in Poesie (Poesie personali)
L'anima si spiega
come foglia d'autunno
nelle crepe d'usura.
Una lacrima cade
a vuotare il peso.
Composta venerdì 9 dicembre 2011
L'anima si spiega
come foglia d'autunno
nelle crepe d'usura.
Una lacrima cade
a vuotare il peso.
Vorrei farti vibrare l'anima
come corde di violino
di musicista appassionato.
Vorrei darti emozioni esclusive
accarezzare il tuo sentire
addolcire i tuoi pensieri.
Animare il tuo deserto,
popolare la tua solitudine...
Vorrei...
farti conoscere l'Amore.
Il mare è liscio e scuro, come ieri, come domani;
si annerisce e acquieta sul pomeriggio immobile.
Nessun mostro all'orizzonte, nessun miraggio violentato,
nessuna sorpresa nel navigare isolato.
Bevo birra, fumo fumo, aspiro il vento,
godo l'istante brado che sempre arriva, solo, nella resa.
Imbastisco difese per le tempeste che verranno, lo so,
giungeranno puntuali da un tramonto svergognato,
accompagnate dai fulmini dei suoi occhi traditori
e dal tuonare cupo dei ricordi calpestati.
Ma stavolta non mi avranno, stavolta non mi troveranno.
Ricordati: a nulla è valso credere, illudersi e dibattersi;
a nulla è servito lottare, discutere, perdonare, combattere, dimenarsi e sanguinare.
Non scordarti gli angoli bui in cui lei apparecchiava il tempo storto,
portando in tavola la nostra rovina.
Non dimenticare le spremute di vita vomitate e disperse, le parole sciolte e disperate, le urla e i pianti platealmente srotolati, violati e sbeffeggiati, come sputi impuniti di lacrime avvelenate.
Tutto è inutile, maledetta, tutto è bufera infranta sull'ostinato tuo voler vedere tentacoli e orche assassine emergere, invadere, azzannare e stritolare il nostro mare che era bello,
e che ora è solo tonnara insanguinata,
rami marci di naufragio e rossa schiuma.
Via, scompari da me, lasciami solo, nel vuoto, a sgocciolare ricordi.
Inutile lottare quando una parte di noi si volge contro noi,
quando una parte di me, che non son io ma sei tu,
si rivolta e mi sgozza, in ogni istante mio distratto.
Inevitabile è il naufragio lungo le rotte assassine del tuo-nostro suicidio.
Così, vergine arrendevole ai tuoi spiriti irrazionali, scelgo l'abisso, voto il deserto;
così, bambino stuprato e bastonato, fuggo e salvo, o anticipo soltanto, con esilio volontario,
l'ora del tramonto e del nostro sfiorire.
Così, volgo le vele al vento sbieco,
e lungo scivolose correnti,
precedo il tempo del mio morire.
Quando finalmente le ombre le ho lasciate tre isolati indietro
e rientro, stremato e fiero, dalla porta principale,
e tra le mani tengo saldo e orgoglioso il dono del mio io presente,
Lei è ancora lì, nell'albergo che mi attende.
Ma il salottino dei timori ha le ombre lunghe del passato,
e dall'angolo oscuro,
da quell'unica prospettiva di verità a cui era abituata,
Lei, principessa che nulla deve,
dalla penombra mi scruta le tasche cercando polvere e indizi.
Tu sei lì, entusiasta e lindo come un bambino a natale,
con gli occhioni luccicanti e in mano il tuo bel regalo e la voglia di viverlo,
ma lei non ti vede;
esaminatrice cieca vede ombre, passato e polvere.
Babbo natale non esiste!
Il fendente squarcia le viscere,
Lei non mi vede!
Il sangue imbratta il regalo mentre barcollo sulle mie sicurezze:
Lei vede le sue paure.
Le mani tremano, le mura crollano, mi lascio andare,
mollo la presa e il regalo è già frantumi.
Lei non mi vede.
Gelida fissa i cocci sparsi ai miei piedi e tra essi le mie ombre,
che solo un istante prima vagavano orfane in Alabama o giù di lì,
e ora già ghignano, beffarde e crudeli,
tra i resti di quello che potevo essere,
se solo lei avesse voluto crederci.
Umido profumo
sulla pelle
e nel vento;
ancora.
Notte viva,
piccolo tempo
ed incanto,
passata.
E ora vado
sulla strada
e nel freddo;
di nuovo.
Giorno vivo,
lungo tempo
e fatica,
passerà.
Dolci labbra,
pelle calda,
rosa e rugiada;
pensiero.
Ed ora torno
sulla strada
e nel freddo;
verso te.
Sera d'attesa
lungo tempo
verso l'amore;
a fianco te.
Umido profumo
sulla pelle
e nel fiato;
ancora.
Ancora una volta vado,
vita mi stacca dalla vita.
Nuove strade altre negli occhi,
vecchie e amore nel cuore.
Che sarà dei vecchi passi
e della vita colta in quelli?
Tutto sarà ancora polvere
e nuova polvere da modellare?
Le distanze bruciano cuori
ed urlando parole vado.
Distacco non chiesto è dolore,
resteranno voci e poi silenzi.
E già il vuoto alza parole:
le perse proteste al fato
recitano già visto domani.
Anime, amori e paura d'addii.
Ancora una volta vado,
con la paura del silenzio,
la maledizione del nulla,
giurando che tornerò...
Sulla scia dell'arcobaleno
correva
un bambino
dai riccioli d'oro.
Sulla stessa strada,
i capelli corvini,
irrequieti,
quasi uomo.
I nostri cari non ci hanno lasciato
ci hanno solo preceduto
ci aspettano lassù
preparano un posto anche per noi.
Quando arriveremo
ci accoglieranno a braccia aperte,
mano nella mano ci guideranno nell'immensità dei cieli,
nella profondità di nuovi orizzonti senza fine,
dove l'aurora e la notte si fondono
in un'immensa luce.
I nostri cari vegliano su di noi ogni giorno
guidano i nostri passi,
ci aiutano a rialzarci quando cadiamo.
Vivono delle nostre gioie,
ci aiutano nei momenti tristi,
illuminano il buio della nostra notte,
cullano i nostri sogni
I nostri cari non ci hanno abbandonato
sono nei nostri cuori
ci aspettano lassù
preparano un posto anche per noi.
L'amore è un figlio in cielo
che ogni mattina ti accarezza con il suo sguardo
ti trasmette calore con il suo sorriso
ti da forza per camminare nelle vie buie del mondo
L'amore è un figlio in cielo
che con il soffio della sua vita asciuga le tue lacrime
ruba una stella dal firmamento per illuminare la tua notte
e cullare i tuoi sogni
L'amore è un figlio in cielo
che non si stanca mai di aspettarti
per riabbracciarti
e condurti nel mistero dell'infinito
L'amore è un figlio in cielo
che con i suoi ricordi, le sue emozioni
vive dentro di te
perché l'AMORE non conosce confini e vive oltre il tempo.
L'amore con il cuore
per regalare un fiore
all'amico più sincero
che prova per te un sentimento vero,
per donare un sorriso
a chi ha la tristezza dipinta sul viso,
per prendere per mano
chi vuol camminare con te piano piano,
per dimostrare affetto
con un bacio o un confetto,
per dare un pezzo di pane
a chi piange e ha tanta fame,
per stare in compagnia
con allegria e simpatia,
per ammirare le bellezze del creato
nel verde di un prato,
per portare la pace e la serenità
a chi non conosce la felicità.