Poesie personali


Scritta da: A. Movie
in Poesie (Poesie personali)

Paoli

Ci sono Paoli per tutti.
Ci sono quelli brutti,
Quelli belli
E Quelli che sembrano fratelli.
Molti sanno fare sforzi per divertirsi
Vengono da casa loro a voi in pochi passi, cantano versi:
Contengono le emozioni
Non le fanno vedere a tutti gli spioni
Molte poesie sono dedicate
Ma le più belle sono sempre quelle delicate
Che toccano e restano impresse nel pensiero
Come quando resti sincero.
Composta lunedì 29 aprile 2013
Vota la poesia: Commenta
    Scritta da: A. Cora
    in Poesie (Poesie personali)

    Colore

    Non si può
    cancellare dagl'occhi
    il bagliore d'un raggio di sole
    Quando la luce più astuta, s'è già
    diffusa nelle vallate del cuore
    Quando ha già inciso il suo nome in memoria
    quando anche il silenzio, di lei parla ancora
    Si può soltanto ignorare, fingendo di non capire
    si può anche a se stessi mentire, o altrove guardare
    Ma quando sbadato ti giri, sempre quel
    sole ritrovi, che ti scompiglia pensieri
    che ti ricorda il suo ardito calore
    Puoi campare cent'anni, in un solo
    giorno morire, sempre avrai
    tra le ciglia, e tra le
    anse del cuore
    Quel tanto amato
    colore.
    Composta lunedì 14 maggio 2012
    Vota la poesia: Commenta
      in Poesie (Poesie personali)

      Ti vedrò ancora

      Ti vedrò ancora
      e sarà come la prima volta.
      Ti guarderò come
      una madre fiera
      del suo nascituro!
      Con mani tremanti
      sfiorerò le tue tempie
      bacerò il tuo collo
      fino alle labbra,
      a respirarti
      affannosamente
      come un corridore al
      traguardo!
      Ti vedrò ancora
      e afferrerò i tuoi fianchi
      vedrai il mondo girare
      velocemente
      ruoteremo
      fino a cadere
      con gli occhi
      ubriachi d'amore
      distendersi
      in una morsa d'abbracci
      mentre sentiremo
      scivolarci la terra
      perché l'amore
      ci faccia volare.
      Composta domenica 28 aprile 2013
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Nelson
        in Poesie (Poesie personali)

        Ode al Dio meccanico che governa il mondo

        Un Dio meccanico
        governa questo mondo.
        Lubrifica e distende
        ingranaggi e vanità,
        grazie, peccati di gola.
        Imbottiglia passioni,
        voli, tergicristalli
        e volontà. Organi
        d'acciaio consunto
        suonano celestiali
        filastrocche, roboanti
        poesie d'elettrico vigore.
        Macchine d'orrida fattura
        camminano sulla terra,
        come creature di carne,
        come cristiani tumefatti
        dalla pazienza ecclesiastica.
        Margini d'umanità, margini
        di sopravvivenza cerebrale.
        La natura ormai allo stremo
        richiama gli alberi, le acque,
        le foglie cadute oltre i campi
        d'eroi sepolti, di figli perduti.
        Oltre la cortina di fumo denso,
        sorge fausto il cantautore.
        Quel suo becco ciondola,
        brillante, tra le cromate venature
        del sentiero artificiale,
        della perversione umana,
        dell'organo riproduttore
        di questa terra bagnata.
        Sudicia, come la donna lasciva,
        i bagni del patronato,
        l'idea del divino
        della moderna istituzione.
        Sorgono nuovi ideali,
        nuove fantasie tra i pittori,
        tra le armate di guerriglia.
        Incalza, l'incessante ritmo
        del popolo profano,
        tra le rette vie dell'aldilà
        oscuro, promosso, migliore.
        Suonano le campane a festa,
        abbondano le tavole, le favole,
        le ragazzine desiderose
        e ben vestite. Piangono
        i millantatori, i preti,
        le cornacchie
        dagli occhi di ghiaccio.
        Io rubo, dalle mie costole
        sporgenti, altro fiato,
        altra ira. Possano
        le voraci credenze,
        abbandonare il nido
        dove ci nutriamo a stormo
        come uccelli senz'ali.
        Imboccati come teneri feti
        aspettiamo con le fauci
        dischiuse, il boccone ultimo
        del nostro caro padrone,
        del nostro meraviglioso
        e superbo, capace, nobile
        e generoso Dio meccanico.
        Composta sabato 30 marzo 2013
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Nelson
          in Poesie (Poesie personali)

          Se ne andavano in due

          Se ne andavano in due,
          diretti verso il nulla.
          Una città desolata ove regnava
          La desolazione, un putrido rancore.
          Un lercio giardino ricco di fantasmi,
          ammaestrati dal cantastorie,
          un piccolo coniglio bianco
          con tanto di cappello a cilindro.

          Se ne andavano in due,
          all'interno dell'ippodromo.
          Tra puzza di cavalli e spoglie abitudini,
          si presentarono al caporale, un vecchio
          senza più nessuna ragione morale,
          senza più divertimenti per il suo parco giochi.

          Se ne andavano in due,
          su quella motorella.
          Entravano nell'acido castello,
          costretto tra campi e fabbriche di morti.
          Il bianconiglio piangeva, si sentiva solo,
          ma non lo era, così pieno di stupide idee
          da riempirsi la pancia e il cervello
          da sentirsi fiero e accompagnato.

          Se ne andavano in due,
          l'orrendo suonava e il pazzo ballava.
          Si divertirono a modo loro,
          tra cocaina e rum invecchiato,
          tra bagasce inventate e salti da capogiro.
          Una bella serata, peccato per il coniglio.
          Composta domenica 5 agosto 2012
          Vota la poesia: Commenta
            in Poesie (Poesie personali)

            Com'è dolente il tuo silenzio

            Com'è dolente il tuo silenzio!
            La vita ha i suoi attimi d'assenzio!
            La bocca ingoia il suo amaro!
            Tu distante
            ed io a consultar ricordi
            son come goccia di rugiada
            dissetano la mia inquietudine!

            Com'è dolente il tuo silenzio!
            La tua voce che io rimembro
            come un sottofondo musicale
            a riprendermi da quest'oblio.
            Il mio corpo vuoto e desolato
            dal deserto del dolore
            dal dolore del distacco
            tu sei via chissà dove?

            Com'è dolente il tuo silenzio!
            Composta sabato 27 aprile 2013
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Ciro Orsi
              in Poesie (Poesie personali)

              Scarpe fatte a mano

              Mio padre lavorava
              nell'industria della concia
              e come beneficio
              godeva della fornitura
              dei suoi materiali
              a prezzi molto ribassati,
              perciò poteva consentirsi
              di far confezionare
              calzature fatte a mano
              fornendo suole e pelli
              della prima scelta
              all'esperto artigiano di famiglia
              che quasi ogni mese
              frequentava la nostra casa
              o per fornire delle scarpe nuove
              o per riparare quelle 'usate.
              E così tre o quattro volte l'anno
              don Alberto arrivava
              dopo cena
              e passava in rassegna
              i piedi di tutta la famiglia
              misurandone ogni cambiamento
              con un piccolo metro tipo sarto
              e in più per noi ragazzi
              prendeva anche il contorno
              d'un piede ben piantato
              sopra un cartoncino
              disegnato con un mozzicone
              di matita nera
              che teneva poggiata
              sull'orecchio destro.
              Nostra sorella primogenita
              a diciott'anni
              ottenne di potersi rifornire
              presso un negozio
              per seguir la moda
              ma per noi maschi
              e per tutti gli altri
              solo scarpe fatte a mano.
              I nostri piedi crescevano
              come le piante
              ad ogni cambio di stagione
              ma don Alberto sapeva
              che i suoi compensi
              non sarebbero variati
              e già sudava freddo
              al pensiero della trattativa
              finale con mio padre
              per definire un importo complessivo
              e poi per dividerlo in valori
              una parte in contanti
              e una parte in natura,
              pelli d'agnello o di capretto
              o di vitello di gran pregio
              su cui il brav'uomo
              contava di lucrare
              un margine ulteriore
              vendendo i suoi servizi
              a qualche cliente più facoltoso
              o di famiglia meno numerosa
              e che non beneficiasse
              della fornitura delle materie prime.
              Composta sabato 27 aprile 2013
              Vota la poesia: Commenta
                Scritta da: Nelson
                in Poesie (Poesie personali)

                Scegli

                Scegli
                o il sonno o l'arte,
                o la tua pace o il tuo delirio.
                Scegli se morire da pirata o da colonnello,
                se domani sai cosa busserà alla tua porta
                o se varcherai tu qualche cancello.
                Scegli tu cosa ritieni più opportuno,
                ci sono un sacco di scelte:
                scelte facili, scelte accomodanti,
                scelte gustose come torte di cioccolato.
                Ci sono scelte aspre e crude,
                scelte che ti uccidono o ti rendono diverso,
                scelte che ti cambiano, ti distruggono dentro.
                Scegli se vuoi vivere sopra un albero
                o dentro il guscio di una tartaruga,
                scegli anche di che colore vuoi il tuo cappello
                o che scarpe indossare mentre danzi.
                Scegli di vivere
                o scegli di rimanere in un enorme limbo,
                un deserto fatto di desideri e promesse,
                di manichini spogli.
                Li un cactus, la un piccolo scrigno.
                Forse contiene un tesoro,
                forse una terribile verità.
                Sta a te scegliere se aprirlo,
                ora sai che ti cambierà.
                Composta sabato 5 marzo 2011
                Vota la poesia: Commenta
                  Scritta da: Gabriella Stigliano
                  in Poesie (Poesie personali)

                  La mia realtà

                  Ho perso le ali
                  sotto un arco di menzogne,
                  le ho ritrovate
                  sui rami di un albero
                  rivolte al cielo.
                  Sono sveglia
                  mentre la vita dorme,
                  pregando a bassa voce
                  nel tempio decadente
                  della mia anima.
                  Cammino
                  tra le statue logore
                  e il colonnato,
                  senza scarpe,
                  senza età
                  e quando arriva l'alba
                  con un inchino
                  mi dimetto
                  dalla mia realtà.
                  Vota la poesia: Commenta
                    Scritta da: A. Cora
                    in Poesie (Poesie personali)

                    Ove si ferma il respiro

                    Sei giunta
                    agli estremi confini
                    della mia profondità, e ora che
                    ho perso, ogni minima cognizione, dei giorni
                    e della consistenza
                    Sono nudo, spogliato, oltre il limite del senno, in te mi schiudo
                    come tenera spiga di grano, che dallo stelo affiora
                    indefinita e rigogliosa
                    Possiamo coglierla, respirarla, conservarla, mentre i venti
                    ci soffiano, verso terre agl'occhi ancora ignote
                    Ove il respiro timoroso, tende quasi
                    a fermarsi
                    E nel richiamo della brezza, già attesa nel tempo
                    dolcemente piegarci, baciandoci
                    perdutamente
                    l'anima.
                    Vota la poesia: Commenta