo cielo, saggia oggi il tuo sole, con tutto l'ardore
                    rendi colmo il bicchiere, che il tuo tempo ti ha dato, anche se poi
                    t'ubriaca, anche se ha volte sbagliato, anche se pare peccato
                    Bevilo tutto d'un'fiato, colma i tuoi sensi curiosi, e ridi
                    ridi, anche nei giorni più scuri, quando non senti
                    sapori, quando negl'occhi ti piove, e scorgi il
                    cielo cadere, dentro i silenzi del cuore
                    È troppo breve la strada, è troppo poco
                    l'amore, è troppo vicino il tempo, che
                    ti disegna il confine
                    E quando lo scorgi
                    passato, non
                    ti sarà mai
                    bastato.
                    Composta martedì 4 marzo 2008
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